Lo Stato coloniale italiano che taglia alla Sicilia gli ultimi ‘spiccioli’. E il Governo Musumeci? Zitto…

26 novembre 2020

In pratica, già oggi lo Stato paga in Sicilia solo i professori e la repressione. Per il resto, se non fosse per l’INPS saremmo già uno Stato autonomo, o meglio una colonia in tutto e per tutto. La zita è chista

di Massimo Costa

Riprendo e commento il post de I Nuovi Vespri (che potete leggere qui). Ero anch’io sorpreso di “nuove funzioni” che lo Stato accolla alla Regione. Ho guardato sbadatamente, e ho pensato sarà qualcosa di secondario.
In effetti Giulio Ambrosetti ha ragione. Sono funzioni che la Regione già svolge correntemente dal 1947. Incentivi alle imprese che operano in determinati settori, fiere, mercati, sviluppo e commercializzazione di nostro prodotti, consorzi turistici e alberghieri.

Insomma un “decreto attuativo” inutile. Inutile perché il decreto attuativo è previsto quando c’è passaggio di personale e funzioni da Stato a Regione.
Queste cose le ha fatte SEMPRE la Regione, con personale proprio, quindi… di che stiamo parlando?

Di un intervento cosmetico e coloniale.

Andiamo a vedere però se la preoccupazione de I Nuovi Vespri è giustificata. Dice il nostro blog amico che con questa scusa quelle quattro cosucce che lo Stato ancora faceva in questi settori non le farà più.
Dicendoci “Siete autonomi? Pensateci voi!”.

Su questo vorrei tranquillizzare l’amico Giulio. Lo Stato in questi settori non fa più nulla per la Sicilia da quel dì… Un grafico (che potete consultare qui) lo dimostra.

Nel 2018 le spese statali per la Sicilia, tolte alcune partite puramente contabili (sono spese fatte a Roma che ci vengono ripartite pro quota) per “oneri non ripartibili” (ca. 800 milioni) e “amministrazione generale” (ca. 4,85 miliardi di spese romane), tolta la previdenza e l’assistenza sociale, di cui si occupa in gran parte l’INPS e non lo Stato (ca. 24 miliardi), lo Stato non spende più nulla in Sicilia.

Ecco alcuni esempi.

Per l’energia? 230 mila euro (cioè ZERO).

Per l’agricoltura? Circa 20 milioni.

Per l’industria e l’artigianato? Meno di 9 milioni.

Per “altre in campo economico” (tra cui la quasi totalità delle funzioni ora devolute)? 202 milioni.

Si vede che vogliono risparmiare pure questi ‘spiccioli’.

Le uniche voci di spesa sono i 3,8 miliardi di istruzione e università (il mio stipendio!), poco più di un miliardo di difesa (ma dentro c’è anche il pro quota delle missioni italiane all’estero) e circa un miliardo per la polizia e in genere la sicurezza, e – te’ cca – 800 milioni per giustizia e carceri.

In pratica, già oggi lo Stato paga in Sicilia solo i professori e la repressione. Per il resto, se non fosse per l’INPS saremmo già uno Stato autonomo, o meglio una colonia in tutto e per tutto. La zita è chista.

 

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