Cosa insegnano le elezioni americane: niente voto per Posta e niente sistemi informatici (VIDEO)/ SERALE

17 dicembre 2020

Troppe le stranezze registrate nelle elezioni presidenziali americane. A  parte i morti che hanno ‘votato’, è già stata accertata da un Tribunale statale l’alterazione del voto con il sistema informatico. Consigliamo chi fa politica di tornare a valorizzare le figure dei rappresentanti di lista per controllare il voto sezione per sezione 

Non sappiamo come finiranno le elezioni presidenziali americane. Nel mondo Joe Biden è già Presidente degli Stati Uniti, ma bisognerà vedere cosa succederà da domani al 6 Gennaio del prossimo anno. E mentre ci si interroga su quello che potrebbe succedere da domani in poi, se è vero che da domani il Presidente Donald Trump potrebbe mettere in atto l’odine esecutivo che la sua amministrazione ha voluto nel 2018 (qui potete approfondire la questione), mentre ci si interroga su che cosa succederà il 6 Gennaio 2021, quando Senato e Camera dei Rappresentanti, in seduta comune, dovrebbero ratificare i voti dei grandi elettori e prendere atto del vincitore, noi inviato i nostri lettori a riflettere su due elementi: il voto per Posta e la gestione informatica delle elezioni.

Dopo quello che è successo negli Stati Uniti, tra morti che hanno votato e brogli elettorali informatici ormai quasi ufficializzati, se è vero che una perizia forense autorizzata dal Tribunale dello Stato del Michigan (fino ad ora l’unico Tribunale di Stato su 50 Tribunali di 50 Stati) ha accertato che il sistema informatico Dominion ha alterato il risultato del voto, due cose dovrebbero essere certe: in nessuno Stato che si dice democratico dovrebbero essere riproposti il voto postale e la gestione informatica delle elezioni.

Noi, quando abbiamo deciso di seguire le elezioni presidenziali americane, visto che da due anni si parlava di possibili brogli elettorali (il citato ordine esecutivo voluto da Trump è stato voluto proprio per bloccare interventi di Paesi stranieri nel procedimento elettorale: e a quanto pare l’intervento di Paesi stranieri, nelle elezioni americane, potrebbe esserci stato: però di questo non c’è ancora un riscontro ufficiale), abbiamo deciso di seguire alcuni giornali americani, alcuni giornali inglesi e un giornalista professionista italiano che vive in Florida, Roberto Mazzoni.

Anche oggi vi invitiamo ad ascoltare il video di Roberto Mazzoni che racconta, chiamiamoli così, i segreti e i misteri del sistema informatico Dominion che ha operato nelle elezioni in 28 dei 50 Stati americani.

Ma una cosa, oggi, la vogliamo dire noi: e la vogliamo dire a chi, in Italia, fa politica e segue la politica con passione: il momento elettorale è troppo importante per essere affidato al voto postale o, peggio, a un sistema informatico che finisce, magari, per essere collegato con la rete!

Chi scrive, per lavoro ha seguito tante elezioni in Sicilia: amministrative e politiche. Avendo seguito lo spoglio delle elezioni politiche nazionali – soprattutto quando venivano attribuiti i seggi nei grandi partiti – alcuni passaggi risultavano poco chiari.

Allora, per semplificare, il sistema funzionava in questo modo. Ogni candidato – quanto meno i candidati importanti – piazzava un rappresentante di lista in ogni sezione. Il rappresentante di lista raccoglieva nella sezione il voto di preferenza del candidato del quale era referente e i voti di lista.

In ogni città, grande o piccola, c’era un referente che raccoglieva i dati dei rappresentanti di lista di ogni sezione. I dati confluivano ad un referente provinciale che raccoglieva i voti di tutta la provincia. I voti delle sezioni di tutte le province confluivano in un’unica sede che raccoglieva il voto regionale.

C’era un controllo minuzioso che, da ogni sezione, arrivava fino al dato regionale, dove il candidato veniva a conoscenza dei voti che aveva preso in tutte le sezioni di una Regione.

Ci riferiamo ai rappresentanti di lista il cui ruolo deve tornare ad essere centrale.

Ebbene, se si vuole salvaguardare la Democrazia bisogna tornare a questo metodo. E il motivo c’è: perché nelle elezioni americane – e questo è già stato provato – il sistema informatico che ha raccolto i dati è stato più volte collegato con la rete.

Ora non c’è bisogno di essere geni dell’informatica per capire che, se un sistema che raccoglie tutti i voti di un’elezione si collega sulla rete, diventa vulnerabile.

Morale: a nostro avviso l’informatica va bandita dalle elezioni.

Idem per il voto postale. Crediamo di aver letto, in oltre un mese, centinaia e centinaia di articoli su giornali non italiani. Ebbene, agli atti ci sono centinaia e centinaia di dichiarazioni – e in molti casi sono dichiarazioni giurate: e in America con le dichiarazioni giurate non si scherza! – dove sono spuntati morti che hanno votato e tantissime persone che si sono recate ai seggi e sono state respinte perché risultava che avevano già votato via Posta!

Il caos – che a nostro avviso in parte è stato voluto e organizzato – andato in scena nelle elezioni americane è bene che diventi un monito per tutti i Paesi democratici.

QUI IL VIDEO DI ROBERTO MAZZONI

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