Liberare gli Enti Locali dal Patto di stabilità? Sì, ma non per pagare i debiti fuori Bilancio e i ‘buchi’ delle società collegate!

21 novembre 2020

La proposta di una rete nazionale di 322 realtà associative e di singole persone riunite dal manifesto della ‘Società della cura’ è correttissima. A patto che si faccia chiarezza su debiti fuori Bilancio e debiti delle società controllate dagli Enti Locali. Le risorse liberate dovranno servire per i cittadini, non per pagare le solite clientele. Il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti

Abbiamo ricevuto questo comunicato che pubblichiamo volentieri, perché affronta – anche se non in modo completo – – il problema dell’indebitamento dei Comuni italiani. Riteniamo l’idea contenuta in questo scritto valida, precisando che andrebbe fatta maggiore chiarezza sui derivati, che vengono correttamente citati, sui debito fuori Bilancio che, invece, non vengono citati, e sulle società controllate dagli Enti Locali che non dovrebbero assolutamente usufruire dei fondi liberati in attuazione di questa manovra.

(Forse sarebbe stato il caso di sottolineare chi è che ha imposto il demenziale Patto di stabilità: e pazienza che la ‘Grande’ Unione europea dell’euro non ci fa una bella figura).

Ma leggiamo il comunicato.

“Oggi, 21 Novembre, in tutta Italia ed anche a Palermo, una Rete nazionale di 322 realtà associative e di singole persone riunite dal manifesto della ‘Società della cura’ chiede a tutti, a partire dagli Enti Locali, un cambio di paradigma. Attac Italia, che è parte di questa rete, nell’ottica di restituire ai Comuni un ruolo ed una capacità di spesa da investire sulla cura della comunità, ha scelto di proporre simbolicamente proprio oggi al Sindaco, alla Giunta ed al Consiglio Comunale di Palermo un O.d.G. (Ordine del Giorno) già approvato da alcune città italiane tra le quali Napoli e Roma, con il quale tra le altre cose si chiede al governo nazionale la sospensione del Patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio per liberare risorse immobilizzate che possono essere messe a disposizione dei Comuni per far fronte alla crisi sociale ed economica in atto”.

Segue una lettera indirizzata a tali soggetti:

“Alla cortese attenzione del Sindaco di Palermo Prof. Leoluca Orlando
delle e dei Sigg. Assessori del Comune di Palermo
del Presidente del Consiglio Comunale di Palermo
delle e dei Sigg. Consiglieri Comunali di Palermo

Oggetto Salvare i Comuni dal default. Proposta di O.d.G.

L’emergenza sanitaria, economica e sociale provocata dall’epidemia di Covid 19 ha reso critica la situazione finanziaria degli Enti Locali, già messi a dura prova da decenni di politiche di austerità. Tutti i Comuni sono a rischio di default, stretti tra moltiplicazione dei bisogni cui devono urgentemente rispondere e indisponibilità di risorse da destinare alle collettività locali. La crisi investe anche quei Comuni che dispongono di risorse libere dall’avanzo di amministrazione, ma le stanno velocemente consumando per contrastare l’emergenza sanitaria, per garantire i servizi alla persona e per sostenere le fasce sociali deboli e i senza reddito.

ATTAC Italia ha voluto affrontare i problemi strutturali che hanno determinato, negli ultimi venti anni, il progressivo impoverimento dei Comuni e, di conseguenza, il depauperamento della loro storica funzione di luoghi primari di democrazia di prossimità e ha formulato una proposta di OdG (cfr allegato) che indica soluzioni perché le comunità territoriali e gli Enti Locali si riapproprino della propria storica funzione pubblica e sociale.

In qualità di Comitato territoriale di Palermo dell’associazione ATTAC Italia, proponiamo a Lei, alla Sua Giunta e al Consiglio Comunale, di discutere e approvare la proposta di OdG che alleghiamo alla presente.

In estrema sintesi, con la proposta di OdG, si chiede:
a) la sospensione del Patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio per i Comuni, analogamente a quanto fatto dall’Ue per gli Stati;

b) l’approvazione del decreto attuativo dell’art. 39 del DL 162/2019, convertito nella Legge n. 8/2020, che prevede l’accollo allo Stato dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), al fine di ridurne drasticamente i tassi di interesse;

c) di opporsi alla proposta di rinegoziazione dei mutui fatta da CDP (si tratta di procrastinare nel tempo il pagamento, con relativo aumento degli interessi) e di rivendicare per il biennio 2020-2021 mutui a tasso zero per gli investimenti dei Comuni;

d) di annullare tutti i debiti dovuti a derivati;

e) l’apertura del Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni, sulla base dell’attuale Fondo di solidarietà comunale, per garantire a tutti i Comuni le risorse necessarie per l’emergenza economica e il riavvio delle comunità locali.

Dopo l’approvazione di una delibera specifica del Consiglio Comunale di Napoli, Attac Italia ha inoltrato a tutti i Consigli Comunali l’ordine del giorno in allegato, chiedendo agli Enti locali di schierarsi fuori da ogni ambiguità: in tante città il Consiglio ha approvato con apposita delibera, fra queste, Livorno e Roma.

Non sappiamo se quanto si propone si adatta alla situazione di indebitamento del suo Ente, ma lo riteniamo, in ogni caso, uno stimolo all’apertura di una riflessione complessiva sullo stato di indebitamento a cui le politiche di austerità, le banche e la Cassa Depositi e Prestiti hanno costretto Regioni, Province e Comuni.

Ringraziando per l’attenzione, ci dichiariamo disponibili ad un incontro al fine di illustrare più compiutamente quanto da noi proposto e restiamo in attesa di un vostro gentile riscontro.

PROPOSTA DI ODG PER I CONSIGLI COMUNALI
IL CONSIGLIO COMUNALE DI PALERMO

Premesso che:
– in data 31 gennaio 2020 con Delibera del Consiglio dei Ministri è stato dichiarato per 6 mesi, dalla data del provvedimento, lo stato d’emergenza sanitaria per l’epidemia da Covid-19 a seguito della dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” del 30 gennaio 2020;

– con Decreto Legge n.6 del 23 febbraio 2020 sono state adottate misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19;

– fino ad oggi si sono susseguiti vari provvedimenti del Governo e delle Autorità regionali e locali per l’adozione di misure urgenti di contrasto e contenimento della diffusione della predetta epidemia;

– l’emergenza economico-sanitaria ha condotto il Governo con Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, ad introdurre misure volte a proteggere la salute dei cittadini, a sostenere il sistema produttivo e salvaguardare la forza lavoro, senza prevedere un piano strategico di interventi a favore degli Enti Locali, che a loro volta, in quanto istituzioni di prossimità, hanno dovuto assumere e continuano ad assumere ordinanze per proteggere dal rischio contagio da Covid-19 le loro popolazioni e sostenerne le fasce più deboli;

– in data 2 aprile 2020, Cassa Depositi e Prestiti ha approvato un’operazione di rinegoziazione dei mutui che, pur liberando alcune risorse nell’immediato, realizza una semplice procrastinazione del pagamento del debito con maggiori aggravi sui bilanci futuri dei Comuni;

Considerato che:
– sugli Enti Locali in questi anni sono state più pesantemente scaricate le scelte di riduzione delle risorse e delle capacità di spesa e di investimento, dovute all’applicazione dei vincoli del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio;

– in particolare in questa fase di emergenza, gli Enti Locali sono costretti a registrare un’ulteriore drastica riduzione delle entrate, in seguito alle misure prese a tutela del reddito delle persone, alle mancate riscossioni dovute al blocco delle attività economiche e alle difficoltà di onorare i tributi locali;

– contemporaneamente, i compiti degli Enti Locali si stanno moltiplicando, tanto nel far fronte all’epidemia e alla conseguente emergenza economica e sociale, quanto nel dover sostenere la ripartenza dei Comuni amministrati;

– la crisi prodotta dall’epidemia da Covid-19 impone di ripensare ad un modello sociale e democratico fondato su nuovi paradigmi, dentro i quali le azioni dei Comuni e dei territori saranno il volano di nuove politiche economiche orientate in senso ecologico e sociale, e che, pertanto, la vitalità dei Comuni rappresenta il fulcro su cui potranno ruotare la tenuta democratica e la rinascita del Paese;

– in questa emergenza socio-economica, che mette a durissima prova i Comuni, a partire da quelli che si ritrovano in procedura di riequilibrio finanziario, è indispensabile operare una “revisione del debito”, al fine di cancellare, laddove presente, la parte che risulti “debito illegittimo o ingiusto”, perché causato da contratti da ritenere in contrasto con l’”utilità pubblica”, ovvero quelli che violano la norma di cui all’art.41 della Costituzione, secondo la quale le negoziazioni “non possono svolgersi contro l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”;

– gran parte dell’indebitamento del Comune è costituito dal volume di mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti, che applica tassi d’interesse notevolmente più alti rispetto a quelli di mercato e al costo del denaro, in diretto contrasto con quanto stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia 6 ottobre 2004, art. 10, che definisce i finanziamenti di Cassa Depositi e Prestiti destinati agli enti locali “servizi di interesse economico generale”;

– è assolutamente necessaria una ristrutturazione di questo indebitamento con una netta riduzione dei tassi di interesse praticati;

– l’art.39 del DL 162/2019, convertito nella Legge n.8/2020, prevede l’accollo da parte dello Stato di questi mutui, proprio con l’obiettivo della riduzione del tasso di interesse;

– è necessario che si arrivi velocemente all’attuazione di questa norma in modo da permettere ai Comuni di usufruire dal 2021 della riduzione degli oneri finanziari.

Valutato che:
– sono ascrivibili al debito illegittimo o ingiusto:
a) i debiti che trovano la loro fonte generatrice in contratti di mutuo stipulati a tassi di interesse fuori mercato, perché assunti in conflitto di interesse con il perseguimento dell’interesse pubblico;
b) i contratti di acquisto dei “derivati” e di altri simili “prodotti finanziari”, volti a procrastinare il pagamento del debito ponendo a carico del Comune tutti i rischi derivanti, da considerarsi contrastanti con gli artt. 1418 – 1419 del Codice Civile

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE
– a promuovere da subito ogni utile azione per contrastare ed impedire che l’impatto economico e sociale del debito illegittimo o ingiusto, non contratto nel perseguimento dell’interesse pubblico dei cittadini, continui a generare effetti giuridici distorsivi nella corretta tenuta della contabilità pubblica, nella compiuta possibilità dell’adempimento dei doveri istituzionali e nell’erogazione dei servizi ancorati ai principi di uguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, efficienza ed efficacia;

– a richiedere, in analogia con l’avvenuta sospensione del Patto di Stabilità per gli Stati, la deroga della Legge n. 243 del 2012, con particolare riferimento alle disposizioni di cui ai capi II, III, IV, V e VI, riguardanti le regole del pareggio di bilancio degli Enti locali, sanitari, regionali e statali;

– a richiedere l’approvazione del decreto attuativo dell’art. 39 della Legge n.8/2020, che prevede l’accollo dei mutui da parte dello Stato, a partire da quelli contratti con Cassa Depositi e Prestiti, ai fini di una riduzione dei loro interessi a partire dal 2021;

– a richiedere la sospensione degli effetti della sentenza n°4/2020 della Corte Costituzionale, che, senza dolo da parte degli enti locali, rischia di pregiudicare per molti di essi gli equilibri finanziari;

– a richiedere un’iniziativa governativa per l’attivazione di procedure volte alla possibilità per gli enti locali di accensione di mutui a tasso zero con Cassa Depositi e Prestiti, per il biennio 2020/2021;

– a richiedere l’apertura di un Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni, attuale FSC, che permetta agli Enti Locali di avere le risorse necessarie a poter svolgere le proprie funzioni di garanzia per il soddisfacimento dei diritti fondamentali delle comunità amministrate;

– ad esperire ogni idonea azione di impulso giuridico ed amministrativo finalizzata alla invalidità dei contratti di finanza derivata, con i quali è stato posticipato il pagamento dei debiti, scaricando sulle attuali amministrazioni e quelle future il peso economico e sociale di vere e proprie scommesse finanziarie;

– a inoltrare il presente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Regione, alla Presidenza della Provincia e alle Presidenze di Anci e Upi, dandone adeguata pubblicizzazione;

– a relazionare periodicamente, e comunque almeno ogni tre mesi, al Consiglio Comunale sullo stato di attuazione degli indirizzi approvati”.

Giustissimo eliminare il Patto di stabilità, una delle invenzioni più truffaldine e demenziali dell’Unione europea dell’euro.

Qualche precisazione in più andrebbe fatte per i derivati. Sarebbe corretto, infatti, capire il perché gli Enti Locali hanno fatto ricorso ai derivati e chi sono i responsabili di queste ‘scommesse’ effettuate con i soldi dei cittadini.

Siamo stupiti di non avere letto alcun accenno ai debiti fuori Bilancio: infatti, l’idea di “liberare risorse” per poi consentire agli Enti locali di pagare debiti fuori Bilancio non ci piace proprio.

Così come non ci convince il mancato accenno alle società che fanno capo agli Enti Locali. Anche in questo caso, vale quanto scritto per i debiti fuori Bilancio: una manovra del genere non avrebbe senso alcuno se le risorse liberate dovessero poi essere utilizzate per pagare i ‘buchi’ delle società controllate dagli Enti Locali.

I Consigli Comunali, nell’approvate tale Ordine del Giorno dovrebbero specificare a chiare lettere questi due punti:

i fondi liberati da tale manovra non potranno essere utilizzati per pagare i debiti Fuori Bilancio e i debiti delle società che fanno capo agli Enti Locali.

Senza questa precisazione si tratterebbe, infatti, di nuovi e certi debiti a carico dei cittadini!

Foto tratta da lentepubblica.it

 

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