Bilancio comunitario e Recovery Fund: Polonia e Ungheria hanno piegato il Parlamento europeo. E…/ SERALE

11 dicembre 2020

… e ancora bisogna aspettare il pronunciamento dei Parlamenti dei 27 Paesi Ue, alcuni dei quali fermamente contrari alla quota a fondo perduto. In più bisognerà aspettare le elezioni politiche di alcuni Paesi europei. E poi bisognerà capire cosa succederà con il Coronavirus in Inverno

di Economicus

Ma cosa raccontano sul Recovery Fund e sul Bilancio europeo? Possibile che dobbiamo leggere che è tutto a posto se è ancora tutto fuori posto? E come mai nessuno scrive la cosa più importante: e cioè che nel braccio di ferro tra Parlamento europeo e Germania da una parte e Polonia e Ungheria dall’altra parte hanno vinto questi due Stati?

Vediamo come sono andate le cose.

Parlamento europeo e Germania (il primo, in realtà, al servizio della seconda) chiedevano a Polonia e Ungheria il rispetto dello “Stato diritto”: formula vaga, che significa tutto e niente. In realtà, la Germania avrebbe voluto che Polonia e Ungheria consentissero ai migranti tenuti prigionieri dalla Turchia – oltre 4 milioni di persone fino a circa sei mesi fa, oggi a quanto pare molti di più, provenienti in maggioranza dalla Siria – di entrate nei propri territori.

La Germania della signora Angela Merkel sa che questi migranti non resteranno lì in eterno e vorrebbe scaricare su Polonia e Ungheria la gestione di una buona parte di questi disperati che – loro sì – fuggono da guerre e carestie (a differenza dei migranti economici che accoglie l’Italia che creano problemi e fanno incassare un sacco di soldi ai Centri di accoglienza: la solita storia).

Per tutta risposta i governanti di Polonia e Ungheria non solo hanno risposto “No”, ma hanno aggiunto che la ripresa delle trattative su tale questione parte da una pregiudiziale: nessun migrante in Polonia e Ungheria.

Alla fine è passata la linea di Polonia e Ungheria. Mentre il Parlamento europeo ha ritirato la minaccia di tagliare a questi due Paesi i soldi del Recovery Fund e altri fondi europei. I capi dei Governi di Polonia e Ungheria hanno concesso che sì, qualcosa sulla magistratura e sulla gestione della Giustizia sono disposti a rivederla: ma le quadro di una trattativa e con la supervisione della Corte di Giustizia europea.

Altro capitolo: il Recovery Fund. Che adesso entra nella fase più difficile. Perché? Perché dovrà essere approvato dai Parlamenti dei 27 Paesi della Ue. Con la precisazione che non finirà come il CETA – il trattato commerciale tra Ue e Canada – che è stato applicato violando la legge, senza il sì dei Parlamenti dei 27 Paesi europei.

Questa volta ci vorrà il sì dei Parlamenti dei 27 Paesi europei. Ricordiamo che basterà il “No” di un solo Paese per mandare tutto all’aria.

Come finirà? La nostra ipotesi è che, a parte l’anticipo – che per l’Italia è pari a circa 20 miliardi di euro – i soldi del Recovery Fund, se tutto andrà bene, arriveranno nella Primavera del 2022. Perché scriviamo questo?

Semplicissimo. Quasi tutti i Paesi del Nord Europa sono contrari alla quota a fondo perduto del Recovery Fund (per l’Italia sono circa 100 miliardi di euro). La signora Merkel – responsabile di questa difficile trattativa – avrà i suoi problemi per strappare il sì al fondo perduto, ammesso che ci riesca.

In questo scenario c’è una altro problema: in alcuni Paesi europei si vota: e nessuno di questi Paesi, prima del voto, è disposto a dire Sì al Recovery Fund con il fondo perduto: da qui la probabile richiesta di rinviare tutto a dopo la Primavera del prossimo anno.

Morale: se andrà bene i primi soldi potranno arrivare tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2022. Ciò significa che il capo del Governo Giuseppe Conte e Matteo Renzi stanno litigando sulla gestione di fondi che saranno disponibili tra poco più di un anno.

Questo se andrà tutto bene. Ciò che tutti esorcizzano è che ancora siamo in Autunno e che il freddo invernale deve ancora arrivare: e siccome in Inverno i virus diventano più aggressivi, bisognerà capire in che stato l’economia europea arriverà dopo l’Inverno.

Cosa vogliamo dire? Che se il Coronavirus ha incasinato l’Europa in Autunno, la situazione potrebbe diventare più complicata in Inverno: ciò potrebbe significare una revisione del Recovery Fund.

Già il virus ha terremotato quest’anno l’economia europea (altro che calo del PIL del 12%: il calo sarà di gran lunga maggiore!); se sfumeranno anche i primi tre mesi del 2021 con prescrizioni anche dopo l’Inverno di Recovery Fund ce ne vorranno almeno due…

Foto tratta da Agro Notizia – Image Line Network 

 

 

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