Dallo scontro Trump-Biden alla gestione della pandemia a vincere saranno i dubbi e i sospetti

9 novembre 2020

Un fatto è certo: qualsiasi posizione dovesse prevalere, il dubbio ed il sospetto si insinueranno anche su chi non ha gli strumenti per comprendere e leggere ciò che accade. Trionferà il disorientamento

di Marco Lo Dico

Al di là di chi prevarrà fra Biden e Trump, al di là delle tifoserie che ne sostengono le ragioni, questa parentesi della Storia rappresenta la crisi del mondo attuale. Non è più in dubbio la legittimazione di un uomo sull’altro, di uno schieramento su un altro, è in dubbio l’architettura della idea di società e di democrazia.

Alla fine dei giochi a perdere sarà l’idea stessa di democrazia, la vittoria “suprema”…sancita magari dalla Corte Suprema Americana, sarà la vittoria del dubbio e del sospetto.

Qualsiasi posizione dovesse prevalere, il dubbio ed il sospetto si insinuerà anche su chi non ha gli strumenti per comprendere e leggere ciò che accade. Se in crisi è la più grande democrazia considerata faro del mondo occidentale, il mondo occidentale sarà orfano delle certezze di cui si è nutrito e di cui è stato nutrito.

Per chi ha ben chiaro che la democrazia non necessariamente rappresenta la vittoria del migliore, del giusto o di chi ha più ragioni di un altro per prevalere, forse non susciterà sorprese o non inciderà sulla propria capacità di giudizio, ma le masse che hanno bisogno del Capo, del Leader, del Re si troveranno disorientate.

Vincerà la forza, la furbizia, il potere, la prepotenza nell’immaginario collettivo e l’alleato migliore sarà il dubbio e il dubbio è il primo nemico del Re. A prevalere sarà l’idea che a vincere non sarà la scelta democratica, ma sarà l’idea che il potere vince prescindendo dalle scelte individuali e che chiunque dovesse vincere è sempre il potere a vincere.

Le masse condizionate dal Capo, dal Re e dal pastore resteranno orfane della guida legittima e si troveranno disorientate e confuse e a governarle sarà il dubbio e il sospetto. Lo stesso dubbio e lo stesso sospetto che era consapevolezza di pochi, diventerà sempre più patrimonio delle masse, ma se i pochi riescono a razionalizzare e cercano forme di resistenza, le masse prive del pastore diventano pericolose per se stesse.

L’unica certezza che il dubbio non sarà in grado di scalfire sarà la credibilità del mondo come lo abbiamo conosciuto fino a ieri. Già oggi siamo di fronte ad un mondo che non ha più un suo motore dominante regolatore e interlocutore di altri modelli culturali rispetto a quelli occidentali.

Le piazze della protesta dovrebbero più che mai essere sostenute da chi crede nella libertà, ma mai come adesso questo sostegno risulta monco di una identità. Quelle piazze sono divise anche nel sentimento di chi le osserva, combattuto dalla solidarietà a chi soffre per le limitazioni e gli effetti economici e dalla coscienza del rispetto del buonsenso.

Piazze divise, popoli divisi, sensibilità contrastanti fra il desiderio di salvaguardare i diritti acquisiti e il dovere di cambiare un mondo sempre meno umano e sempre più virtuale. L’affermazione dell’umanità come oggetto e spettatrice e il declassamento dell’uomo da individuo protagonista di se stesso a comparsa e marginale nelle scelte di un mondo sempre più artificiale e fine a se stesso.

Foto tratta da continuare a… – blogger

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