Restando al Nord i meridionali sosterranno con gli acquisti natalizi l’economia del Nord

7 dicembre 2020

Accanto alla questione affettiva – non potere abbracciare i propri cari a Natale – nel DPCM ‘imprigiona-meridionali al Nord’ c’è anche una questione economica tutt’altro che secondaria. Ogni scusa è buona per favorire il Nord e per danneggiare il Sud

di Ignazio Greco

La Lombardia ha 10 milioni di abitanti e Milano, la città più popolata d’Italia, conta 5 milioni di abitanti, di cui oltre 1 milione di meridionali. Se consideriamo le altre Regioni del Nord, i meridionali superano i 3 milioni. Commentando il DPCM che quest’anno, per Natale, ha bloccato tanti meridionali nel Nord, tutti si soffermano solo all’aspetto affettivo, ma a questo se ne aggiunge un secondo non meno importante: l’aspetto economico.

Ancora una volta il Nord fa da predatore. Ogni anno a Natale i meridionali (oggi per lo più laureati) scendono al Sud e, oltre ad abbracciare i genitori anziani e farli giocare con i nipotini, portano una ventata di ossigeno ai commercianti del Sud e della Sicilia, sostenendo tra pranzi, regali, abbigliamento e altro ancora l’economia del Mezzogiorno. Con il DPCM del capo del Governo, Giuseppe Conte, i meridionali che vivono al Nord, quest’anno, per Natale, spenderanno i propri soldi al Nord, sostenendo l’economia del Nord e facendo impoverire sempre di più il Sud.

La scusa è sempre la stessa: il Covid. Purtroppo, il rischio è maggiore, i meridionali restando al Nord si andranno a sommare ai settentrionali e, tutti insieme, andranno nei tantissimi Centri commerciali e mercatini di Milano; i meridionali che vivono in Trentino affolleranno Centri commerciali e i mercatini natalizi dello stesso Trentino e così via.

Risultato: l’economia del Nord, durante le festività natalizie, crescerà mentre il Sud sprofonderà ancora una volta. La “Questione Meridionale” non ancora risolta prosegue. E cresce il divario economico e infrastrutturale tra Nord e Sud.

Dal 1860 il Meridione è stato colonizzato e, come tutti i colonizzatori, i Savoia hanno preso tutte le ricchezze e le hanno portate al Nord (svuotati i caveau del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, l’80% dell’oro di tutt’Italia).

I Borbone avevano realizzato la prima ferrovia la Napoli-Portici, avevano la flotta navale più grande d’Europa, una grande industria tessile e olearia (si sono portati anche i telai ed i frantoi) e tante altre floride attività (gli unici a fare la raccolta differenziata). Il Regno delle Due Sicilie era il terzo Stato Industriale più importante del Mondo. Napoli la terza Capitale d’Europa, dopo Londra e Parigi.

E ancora: il Regno delle Due Sicilie aveva il primo sistema pensionistico, la prima sanità pubblica, la prima Facoltà di Architettura, la prima acqua corrente nelle case e via continuando (qui trovate tutti i primati del Regno delle Due Sicilie).

Del Regno delle Due Sicilie non emigrava nessuno. Con l’Unità d’Italia il Piemonte ha imposto più tasse al Sud, il servizio militare di 7 anni, fra le proteste della popolazione. In Sicilia su 77.000 si sono arruolati solo in 22.000. Fenomeno, il no al servizio militare dei giovani, che caratterizzò tutto il Sud. E molti ragazzi si diedero alla macchia andando ad alimentare il brigantaggio.

Di fatto, nel Sud c’è stata una guerra civile in cui persero la vita 100 mila soldati, mandati nel Sud e in Sicilia da Torino, molti di più dei soldati morti nelle tre Guerre d’Indipendenza messi insieme.

Alla fine del 1800 circa nove milioni di meridionali emigrarono in Europa e nelle Americhe. La storia l’hanno scritta i vincitori, spacciando i colonizzatori per eroi. Hanno scritto nei testi scolastici solo bugie.

Il Piano Marshall, dopo la Seconda guerra mondiale – miliardi e miliardi  – ha sostenuto per il 90% il Nord (il 5% alla FIAT, il resto per impiantare industrie e snodi autostradali sempre nel Nord).

Oggi la Sicilia è rimasta indietro di quasi due secoli. C’è il nulla, neanche l’alta velocità ferroviaria, per non parlare dell’altissima disoccupazione che spinge i giovani cervelli ad emigrare al Nord e all’estero.

I parlamentari siciliani non fanno nulla per la nostra e per la loro terra. Con le risorse naturali di cui dispone, la Sicilia potrebbe diventare la Florida d’Europa. Se liberi, potremmo rimanere amici dell’Italia e Stato europeo, come Malta.

ALLA LUCE DELLA QUESTIONE MERIDIONALE NON SI CAPISCE COME MAI SI CONTINUI CON QUESTO ULTERIORE IMPOVERIMENTO DOVUTO AL DPCM DI NATALE. COSA FA IL GOVERNATORE DELLA SICILIA, NELLO MUSUMECI, PER INTERROMPERE QUESTO CONTINUO SACCHEGGIO DELLA SUA ISOLA? C’E’ COMPLICITA’? IGNORANZA? IGNAVIA?

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