Tempo perso/ Le Regioni del Sud e la Sicilia discutono del Recovery Fund che oggi è solo aria fritta!

18 dicembre 2020

Riunirsi oggi per chiedere al Governo romano il 66% delle risorse finanziarie del Recovery Fund è solo un modo per fare ‘schiumazza’ e perdere tempo, dal momento che, bene che andrà, tali fondi saranno disponibili tra la fine del prossimo anno e il 2022. Ma potrebbe anche andare male. E allora…

“Nessuna sterile rivendicazione, ma un fermo richiamo a criteri di equità”.

Lo dice il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che oggi è intervenuto alla video-riunione dei governatori del Sud “per discutere di un’azione comune e coordinata delle Regioni meridionali in vista della ripartizione dei Fondi europei Next Generation”.

Alla presidenza della Regione siciliana la chiamano “Next Generation”, noi preferiamo Recovery Fund.

“Si tratta – leggiamo nel comunicato di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana – del programma che prevede lo stanziamento di 209 miliardi di euro – di cui 193 del solo piano di Ripresa e resilienza (Pnrr) a loro volta divisi in 65,4 miliardi a fondo perduto e 127,6 di prestiti a tasso agevolato – stanziati per rilanciare l’economia dell’Eurozona. Il governo italiano, secondo quanto trapelato in questi giorni, sarebbe orientato a ripartire queste somme destinando il 66 per cento alle Regioni del Centro-Nord e il 34 per cento a quelle del Centro-Sud, secondo un principio esclusivamente demografico. Un orientamento in contrasto con i criteri indicati in Europa, che privilegiano soprattutto il reddito pro-capite e il tasso di disoccupazione delle aree oggetto d’intervento. Tanto da far parlare i governatori delle Regioni del Sud di ‘vero e proprio furto’, stimato in circa 40 miliardi di euro”.

All’incontro hanno partecipato i presidenti della Campania (Vincenzo De Luca), Puglia (Michele Emiliano), Molise (Donato Toma), Abruzzo (Marco Marsilio), e Basilicata (Vito Bardi).

Nel corso dell’incontro – che è il frutto del lavoro svolto dal Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale di Pino Aprile – è emersa “la volontà di richiedere, attraverso un documento congiunto, un incontro urgente al premier Giuseppe Conte, per scongiurare il rischio di aggravare ulteriormente il divario tra Nord e Sud e favorire invece una reale politica di coesione nazionale. E sfruttare così un’occasione storica per rilanciare lo sviluppo – soprattutto infrastrutturale – del Mezzogiorno”.

“Abbiamo la necessità – prosegue il presidente Musumeci – di richiamare il governo su una situazione di emergenza sociale, economica, infrastrutturale del Mezzogiorno. Dobbiamo invocare un confronto corretto e serio. Io credo che abbiamo necessità di un riequilibrio delle risorse e di una revisione dei criteri, ma anche il dovere di capire quale strategia di crescita Roma ha immaginato per il Mezzogiorno, in una proiezione mediterranea in continuo cambiamento”.

“Una battaglia – conclude la nota di Palazzo d’Orleans – che i presidenti, a prescindere dalle diverse appartenenze politiche, sono intenzionati a portare avanti fino in fondo. Per farlo presenteranno al premier Conte un progetto chiaro, condiviso e inattaccabile”.

Noi non siamo innamorati di questa iniziativa sul Recovery Fund. Il perché l’abbiamo già scritto più volte: perché non ci crediamo.

Intanto il Recovery Fund, prima di diventare operativo, deve essere approvato dai Parlamenti dei 27 Paesi dell’Unione europea. E questo non potrà che avvenire la prossima Primavera, dopo che in alcuni di questi Paesi saranno state celebrate le elezioni.

Ciò significa che i soldi del Recovery Fund, se tutto andrà bene – e non è detto che vada bene – saranno disponibili tra la fine del prossimo anno e i primi mesi del 2022. Ne consegue che “l’incontro urgente” con Conte è perfettamente inutile, visto che per avere la disponibilità di tali somme bisognerà aspettare almeno un anno.

Per non parlare del fatto che Conte, da qui a qualche mese, potrebbe non essere più il capo del Governo italiano.

Per inciso – altra questione importante – il sì di tutt’e 27 Paesi della Ue non è scontato, perché dalle parti del Nord Europa non ne vogliono sapere dell’erogazione delle risorse a fondo perduto.

Infine – cosa non secondaria – nessuno sa come finirà  con il virus. Se la fase acuta di questi primi giorni di Inverno durerà, per l’appunto, tutto l’Inverno, di recovery Fund ce ne vorranno almeno altri due: se sarà così, lo strumento dovrà essere rivisto in Primavera per essere rifinanziato e ci vorrà altro tempo.

Morale: il dibattito che in questo momento va in scena tra le Regioni del Sud Italia e la Sicilia, con la partecipazione del Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale, è solo una perdita di tempo.

P.s.

Ma questi pensano veramente che lo Stato italiano – ammesso che tali fondi europei si dovessero materializzare – darebbe il 66% per cento del Recovery al Sud e alla Sicilia? Dove hanno studiato la questione meridionale? Per ottenere questo risultato ci vorrebbe una rivoluzione. E con chi la vogliono fare la rivoluzione gli amici del Movimento 24 Agosto? Con il PD di De Luca ed Emiliano?   

 

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