Sconti per chi paga in contanti: la risposta dei piccoli commercianti al cash back del Governo Conte

7 dicembre 2020

La notizia – che a nostro avviso è una bella notizia – la leggiamo sul quotidiano economico INVESTIRE OGGI. Ricordiamoci che non è colpendo il piccolo commercio che si combatte l’evasione fiscale. Chi vi racconta questo, in realtà, vuole fare chiudere il piccolo commercio per sostituirlo con le multinazionali del commercio on line e ‘desertificare’ le città!

Cash back? No, grazie! Cosa pensiamo della trovata del Governo Conte bis contro l’uso del denaro contante lo ha illustrato in modo chiaro il professore Massimo Costa, che nella vita fa l’economista (insegna economia all’università di Palermo), oltre ad essere una delle più importanti figure dell’Indipendentismo siciliano:

Il cash back? E’ una truffa. Vogliono fare chiudere i commercianti e controllare i cittadini

Questo il titolo dell’articolo del professore Massimo Costa, che vi invitiamo a leggere se ancora non l’avete letto.

Oggi, su tale argomento, c’è un interessante articolo sul giornale economico e finanziario INVESTIRE OGGI. Il titolo già dice tutto:

Sconti per chi paga in contanti, la risposta di alcuni negozianti contro il cashback“.

“Il bonus cashback di Natale piace a tutti? Non proprio – scrive INVESTIRE OGGI -. Se nelle ultime ore molti utenti hanno provveduto a registrarsi all’app IO per poter accedere al rimborso per gli acquisti con carta e bancomat da domani, alcuni negozianti in controtendenza stanno promuovendo sconti per chi paga in contanti. L’idea vuole essere una risposta polemica al piano cashback del governo. Non tanto per la ratio in sé, così sembrerebbe, quanto per le modalità che, a detta di alcuni esercenti, non tutelano la categoria. E pensare che la decisione di anticipare il bonus cashback a dicembre in via sperimentale, sarebbe dovuta, nelle intenzioni di chi governa, proprio alla necessità di aiutare i negozi locali e le attività commerciali provate dalla pandemia e dalle restrizioni Covid. Ecco anche perché non rientrano nel piano cashback gli acquisti online (oltre al fatto che chi compra online in ogni caso non può farlo in nero, salvo oggetti usati in vendita tra privati su piattaforme e-commerce probabilmente)”.

“Al centro della polemica che ha spinto alcuni negozianti a proporre sconti per chi paga in contanti (alternativi al bonus cashback e con percentuali più convenienti) ci sono le commissioni sull’uso del POS”.

Eh già, il Governo “di sinistra” di PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali ha ‘dimenticato’, prima di promuovere il pagamento con le carte di credito, di eliminare le commissioni sull’uso del POS: vabbé, con tutte le cose che fanno – i DPCM (Giuseppe Conte), scrivere libri (Roberto Speranza), migranti (Lucina Lamorgese), i viaggi in Libia (Luigi Di Maio) – gli è ‘sfuggito’. Cose che capitano.

Peccato che, con il cash back a guadagnarci sono le banche: ma ormai è “di sinistra” anche questo…

INVESTIRE OGGI cita la testimonianza di Daniela Magnavacca, titolare di un salone di parrucchiera a Este, in provincia di Padova:

“Ogni transazione mi costa quasi un euro e mezzo. È una spesa che dovrei mettere in conto ai clienti ma finora non l’ho mai fatto perché di questi tempi non mi sembra giusto alzare i prezzi. Quindi finora le commissioni le ho sempre pagate di tasca mia”.

“Ci tiene a precisare – prosegue l’articolo – che la sua promozione per chi paga in contanti non ha lo scopo di disincentivare l’uso di bancomat e carte di credito ma di rendere il pagamento cash più conveniente fino a che lo Stato non interverrà per trasformare il bonus cashback in un guadagno per tutti, inclusi i piccoli commercianti. Ecco perché dal web ha invitato altri imprenditori a seguire il suo esempio”.

“Ai miei clienti lo Stato rimborserebbe il 10%, io invece faccio loro risparmiare il 20% senza arricchire le banche né lo Stato stesso, che non ci sta tutelando. Anzi in questo modo, con le commissioni a carico e senza gli accordi con le banche su cui possono contare le grandi aziende, noi piccoli esercenti veniamo ulteriormente penalizzati”.

Dimenticavamo: non date retta a chi vi racconta che pagare con le carte aiuta a combattere l’evasione fiscale. Ricordatevi che le banconote e le monete rappresentano, sul totale della liquidità in circolazione, appena il 7 per cento contro il 93 per cento di moneta elettronica creata dalle banche. E’ in questo 93 per cento che va in scena la grande evasione fiscale.

Chi oggi cerca di incentivare il pagamento con le carte lo fa non nell’interesse del popolo, ma nell’interesse delle banche (che ci guadagnano con le commesse) e delle multinazionali del commercio on line. L’obiettivo è fare fallire il piccolo commercio per ‘desertificare’ le città.

Se volete tutelare le vostre città, e non vederle, tra pochi anni, tutte al buio, prive di negozi aperti, tipo via Roma a Palermo (opera ‘meritoria’ della ‘sinistra’ che governa Palermo che ha lo stesso colore politico del Governo Conte bis), pagate tutto in contanti!

 

 

 

 

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