Un sub trova un cannone del XVI secolo nel mare di Maddalusa ad Agrigento

27 novembre 2020

Il reperto è già stato recuperato ed è stato affidato al laboratorio di restauro del Parco archeologico della Valle dei Templi

Trovato nel mare di Agrigento, dalle parti di Maddalusa, un cannone che risale al XVI secolo. La scoperta la si deva al sub Gianluca Lopez.

Il cannone è stato recuperato dai tecnici della Soprintendenza del mare e dal R.O.A.N. della Guardia di Finanza di Palermo, con il supporto  della Lega Navale di Agrigento e dagli uomini della Capitaneria di Porto Empedocle.

“Il sito di Maddalusa – si legge in un comunicato – già noto per aver restituito nel 2007 un altro cannone del tardo XVI secolo, ha costituito sin dall’antichità un luogo di passaggio di importanti rotte mercantili, come testimoniano i numerosi ritrovamenti fino ad oggi documentati. Il manufatto odierno si trovava ad una distanza di circa 300 metri dalla costa presso la foce del fiume Akragas ad una profondità di 7 metri, semi-sommerso in un fondale limaccioso”.

Il cannone è stato sollevato con l’ausilio di palloni.

“Mentre il mondo della cultura subisce le conseguenze delle restrizioni e degli stop dovuti all’emergenza Covid – sottolinea l’assessore dei Beni Cutlurali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – il mare siciliano continua a ricordarci l’etica della ricerca e della memoria. Viviamo in un’Isola ricca di preziose testimonianze che a mare, come in terraferma, ci ricordano che la Sicilia sin dai tempi più lontani è stata crocevia di rotte culturali e commerciali, rendendo la nostra Isola un unicum a livello mondiale. Continua il grande lavoro della Soprintendenza del mare per portare alla luce il nostro straordinario patrimonio sommerso”.

“Proseguiamo – aggiunge la Soprintendente del mare, Valeria Li Vigni – nel solco tracciato da Sebastiano Tusa in un momento difficile in cui tutto viene fatto con spirito di sacrificio e con il prezioso supporto delle Forze dell’Ordine”.

Sebastiano Tusa, per la cronaca, è l’ex soprintendente del mare comparso in un incidente aereo.

Il cannone è stato trasferito nei locali del laboratorio di restauro del Parco archeologico della Valle dei Templi e affidato al direttore Roberto Sciarratta. Verrà sottoposto ad intervento di restauro. Come previsto in tutti gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo, il secondo cannone di Maddalusa rimarrà in esposizione presso il territorio di ritrovamento, dove sarà reso fruibile alla cittadinanza.

Alle operazioni ha partecipato Mauro Sinopoli, ricercatore biologo ed ecologo marino della sede di Palermo della Stazione Zoologica Anton Dohrn il quale, attraverso lo studio degli organismi presenti nelle concrezioni dei reperti e l’uso di carotaggi fatti in prossimità dell’area del recupero, sarà in grado di ricostruire il ritmo con cui i reperti sono stati coperti e sono riemersi dai fondi mobili. Per questa ricerca saranno usate tecniche analitiche complesse come la datazione tramite l’uso del radiocarbonio.

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