Elezioni americane: e in Pennysilvania spuntarono 670 mila schede in più e i voti di 30 mila morti…/ MATTINALE 519

28 novembre 2020

Ma la vera notizia che arriva in queste ore dalla Pennysilvania è che l’Assemblea generale di questo Stato – cioè l’organo legislativo di tale Stato – si accingerebbe, alla luce dei brogli elettorali che sarebbero stati scoperti, a togliere il potere al Segretario di Stato per presentare una denuncia circostanziata alla Corte Suprema. Il video di Roberto Mazzoni 

Mentre nel mondo quasi tutti danno Joe Biden eletto nuovo Presidente degli Stati Uniti, la realtà che emerge in alcuni Stati americani racconta un’altra storia. Ieri mattina abbiamo illustrato quello che sta succedendo in Georgia e in Nevada, dove tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Oggi puntiamo la nostra attenzione sulla Pennysilvania dove – numeri alla mano – Donald Trump era avanti di oltre 650 mila voti su Biden e poi, quando sono arrivati i voti postali, Biden ha vinto con 90 mila voti di vantaggio!

C’è un piccolo problema. Lo Stato della Pennysilvania ha spedito agli elettori un milione e 800 mila schede. Poi, però, quando è finito lo scrutinio, si è scoperto che le schede postali scrutinate erano poco meno di 2 milioni e mezzo! Guarda caso, le circa 670 mila schede in più arrivate non si sa da dove, corrispondono al vantaggio che Trump aveva nei confronti di Biden! Un caso?

La possibile spiegazione è che le circa 670 mila schede non siano mai state spedite agli elettori: schede che sono invece spuntate al momento dello spoglio!

A raccontare molto bene questo e tanto altro ancora è un video che vi invitiamo a seguire: è un video di Roberto Mazzoni

Sia chiaro: noi ascoltiamo tutti e riportiamo tutto. Poi saranno gli eventi – a nostro avviso la Corte Suprema degli Stati Uniti – a dire come stanno le cose. Per ora non ci resta che seguire il dibattito, leggendo le notizie sulla rete e, soprattutto, su media e blog americani.

Oggi, oltre ai media e ai blog americani, abbiamo aggiunto il già citato video di Mazzoni. Non abbiamo la presunzione di avere la verità in tasca: ci limitiamo a cercare di capire cosa sta succedendo negli Stati Uniti, dove è in corso una battaglia legale durissima.

Le presunte irregolarità registrate nelle elezioni in Pennysilvania sarebbero tante. Ce n’è una, in particolare, che ci ha colpiti: il voto che sarebbe stato espresso da circa 300 mila morti! Di questo già si parla da giorni. La novità – per certi versi anche divertente – è che questi 30 mila morti avrebbero votato quasi tutti in un seggio elettorale che sarebbe stato allestito presso un’agenzia funebre. Insomma, chi ha organizzato queste elezioni facendo votare gli abitanti dell’Aldilà ha reso tutto più facile…

Tra le tante storie che stamattina proveremo a sintetizzare c’è anche l’atteggiamento dei Partito Repubblicano, nel quale milita Trump. Non è vero – come è stato detto da tanti media del mondo subito dopo la ‘vittoria’ di Biden – che tutto il Partito Repubblicano, a caldo, ha invitato Trump ad accettare la sconfitta.

Al contrario, la base del Partito Repubblicano – cioè i rappresentanti degli Stati – ha sempre avuto chiaro, sin dall’inizio, che le elezioni erano state irregolari. E sono stati loro stessi ad avvertire Trump dei brogli elettorali. Queste notizie le abbiamo lette su tanti blog e su tanti giornali americani.

Quando i parlamentari Repubblicani del Congresso e del Senato hanno visto che le proteste contro i possibili brogli elettorali venivano denunciate dalla base del proprio partito, hanno cominciato a prendere le distanze da Biden.

Oggi la situazione è in piena evoluzione. Tra l’altro, come abbiamo raccontato ieri, quello che sembrava un ‘divorzio’ tra Sidney Powell e Trump è, in realtà, uno scenario che sta rafforzando lo stesso Trump.

In tutto il mondo si pensava che l’avvocato Sideny Powell facesse parte del gruppo di legali di Trump. Invece si è scoperto che l’ex Procuratrice federale, nota per la sua grande correttezza, non sta lavorando per conto di Trump, ma sta conducendo una battaglia sociale, legale e culturale per conto del popolo americano contro eventuali brogli elettorali.

Ma la vera novità che sta emergendo in queste ore in Pennysilvania è un’altra ed è veramente di peso. Prim’ancora dell’intervento della Corte Suprema – dove i legali di Trump hanno già presentato ben sei ricorsi – il senatore repubblicano, Douglas Mastriano, ha lasciato intendere che l’Assemblea generale della Pennsylvania (l’organo legislativo dello Stato, costituito dalla House e dal Senate, attualmente entrambi a maggioranza repubblicana), alla luce dei brogli elettorali che sarebbero già stati scoperti, starebbe lavorando a una risoluzione comune per togliere il potere al Segretario di Stato.

Il potere passerebbe nelle mani della stessa Assemblea generale che presenterebbe essa stessa alla Corte Suprema un corposo dossier sui brogli elettorali riscontrati in questo Stato. Vero? Falso?

In questo caso non sarebbero più solo i legali di Trump a parlare di brogli elettorali, ma l’organo legislativo di uno Stato americano.

Da quello che sappiamo, iniziative simili potrebbero essere adottate in altri Stati dove la notte delle elezioni Trump era nettamente in testa rispetto a Biden. Fino a quando, poi, non sono arrivati i voti postali, quasi tutti in favore di Biden: voti per posta che hanno capovolto i risultati alla faccia della legge dei grandi numeri…

QUI IL VIDEO DI ROBERTO MAZZONI 

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