Coronavirus in Sicilia/ Turisti, crocieristi, vacanzieri, migranti, scuole aperte. Risultato: caos e politica sputtanata/ MATTINALE 502

10 novembre 2020

La situazione si aggrava. Ma tanti cittadini siciliani – o per sdrammatizzare, o perché considerano i politici chiacchieroni – si rifiutano di credere alla politica. Così si comportano come se nulla fosse: al massimo, concedono di indossare la mascherina. Ieri sera proteste a Cosenza contro l’istituzione della zona rossa 

Turisti, crocieristi, cittadini siciliani in vacanza all’estero tornati positivi, migranti, scuole aperte. Il risultato è l’aumento dei contagi, l’aumento dei ricoveri, l’intasamento dei Pronto Soccorso, i posti di terapia intensiva che si assottigliano. Medici che, la scorsa estate, erano preoccupati fino a un certo punto, mentre adesso sì, sono preoccupati. E i Siciliani? Per dirla con la nostra lingua, sinni stannu futtennu: le immagini di via Etnea a Catania e dei mercatini rionali di Palermo sono emblematiche: la gente, nella nostra Isola, non crede ai politici e alla televisione. Hanno ragione? Secondo noi, in buona parte sì.

Sul quotidiano La Sicilia leggiamo una notizia che dovrebbe fare riflettere chi ha voluto a tutti i costi aprire le scuole italiane in piena pandemia.

Titolo:

“Catania, screening sugli studenti: oltre 4mila tamponi e 332 positivi”

Leggiamo l’articolo:

“Sono stati 4.349 (e 332 sono risultati positivi) i tamponi eseguiti, in provincia, nella terza, ed ultima, giornata della campagna di screening per Covid-19 rivolta agli studenti delle scuole superiori. Sono stati interessati, come è noto cinque Comuni sul territorio provinciale: Catania, Acireale, Adrano, Caltagirone e Paternò.

Questo il dettaglio fornito dalla Asp di Catania.

Catania: eseguiti 1.588 tamponi, con 181 tamponi positivi;

Acireale: somministrati 1.068 tamponi, con 59 tamponi positivi;

Adrano: effettuati 543 tamponi, con 45 tamponi positivi;

Caltagirone: realizzati 400 tamponi, con 4 tamponi positivi;

Paternò: somministrati 750 tamponi, con 43 tamponi positivi.

L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato Regionale della Salute d’intesa con ANCI Sicilia, e ha previsto l’effettuazione di uno screening di popolazione tramite l’esecuzione di test rapidi – rinofaringei -, nei Comuni della provincia con più di 30.000 abitanti e nei quali hanno sede Istituti di scuola secondaria di secondo grado”.

Come si può notare, all’aumentare del numero dei tamponi aumenta il numero degli studenti trovati positivi.

Quindi le scuole aperta in piane pandemia non hanno solo provocato problemi nei trasporti pubblici aumentando caos, assembramenti e, quindi, i contagi: anche nelle scuole il virus circola.

Che cosa verrebbe fuori se i tamponi venissero effettuati, a tappeto, in tutte le scuole non solo siciliane ma anche italiane di ogni ordine e grado, a tutti gli studenti?

Siamo davanti a un grande fallimento del Governo nazionale, che ha voluto a tutti i costi aprire le scuole. In tutto questo sono stati spesi tanti soldi pubblici per l’acquisto di banchi monoposto con le rotelle – peraltro arrivati nelle scuole in ritardo – che non serviranno a nulla. Un disastro totale!

C’è solo questo? No. La vera notizia è che – almeno in alcune aree italiane è così – la gente non crede alla politica.

In Lombardia la situazione è grave, ma le persone non rinunciano alla passeggiata.

A Napoli, Domenica scorsa, sul lungomare, sembrava una giornata come tante: in tantissimi a passeggio: con le mascherine, d’accordo, ma sempre a passeggio.

Idem a Catania, in via Etnea.

Idem a Palermo: e non soltanto nei mercatini rionali.

Perché succede tutto questo? Perché la politica italiana – con in testa il Governo nazionale che ha le maggiori responsabilità – non è credibile.

Che credibilità può avere un Governo nazionale che, durante l’estate, distribuiva bonus vacanze – di fatto invitando gli italiani ad andare in vacanza- e che adesso li invita a stare a casa perché la situazione è grave.

E’ durante la scorsa Estate che gli italiani avrebbero dovuto fare molta attenzione per assestare una bella ‘botta’ al virus!

Invece che è successo in Estate? Liberi tutti: chi al mare, chi in montagna, viaggi all’estero senza problemi, passeggeri gli uni accanto agli altri su aerei, treni e bus, ragazzi liberi di recarsi a Malta e di tornare positivi. E, ancora, migranti a più non posso: quasi 40 mila sbarcati tra Lampedusa e la Sicilia (mentre scriviamo a Lampedusa arrivano ancora migranti: a quanto pare gli unici che nella Sicilia zona arancione possono passare da una provincia all’altra!).

Dopo avere combinato tutto questo disastro la politica italiana ha chiuso alcune importanti attività economiche: guarda caso, quelle attività economiche dove nei mesi scorsi sono stati effettuati investimenti considerevoli – ovviamente a spese dei titolari – per operare in sicurezza: ristoranti, palestre, scuole di danza, teatri e, in generale, luoghi dove vanno in scena – anzi, andavano in scena – attività culturali.

Disastri, su disastri, su disastri. E mentre politicanti da quattro soldi attaccano gli avversari, speculando in modo squallido sulla pandemia (semplicemente incredibili gli esponenti di una certa parte politica che, dopo avere svuotato le ‘casse’ regionali e consentito a Roma di depredare risorse pubbliche alla sanità siciliana, adesso scoprono che ci sono pochi posti letto e poche terapie intensive!), la gente continua a non credere alla politica, nemmeno in presenza di una pandemia che peggiora di giorno in giorno.

In Sicilia, l’abbiamo già accennato, in tanti concedono, al massimo, l’uso della mascherina. Non mancano le proteste di piazza a Palermo e a Catania (anche se non molto ‘gettonate’ dall’informazione).

Ancora meno ‘gettonate’ le proteste di Cosenza di ieri sera come potete vedere in questo video.

A Cosenza la gente è scesa in strada per protestare contro l’istituzione della zona rossa.

Per la cronaca, sono sedici giorni che in Italia vanno in scena le proteste di piazza in tante parti d’Italia.

Non mancano le ‘news’: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria passano da zone gialle a zone arancioni, andando a fare compagnia a Puglia e Sicilia. Mentre la Provincia autonoma di Bolzano passa in zona rossa.

E la Campania? Ragazzi: non ci bastano le attuali proteste di piazza?

Come finirà? Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, grande amministratore della cosa pubblica (lo si vede dallo Stato in cui versa il capoluogo dell’Isola), oggi chiede notizie della sanità siciliana, vuole sapere questo e quello. Il PD siciliano e i grillini siciliani (quelli della Ministra delle scuole aperte…) vogliono sfiduciare di qua e di là.

Tutti questi signori, se veramente vogliono capire come stanno le cose nella sanità siciliana, dovrebbero studiarsi la legge Finanziaria nazionale del 2007, quando si decideva, a partire dal 2009, di far pagare alla Regione siciliana quasi il 50% dei costi della sanità invece del 42%. Siamo certi che conosceranno meglio di noi l’aritmetica: scopriranno così che, dal 2009, lo Stato ha scippato a 5 milioni di Siciliani quasi 8 miliardi di euro di fondi sanitari. 

Se sono interessati a capire qual è la situazione dei posti letto negli ospedali siciliani (comprese le cliniche private convenzionate con la Regione) dovrebbero cercare di capire cos’ha combinato il passato Governo regionale dal 2014 al 2016.

 

 

 

 

 

 

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