La Brexit, la Polonia e l’Ungheria: la Ue è un fallimento, ma non si deve dire!

8 dicembre 2020

Ormai il No Deal è realtà. Il Regno Unito non accetterà mai un accordo economico e commerciale a proprio sfavore. Anche su aiuti di Stato e pesca il Regno Unito non cederà mai. Ma la Ue non ha fatto un buco nell’acqua solo nel Regno Unito. Sono franate pure le trattative con Polonia e Ungheria, che non accetteranno mai di far entrare nei propri territori milioni di migranti fino ad oggi tenuti prigionieri dalla Turchia 

di Economicus

L’Unione europea annaspa. Non ha un programma per fronteggiare la pandemia. Mette in giro voci destituite di fondamento su un calo del Prodotto Interno Lordo (PIL) del 12-15%, quando è ormai noto che il crollo de PIL dell’Eurozona, causa Coronavirus, oscillerà fra il 30 e il 50% (più il secondo dato che il primo, anche se non lo ammetteranno mai). Un disastro senza precedenti. In tutto questo la Commissione europea più scadente della storia della Ue incassa sconfitte diplomatiche una dietro l’altra, condite da un’informazione che cerca disperatamente di nascondere la polvere sotto il tappeto.

BREXIT: VINCE IL REGNO UNITO – La sconfitta bruciante la Ue la sta incassando sulla cosiddetta Brexit. Quando il Regno Unito ha lasciato l’Unione europea l’informazione tanto al chilo ci raccontava che questo Paese sarebbe caduto in rovina, che l’Irlanda e la Scozia avrebbero chiesto l’indipendenza, che l’economia sarebbe crollata e via di seguito con la descrizione di cataclismi economici e sociali.

Tutte balle. Chi scrive vive nel Regno Unito, per lavoro nella vita si è occupato di economia e vi posso assicurare che non sta avvenendo nulla di tutto questo. C’è, sì, il problema del Covid-19: ma è un problema comune a tutto il mondo.

Vi chiederete il perché si va verso il No Deal, ovvero verso l’addio del Regno Unito dalla Ue senza alcun accordo con la stessa Unione europea. I motivi sono tanti. Proverò ad elencarne un paio.

Il più importante è un problema generale. La Ue è composta da 27 Paesi, il Regno Unito è un solo Paese. Ogni Paese dell’Europa chiede qualcosa e l’Unione europea non riesce a fare sintesi politica, anche perché è governata da incapaci. Così si presenta alla trattativa chiedendo al Regno Unito troppe cose. E, ovviamente, il Governo del Regno Unito dice no.

Contrariamente a quello che hanno fatto credere a milioni di europei, con la Brexit il Regno Unito, oltre ad aver riacquistato il bene più prezioso – la libertà che, ad esempio, l’Italia non ha più, visto che non è più padrona di nominare un proprio Ministro dell’Economia – ha migliorato le proprie prestazioni economiche.

GLI IMBROGLIONI DI BRUXELLES – Chi scrive è nato in Sicilia. E, per lavoro, conosce molte bene come si gestiscono le trattative economiche a Bruxelles. Vi posso assicurare che nell’Unione europea, quando debbono fare quadrare i conti nelle trattative con i Paesi che non fanno parte dell’Unione, non esitano a sacrificare alcune aree dell’Europa: e tra le aree sistematicamente sacrificare ci sono il Sud Italia, la Grecia e alcune zone del Sud Europa. Cito alcuni esempi emblematici. 

Quando la vecchia Commissione europea ha deciso di applicare il CETA – l’accordo commerciale con il Canada, cosa che ha fatto violando la legge europea che impone il sì dei Parlamenti dei Paesi che fanno parte dell’Unione – c’era da penalizzare alcuni prodotti agricoli. E hanno penalizzato i prodotti agricoli del Sud Europa: cosa che ho segnalato al direttore de I Nuovi Vespri che – correttamente – lo ha comunicato ai propri lettori (qui l’articolo del Marzo 2018). 

LO ZUCCHERAGGIO DEI VINI PER GLI ‘AMICI’ – Sul vino, poi, nell’Unione europea è andata in scena una barzelletta. A un certo punto la Germania e alcune zone della Francia hanno stabilito che avrebbero prodotto il vino con lo zucchero di barbabietola. In realtà, la Commissione europea dell’epoca ha cercato di opporsi, ma tedeschi e francesi sono stati irremovibili!

Le cose incredibili sapete quali sono in questa storia? Sono due. Eccole.

Prima cosa incredibile. La possibilità di produrre “dell’ottimo vino” con il comune zucchero è stata concessa solo a Germania e ad alcune aree della Francia (forse ci potrebbe essere un’altra zona: ora non ricordo bene), negli altri Paesi dell’Unione non si può!

Seconda cosa incredibile. Quando qualcuno ha fatto notare che sarebbe stato corretto scrivere nelle bottiglie di vino prodotto con il comune zucchero che tale vino è prodotto, appunto, con il comune zucchero, tedeschi e francesi sono insorti. Da loro punto di vista hanno anche ragione: chi è che acquisterebbe una bottiglia di vino sapendo che è stato prodotto con il comune zucchero?

Morale: hanno vinto su tutta la linea: non solo producono vino con lo zucchero comune, ma non sono obbligati a scriverlo nelle etichette!

E questa è l’Unione europea. Avete capito perché il Regno Unito ha lasciato questo baraccone di truffatori? Sapete come i rappresentanti dell’Unione europea si sono presentati in queste ore alla trattativa finale sulla Brexit? Ve lo dico io: pretendevano che tutti i pescatori di tutti gli Stati dell’Unione che ne fanno richiesta possano andare a pescare nelle acque del Regno Unito.

LO SCONTRO SULLA PESCA – Ora dovete sapere che nel Regno Unito l’ambiente è sacro. Qui la scienza non lavora per fare arricchire le multinazionali, come avviene nell’Unione europea (vedi la vicenda dei vaccini in Europa…), ma nell’interesse generale. Il risultato è che il mare del Regno Unito è molto pescoso: e lo è perché non è stato abbandonato all’arrembaggio di tecniche della pesca distruttive come avvenuto in buona parte del Mediterraneo.

Cosa vi raccontano di Gheddafi, a proposito del mare? Che negli anni ’80 del secolo passato si impadronì di una cospicua parte delle acque internazionali? E’ vero, ma facendo così ha salvato quelle acque dalle imbarcazioni da pesca che, per fare razzia di pesce – Gambero rosso in primo luogo – avrebbero distrutto i fondali marini. Gheddafi aveva ragione! E fra le tante cose buone che ha fatto c’è anche quella di aver salvato un ampio tratto di mare.

Ma stiamo divagando. Tornado alla Brexit, è chiaro che il Regno Unito metterà un punto sulla pesca nel proprio mare. Ci sarà un controllo rigido. Il Regno Unito impedirà che il proprio mare venga saccheggiato. La Ue se ne dovrà fare una ragione.

Anche sugli aiuti di Stato non ci potrà mai essere accordo. Perché il tema degli aiuti di Stato è uno dei motivi per i quali il Regno Unito ha lasciato l’Eurozona. Il Regno Unito non consentirà mai che prodotti scadenti a basso prezzo rovinino le proprie produzioni nel nome della globalizzazione dell’economia. Questo può avvenire in Italia, Paese con un’economia ormai alla deriva, non certo nel Regno Unito. 

LO SCONTRO CON POLONIA E UNGHERIA – Anche con Polonia e Ungheria la Ue è destinata a perdere. In queste ore la disastrata Commissione europea della signora Ursula von der Leyen ha messo in giro la voce che la Ue non è più disposta ad aspettare e che inizierà a distribuire le risorse del Recovery fund ignorando questi due Paesi. Insomma, si procederà con un accordo a 25 Paesi.

Questa è un’ottima notizia per Polonia e Ungheria, che avranno un motivo in più per lasciare l’Unione europea. Lo sputtanamento per il PPE sarebbe totale, perché Orban, il premier ungherese, non ha mai lasciato il Partito Popolare Europeo.

Anche su questa trattativa si raccontano un sacco di fesserie. La verità è che la Turchia non può più tenere bloccati oltre 4 milioni di migranti che arrivano per lo più dalla Siria e che vogliono riversarsi in Europa. Attenzione: 4 milioni erano circa un anno fa, ora sembra che il numero sia aumentato.

Quello che viene definito il ‘cattivo’ Erdogan è, in realtà, l’uomo che sta salvando la Germania dall’invasione di milioni di migranti.

Il punto della trattativa non sono i “diritti umani” e altre notizie varie: il punto è che la Germania vorrebbe che Polonia e Ungheria aprano le proprie frontiere, prendendosi i migranti oggi prigionieri in Turchia. Ma i Governi di Ungheria e Polonia hanno ribadito il secco “No”.

Vedete, i tedeschi sono bravi a rimproverare all’Italia la poca attenzione verso i migranti. Ma la Germania della signora Merkel non ha alcuna intenzione di trasformare le proprie frontiere orientali in una porta d’ingresso per migranti. Questo può succedere a Lampedusa, a Porto Empedocle, a Pozzallo. Ma non in Germania.

Con una differenza sostanziale. Che mentre in Sicilia i migranti arrivano dal mare, nell’Europa orientale arriverebbero, a milioni, a piedi. Abbiamo già visto che è successo in Grecia quando la Turchia ha lasciato andare poche migliaia di migranti: il secco respingimento da parte dei greci.

La stessa cosa succederebbe con la Polonia e l’Ungheria (e, con molta probabilità, anche con altri Paesi). La verità è che, in questa storia, con il cerino in mano è rimasta la Germania.

 

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