Palermo: le palle bianche di Piazza Indipendenza come le bare in attesa, il Tram e l’albero di Natale comu veni veni…

16 dicembre 2020

Nelle pagine iniziali de ‘Il Bell’Antonio’ di Vitaliano Brancati le secolari campane che raccontano millenni di storia vengono riassunte in poche parole: “Chi camurria ‘sti campane!”. E questa è la Palermo di oggi, sciatta e ripiegata su una sommatoria informe di ‘particulari’ e di affari. Con l’indignazione che funziona a corrente alternata  

Che sia fuori luogo non ci sono molti dubbi. E non incanta per la bellezza. Però, se la dobbiamo dire tutta, il papocchio con le palle realizzato in una delle zone storiche più belle di Palermo, davanti Palazzo d’Orleans, non è la cosa più brutta realizzata in città negli ultimi sessanta, forse settant’anni. E, come dice la soprintendente ai Beni culturali del capoluogo siciliano, Lia Bellanca, l’abbandono di certi luoghi cittadini fa pure male e, forse, fa più male di un pur discutibile restyling.

Non è fortunata, Piazza Indipendenza. Forse perché porta un nome che la Sicilia ha sempre cercato e sempre tradito. Che ne ha fatto la nostra Isola dell’Indipendenza? La Costituzione del 1812 è stata una sceneggiata inglese al sapore di zolfo, voluta per dare modo ai colonialisti per antonomasia di impossessarsi di un minerale a loro indispensabile per le guerre via mare. Il 1848 s’affumò subito, anticipando i cazzilli dei panellari palermitani distratti. Lo gloriosa Impresa dei Mille – voluta ancora una volta dagli inglesi – è stata una vergognosa pugnalata all’Indipendenza della Sicilia.

Insomma, è quasi normale che Piazza Indipendenza sia stata deturpata. Secondo voi la parte del Palazzo Reale che si affaccia su Piazza Indipendenza è bello? E che avrebbe di bello? E dell’edificio che è stato realizzato accanto Palazzo d’Orleans ne vogliamo parlare?

Ora è arrivato un prato con fontane e palle bianche con le catene. Per carità: l’insieme bello non è: anzi. Ed è stato voluto dalla Regione, dal Comune di Palermo e approvato dalla Soprintendenza. Ma siamo così sicuri che è la cosa più brutta realizzata dagli anni ’50 del secolo passato ad oggi a Palermo?

Chi scrive ha vissuto la lunga polemica sul progetto Quaroni, in via Maqueda. Secondo voi ciò che è stato realizzato nell’area dei Gerolosomitani, nel cuore del Centro storico, è un esempio di bello?

Proviamo a essere sinceri: cos’è stato realizzato, di bello, a Palermo, dopo gli anni del Liberty? Il regine fascista alcune opere le ha realizzate, vero. Ve la sentite di dire che sono belle?

Dal secondo dopoguerra ad oggi, a Palermo, di bello cos’è stato fatto? Salviamo il palazzo dell’Enel, progettato da Giuseppe Samonà. E poi che ci sarebbe?

E della città abbandonata – segnalata dalla soprintendente – nulla da dire?

Tantissimi articoli e tantissimi commenti sui social sulle palle bianche di Piazza Indipendenza che si vanno a sommare al prospetto osceno del Palazzo Reale (che peraltro cade a pezzi) e all’edificio, altrettanto osceno (in entrambi i casi il significato è fuori dalla scena) che hanno appiccicato a Palazzo d’Orleans.

Però sarebbe il caso di ricordare che, a Palermo, nelle stesse ore in cui si polemizza su palle e catene di Piazza dell’Indipendenza mancata della Sicilia, al cimitero di Santa Maria dei Rotoli – il cimitero della città – ci sono circa 600 bare in cerca di una sepoltura, mentre il Comune si occupa dei vivi e si prepara a gestire nuovi appalti ferroviari per continuare a ‘cementificare’ la città.

C’è l’immondizia che ristagna nelle strade e nei marciapiedi.

Ci sono le strade che si allagano ad ogni pioggia, in alcuni casi creando pericoli per l’incolumità delle persone.

Ci sono 15 km di Tram che costano ogni anno una barca di soldi, con le carrozze che per molte ore del giorno girano vuote. E la stessa fine faranno le altre linee di Tram, perché con le pandemie sempre più ricorrenti, frutto della globalizzazione dell’economia, le biciclette e i monopattini elettrici, nel giro di qualche anno, saranno i mezzi di trasporto prevalenti.

Dagli anni del Liberty, ad oggi, le uniche cose che si sono almeno in parte salvate, a Palermo, sono quelle che non sono state toccate. Ma adesso il cemento e le rotaie si andranno a ‘masticare’ via Libertà. Un altro pezzo di storia verrà distrutta.

Eppure, davanti a sprechi di denaro pubblico, cattiva amministrazione, sporcizia cronica nelle strade e nei marciapiedi e progetti per nuove ‘cementificazioni’ – il Tram in via Libertà e un cimitero al posto dei mandarini di Ciaculli – non abbiamo visto grandi proteste.

La vena polemica è apparsa solo per le palle e le catene di Piazza Indipendenza. Non è un po’ triste?

Ciò posto, la Palermo di oggi è veramente brutta: sporca e sempre più brutta. Le palle con catene di Piazza Indipendenza sono solo l’ultimo tocco verso l’abisso.

E’ l’atmosfera che è pessima, nella Palermo di oggi. Le nuove linee di Tram si debbono realizzare perché è così. I parcheggi – che dovrebbero essere alternativi al Tram: o si prende l’automobile, o si va in Tram – nella Palermo degli affari e dei grandi appalti si ‘complementano’ con lo stesso Tram…

Tutto viene fatto ‘così’, a come capita, a cu pigghio pigghio. 

E’ Natale e c’è da fare l’albero? Prendi il primo albero che ti capita a tiro! Non gli piace? Prendine un altro! E’ storto e brutto pure questo? Ora basta: chistu c’è!  Pigghia quattru luci e ci ‘i metti a firriari e comu veni veni. ‘Sta camurria di Natale e cu ‘u ‘mmentò puro…  

 

 

 

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