Elezioni americane/ Non è che Biden e i Dem la butteranno in cagnara per cercare di evitare il riconteggio e la Corte Suprema?

11 novembre 2020

La nostra domanda è legittima, perché cominciamo a registrare un po’ di nervosismo tra Biden e i Democratici. Forse i riconteggi in tanti Stati, chiesti da Trump, con l’esclusione delle schede arrivate dopo le 20,00 del 3 Novembre potrebbero creare problemi? Non è che, adesso, partiranno le manifestazioni di piazza? L’ombra della Corte Suprema

Magari ci sbagliamo, ma noi abbiamo la sensazione che l’informazione italiana stia sottovalutando le denunce di Donald Trump sui brogli elettorali. Non sappiamo da cosa dipenda questo atteggiamento, ma un fatto è certo: in America stanno succedendo cose importanti. E che si tratti di cose importanti lo dimostra l’atteggiamento del ‘presunto’ nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden e del gruppo che lo sostiene.

Proviamo a illustrare come stanno le cose.

Per capire cosa sta succedendo è sufficiente seguire come la televisione italiana, nel suo complesso (anche se non manca qualche eccezione), ha seguito e continua a seguire questa vicenda. Considerare come “nuovo presidente degli Stati Uniti d’America” chi vince con grande distacco e in assenza di ricorsi è tutto sommato corretto.

Ma – come nel caso di queste elezioni – dare Biden come vincitore e definirlo ripetutamente “nuovo presidente degli Stati Uniti d’America” è molto azzardato. Infatti c’è un candidato che contesta l’elezione del suo avversario e parla senza mezzi termini di frode elettorale.

E se, come abbiamo scritto ieri, “il ministro della Giustizia degli Stati Uniti, William Barr, ha autorizzato tutti i procuratori federali del dipartimento ad avviare indagini sulle accuse di presunte frodi elettorali che sarebbero state commesse durante lo scrutinio dei voti del novembre“, beh, qualcosa ci sarà: e, in ogni caso, questa è una notizia!

Non solo: sono in corso i riconteggi delle schede in tanti Stati. E questa è una seconda notizia.

La terza notizia è che i giudici stanno eliminando la conteggio le schede arrivate dopo le 20,00 del 3 Novembre, come prevede la legge aericana.

E c’è una quarta notizia da non sottovalutare: in Pennsylvania non c’è solo il riconteggio delle schede: c’è una denuncia su un’eventuale violazione della Costituzione degli Stati Uniti! Come racconteremo in un articolo domani, in Pennsylvania è stato messo in atto un pasticcio con le schede, ignorando una disposizione di legge! In questa storia, come vedremo, c’è di mezzo la Corte Suprema degli Stati Uniti: e su tali violazioni in America non si scherza!

Questo spiega l’atteggiamento di Biden e del suo gruppo. Ieri, per esempio nei TG italiani si raccontava di Biden che si accinge a far causa al presidente uscente (ma è veramente uscente?), Trump. Motivo: Trump si rifiuta di agevolare il passaggio di consegne.

Quella di Biden è un’accusa strana, se non inverosimile. Vero è che negli Stati Uniti opera il cosiddetto concession speech: ovvero il discorso con il quale, a spoglio concluso, il candidato perdente ammette la propria sconfitta. Ma, come già accennato, lo spoglio delle schede non è concluso, perché sono in corso i riconteggi delle schede in tanti Stati in seguito ai ricorsi di Trump.

Di più: dopo le elezioni sono importanti due date: l’8 e il 14 Dicembre.

L’8 Dicembre va in scena il Safe Harbor Day. In pratica, entro questa data, anche in presenza di ricorsi, tutti i voti debbono essere vidimati. Questo significa che un eventuale riconteggio delle schede deve essere effettuato entro l’8 Dicembre. Entro questo giorno gli Stati certificano il risultato delle elezioni e determinano i grandi elettori.

Sei giorni dopo – il 14 Dicembre – i grandi elettori dovranno esprimere il voto: è questo il giorno in cui verrà certificata l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. 

Se tutto andrà bene Biden diventerà presidente il 14 Dicembre (noi nutriamo qualche dubbio). E’ questo il motivo per il quale Paesi come la Cina e la Russia (ma anche altri Paesi) non lo hanno ancora riconosciuto come nuovo presidente.

Ribadiamo: se non ci fossero stati problemi – anche in assenza della certificazione del 14 Dicembre – tutti i Paesi del mondo lo avrebbero già riconosciuto come il nuovo presidente degli Stati Uniti. Ma i problemi ci sono: e sono anche pesanti e preoccupano molto Biden e tutto il Partito Democratico americano.

Cosa ce lo fa pensare? Semplice: il fatto che sia stato Trump a chiedere il riconteggio delle schede. Davanti alle accuse mosse dal presidente uscente, avrebbero dovuto essere i Dem a dire:

“Ok, ricondiamo le schede”.

Che, poi, è quello che si è chiesto qualche parlamentare del Partito Democratico americano che ha affermato:

“Se è tutto regolare che problemi ci sono con i riconteggi?”.

Che la preoccupazione cominci a serpeggiare tra le fila Dem lo si è capito dalle parole di Kamala Harris, vice presidente designata da Biden, che già comincia a parlare di Trump che vorrebbe scippare le elezioni ai Democratici. Accusa strana, ribadiamo: se le elezioni sono state regolari i Dem non dovrebbero avere problemi con il riconteggio. O il fatto che i giudici, come già ricordato, abbiano chiesto di non conteggiare le schede votate arrivate dopo le 20,00 del 3 Novembre sta creando problemi?

Domanda che porta altre domande: non è che i Dem, adesso, la butteranno in cagnara? Non è che, adesso, faranno scendere la gente per strada contro il ‘cattivo’ Trump per cercare di impedirgli di andare fino in fondo in questa storia, dal riconteggio delle schede ad altri fatti (per esempio, la Pennsylvania…)?

Staremo a vedere.

Ci è rimasta in mente, nel TG 2 di ieri sera – uno dei pochi telegiornali che segna quale diversità rispetto a tanti altri nel trattare questa vicenda – una battuta di Mike Pompeo, Segretario di Stato dell’amministrazione Trump. La giornalista gli chiede:

“Biden lamenta che Trump sta creando problemi per la transizione”.

Si riferiva, la giornalista, al fatto che Trump non riconosce la vittoria di Biden.

Pompeo ha risposto non un sorriso:

“Stia tranquilla: ci sarà una serena transizione verso il secondo mandato del presidente Trump…”. 

 

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