Elezioni americane, Rudy Giuliani: “Le frodi elettorali scoperte potrebbero riempire una biblioteca”

20 novembre 2020

Mentre tutto il mondo dà Biden nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, i legali di Trump – con in testa Rudy Giuliani – hanno raccolto una gran mole di prove di frodi. La parola, adesso, passerà alla Corte Suprema

Ecco oggi con il consueto aggiornamento sulle elezioni americane. Ovviamente, non c’è bisogno che scriviamo quello che dicono e scrivono televisioni e giornali di quasi tutto il mondo: ha vinto Joe Biden, Tump è mezzo matto, i brogli sono una sua invenzione e bla bla bla.

Noi diamo le notizie della parte ‘altra’: cioè di chi, in questo momento, sta provando a dimostrare che le elezioni sono state truccate.

L’avvocato di Trump, Rudy Giuliani, che di indagini è un grande esperto, nel corso di una conferenza stampa, insieme agli altri legali di Trump, ha accusato gli amministratori delle città gestite dei democratici negli Stati-chiave di aver orchestrato una frode elettorale coordinata e “centralizzata”. Obiettivo: derubare Donald Trump della vittoria nelle elezioni del 3 novembre.

Noi leggiamo la notizia su Sputnik Italia:

“Quando abbiamo iniziato a indagare – ha detto Rudy Giuliani – è emerso molto rapidamente è che non c’è una singola frode degli elettori in uno Stato. Questo schema si ripete in un certo numero di Stati. Quasi esattamente lo stesso schema. A quasi tutti gli investigatori esperti il pubblico ministero suggerirebbe che era presente un piano, orchestrato da un luogo centralizzato per eseguire questi vari atti di frode elettorale, specificamente incentrato sulle grandi città e (come si potrebbe immaginare) soprattutto su quelle controllate dai democratici, specialmente quelle che hanno una lunga storia di corruzione”.

Giuliani ha citato in particolare il caso di Philadelphia, in Pennsylvania, affermando che il numero di potenziali casi di frodi elettorali in questa città “potrebbe riempire una biblioteca”.

Idem per Detroit”, ha aggiunto.

“Ognuna di queste città – ha affermato Giuliani – è controllata dai Democratici, che possono farla franca in tutto ciò che vogliono fare grazie al grado di controllo che vi esercitano: certamente controllano completamente il comitato elettorale e controllano le forze dell’ordine, purtroppo disponendo anche di alcuni giudici accondiscendenti che emetteranno pareri ridicolmente irrazionali solo per esprimersi a loro favore”.

Il legale di Trump ha indicato presunte irregolarità in Pennsylvania, “comprese quelle relative a 682.770 schede per posta per le quali abbiamo dichiarazioni giurate che non vi è stata alcuna ispezione nel momento del voto”.

Nel corso della conferenza stampa non è mancato un cenno all’apparente lapsus di Biden, “che si vantava di aver accumulato la più vasta e inclusiva organizzazione di frode elettorale nella storia della politica americana”.

Giuliani ha dato anche un giudizio da investigatore:

“Sano stati bravi”, ha detto, ma anno commesso “errori significativi, come fanno tutti i truffatori, e noi li abbiamo beccati”.

Uno dei modi per rendere possibile la frode, secondo il legale di Trump, è stato l’allontanamento degli ispettori del Partito Repubblicano dal processo di monitoraggio e conteggio dei voti.

“Ogni Stato – ha detto Rudy Giuliani – quasi ogni Paese, persino la Tanzania e i luoghi a cui non penseresti, presenta regole relative agli ispettori, in particolare in merito alle schede per corrispondenza. E perché in particolare proprio riguardo a questo? Perché tali schede possono essere falsificate più facilmente e ciò non si può controllare”.

“Quando si conta – ha spiegato Giuliani a proposito della conta delle schede – quasi da sempre negli Stati Uniti e fino all’imbroglio di massa che si è verificato in queste elezioni, un ispettore repubblicano e democratico, rappresentanti dei rispettivi partiti, sono autorizzati ad assistere all’annullamento di queste schede. Perché l’unica occasione in cui si può scoprire se si tratti di voti falsi è quando li si controlla. Nel momento in cui dai l’approvazione, questa [busta] viene gettata via per l’eternità. L’unica cosa che rimane è il voto. Avrebbe potuto essere esercitato da Topolino o da una persona morta, la cui identità potrebbe non essere stata verificata correttamente. Potrebbe trattarsi 30 volte della stessa persona (e tutte queste cose sono successe tra l’altro), ugualmente non controllata. Non lo sapremo mai”.

“Giuliani – leggiamo sempre su Sputnik Italia – ha anche citato la clausola di uguale protezione della Costituzione degli Stati Uniti e le controverse elezioni del 2000, facendo riferimento a standard diversi osservati nelle diverse parti di un singolo Stato. Secondo l’avvocato, il quartier generale di Trump annovera ‘centinaia di testimoni’ relativamente alle diverse regole osservate per quanto riguarda la correzione delle schede elettorali tra Pittsburg e le aree rurali della Pennsylvania. Ha anche detto di disporre di ‘centinaia’ dichiarazioni giurate riguardanti presunte irregolarità elettorali, come quella di un funzionario elettorale del Michigan che sarebbe stato ‘istruito’ a non chiedere l’identificazione degli elettori, a consentire alle persone di votare più volte, a non verificare le firme sulle votazioni assenti e a cambiare la data dei voti giunti dopo il 3 Novembre”.

“Giuliani – leggiamo ancora su Sputnik Italia – ha detto che il suo team sta preparando una causa in Georgia e un’altra ‘probabile’ in Arizona, basata su prove che sono ancora in fase di raccolta. Ha aggiunto di disporre di ‘un numero molto, molto significativo di accuse di frode nello stato del New Mexico’, così come in Virginia. Ha anche menzionato sospette frodi in Wisconsin e Nevada. Secondo l’avvocato, sulla base dei casi di frode degli elettori sospettati dal suo team, lo staff di Trump può contare su ‘più del doppio del numero di voti necessari per ribaltare le elezioni in termini di scrutini illegali dimostrabili”.

Che dire? Che la parola, adesso, passerà alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

 

QUI L’ARTICOLO DI SPUTNIK ITALIA

Foto tratta da KRON4.com

 

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