Ponte Morandi di Genova, arresti per manager di Autostrade. La pessima figura dei grillini!

11 novembre 2020

Nell’Agosto del 2018, subito dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, i grillini si impegnarono per un cambio radicale nella gestione delle Autostrade italiane. Come è loro costume, non hanno mantenuto tale impegno. Oggi si ritrovano alleati del PD, partito che non è certo estraneo agli inghippi autostradali. Ben vi sta, cari grillini! 

Una bufera giudiziaria si è abbattuta su Autostrade per l’Italia. La storia è quella del crollo del Ponte Morandi di Genova avvenuto nell’Agosto del 2018. Due anni e tre mesi dopo arrivano gli arresti si tratta di tre arresti per alcuni manager della società: tre arresti domiciliari e tre misure interdittive. Tra gli arrestati ci sarebbero anche l’ex amministratore delegato, Giovanni Castellucci (il reato contestato sarebbe di inquinamento probatorio), Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, rispettivamente, ex responsabile manutenzioni e direttore centrale operativo dell’azienda. Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

L’indagine è stata avviata un anno fa dopo un’attenta analisi della documentazione informatica e cartacea. L’argomento, ovviamente, è il crollo del Ponte di Genova. E le criticità che stavano dietro al disastro avvenuto che è costata la vita a 43 persone.

L’analisi della documentazione informatica e cartacea, le indagini tecniche effettuate, l’assunzione delle testimonianze hanno portato gli inquirenti a raccogliere numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova a carico di dei soggetti oggi al centro dell’inchiesta.

Vari gli elementi raccolti: si va dalla consapevolezza della difettosità delle barriere al potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro accaduti nel 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese).

“In particolare – leggiamo su Italia Oggi – è emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti”; e, ancora, “volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi; frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato) e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità’ e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione – obbligatoria – all’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)”.

“Stante il grave quadro indiziario emerso dalle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Genova, ha emesso l’odierna ordinanza applicativa di misure cautelari personali”.

Gli arresti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Genova.

Di questa storia ci sono gli aspetti penali e ci sono anche gli aspetti e i risvolti politici. Quando andò giù il Ponte di Genova – era il 14 Agosto del 2018 – al Governo dell’Italia c’erano i grillini e i leghisti. I grillini si impegnano a cambiare completamente la gestione delle autostrade italiane. Ma non se ne fece nulla.

Nell’estate del 2019 è arrivato il Governo tra PD e grillini. E Autostrade per l’Italia è rimasta al proprio posto, con l’avallo dei grillini.

Il paradosso è arrivato la scorsa Estate, quando è stato inaugurato il nuovo Ponte Morandi. Era l’8 Luglio quando scrivevamo:

“Sta passando quasi sotto silenzio la notizia – in parte, un po’ camuffata da emergenza e buonismo – che il nuovo Ponte Morandi di Genova verrà gestito da Autostrade. In pratica, chi ha gestito il vecchio Ponte Morandi che è crollato gestirà anche il nuovo Ponte Morandi! Questa non è solo la sconfitta dei grillini: è molto di più: è la loro fine politica. Delle battaglie del Movimento 5 Stelle ne restano in piedi solo due: il no al MES (che fino ad ora ha tenuto per evitare la scissione dello stesso Movimento) e la rescissione del contratto con i gestori della autostrade italiane: rescissione sollecitata dai grillini nel 2018, subito dopo il crollo del vecchio Ponte Morandi”.

Da oltre due anni la rescissione è rimasta nel cassetto. E lì resterà, perché ormai i grillini sono alleati di ferro del PD, il partito che non è certo estraneo alla vicenda autostrade.

Milioni di persone hanno votato Movimento 5 Stelle per avere un’Italia mai governata dal PD e adesso si ritrovano con i grillini che hanno votato ed eletto alleati del PD! Trasformismo politico allo stato puro!

Ma in politica, prima o poi, i coti si pagano. I grillini hanno cominciato a pagare il conto della loro inconsistenza politica. Hanno cominciato a pagare il conto alle elezioni europee del 2019 e hanno continuato a pagarlo alle elezioni regionali e comunali.

Il ‘saldo’ finale arriverà alle prossime elezioni politiche quando, a Dio piacendo, il Movimento 5 Stelle scomparirà!

 

 

 

 

 

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