Elezioni americane: Trump non ha riconosciuto la vittoria di Biden e non ha ritirato i ricorsi/ SERALE

25 novembre 2020

Che piaccia o no alla ‘Grande’ informazione e al Deep State, l’ultima parola sull’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America la pronuncerà la Corte Suprema. C’è da chiedersi perché i Democratici stanno cercando di accreditare Biden come nuovo capo della Casa Bianca prima del pronunciamento dei Giudici. Forse hanno paura?   

Dedichiamo questo appuntamento SERALE alle elezioni negli Stati Uniti d’America. E lo facciamo per commentare la notizia di questi ultimi giorni: e cioè che il Presidente uscente, Donald Trump, avrebbe deciso di avviare la transizione, riconoscendo la vittoria di Joe Biden. Ma le cose stanno veramente così?

Ci siamo presi qualche giorno di tempo per fare alcune verifiche. Dalle quali vengono fuori alcuni elementi che mettiamo a disposizione dei nostri lettori.

Stando a quello che abbiamo letto, Trump si è limitato ad autorizzare GSA (General Services Administration) ad avviare la transizione. Ma questo atto – che è tecnico e non politico – non interrompe i sei ricorsi che i legali di Trump hanno presentato alla Corte Suprema.

Ne consegue che chi ha scritto o detto che Trump ha riconosciuto la vittoria di Biden ha sbagliato di grosso!

Per la cronaca, la GSA è un soggetto istituzionale federale istituito nel 1963 e ha il compito di facilitare la transizione fra il Presidente in carica e il Presidente uscente. Su questo punto, in queste ore, sono state dette e scritte tante cose.

Sulla propria pagina Facebook Augusto Sinagra – che nella vita fa l’avvocato – scrive:

“Sono in possesso della Nota ufficiale di ieri 23 novembre di Emily W. Murphy del General Service Administration, diretta all’On. Joseph R. Biden (indicato non come Presidente).Con questa Nota la Signora Murphy, premettendo che vi sono procedimenti in corso e sviluppi che coinvolgono “Legal challenges and certifications of election results” (“Sfide legali e certificazioni dei risultati delle elezioni”), precisa che nessuno e neppure “those who work at the White House” (“quelli che lavorano alla Casa Bianca”) ha interferito sulla tempistica della sua comunicazione in oggetto al fine di ritardarla, e aggiunge che “I did, however, receive threats online, by phone and by mail directed at my safety, my family, my staff and even my pets in an effort to coerce me into making this determination prematurely (“Tuttavia, ho ricevuto minacce online, per telefono e per posta dirette alla mia sicurezza, alla mia famiglia, al mio personale e persino ai miei animali domestici nel tentativo di costringermi a prendere questa decisione prematuramente”).

La parole di Emily W. Murphy lasciano basiti!

Scrive ancora l’avvocato Sinatra:

“Evocando poi la figura del “apparent President – elect”, aggiunge che “GSA does not dictate the outcome of legal disputes and recounts, nor does it determine wether such proceedings are reasonable or justified” (“GSA non determina l’esito di controversie legali e riconteggi, né determina se tali procedimenti siano ragionevoli o giustificati”), e precisa che la elezione del Presidente, in conformità alla Costituzione e alle leggi federali, deve essere certificata dalle Corti delle competenti giurisdizioni. Ovviamente, anche dalla Corte Suprema USA”.

“Ribadisce – scrive sempre il giurista – che non è la GSA chiamata a certificare chi sia il vincitore delle elezioni presidenziali, richiama la normativa vigente circa la disponibilità dei fondi necessari per le spese di transizione da una Amministrazione presidenziale all’altra, ma ancora ribadisce che “the actual winner of the presidential election will be determined by the electoral process detailed in the Constitution” (”
il vincitore effettivo delle elezioni presidenziali sarà determinato dal processo elettorale descritto nella Costituzione) (e ovviamente, come prevede la Costituzione, ivi compresi nel “procedimento” i ricorsi alle competenti giurisdizioni).

Il giurista cita anche le conclusioni di Emily W. Murphy:

“Conclude – scrive sempre l’avvocato Sinatra – e non potrebbe essere più chiara la precisazione, che “I remind you that Section 6 of the Act (116 – 159 del 1° ottobre 2020) imposes reporting requirements on you as a condition for receiving services and funds from GSA”.

Tradotto in sintesi: Caro amico, disporrai dei soldi quando risulterai Presidente USA e cioè quando potrai avvalerti dei “reporting requirements”.

“Ora – conclude Sinatra – qualcuno dica che si tratta di una ‘bufala’ o ‘fake news’! Di certo c’è che il Presidente Donald Trump è il Presidente in carica, rimarrà in carica per il prossimo quadriennio, non ha riconosciuto nessuna ‘vittoria’ a Josip Bidenic e non ha deciso alcuna ‘transizione’ da lui al Presidente eletto dalla CNN, AP, New York Times”.

Insomma, Sinatra si dice certo che, alla fine di questa storia, Trump risulterà il vincitore e sarà riconfermato Presidente degli Stati Uniti per altri quattro anni.

Noi non abbiamo questa certezza. Però abbiamo seguito lo spoglio delle schede e molte cose non ci hanno convinto. Abbiamo assistito in diretta ad alcune stranezze: intere contee – che negli Stati Uniti d’America rappresentano il secondo livello di suddivisione territoriale – dove quasi tutti i voti postali sono andati a Biden: e questo è statisticamente assai improbabile!

In più noi siamo convinti che Rudy Giuliani – uno dei legali di Trump – sia un grande investigatore: doti che ha dimostrato di possedere negli anni ’80 del secolo passato, quando collaborava con Giovanni Falcone nella lotta alla mafia. Ora se un uomo come Giuliani afferma che ci sono stati brogli elettorali, ebbene, noi non sottovalutiamo le sue parola.

C’è, infine, una cosa he ci lascia molto, ma molto perplessi: la fretta con la quale i Democratici americani stanno cercando di accreditare Biden come il nuovo Presidente degli Stati Uniti, pur sapendo che la Suprema Corte si deve ancora pronunciare su ben sei ricorsi, dove si mettono in discussione i risultati elettorali di sei Stati!

Biden che si autoproclama Presidente prima ancora dell’8 Dicembre in presenza di un’elezione contestata;

la ricerca spasmodica di capi di Stato e di Governo in tutto il mondo che lo accreditino come tale;

giornali e televisioni di mezzo mondo che lo hanno ‘eletto’ già Presidente USA;

lo stesso Biden che nomina Ministri e Segretario di Stato.

Ebbene, tutto questo ‘bordello’ promozional-pubblicitario a noi sa tanto di un tentativo piuttosto goffo di condizionare i nove Giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti.

La cosa non è molto bella: non è molto bella per chi crede nei valori della legalità e – soprattutto – non è molto bella per i Giudici della Corte Suprema che, a nostro avviso, non si faranno condizionare.

Forse è questo il problema dei Democratici e di Biden?

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