Egregio presidente Conte: sono le opposizioni che le debbono chiedere di condividere le scelte di governo e non viceversa!

3 novembre 2020

In  politica vince chi riesce a portare dalla propria parte non solo gli elettori, ma anche gli avversari: a questi ultimi, se il Governo che presiede è in difficoltà, deve provare a fagli condividere almeno alcune posizioni. Ma debbono essere gli avversari a chiederlo: se chi governa chiede aiuto alle opposizioni dimostra debolezza politica e si candida per andare a casa!  

Nella gestione della pandemia il capo del Governo Giuseppe Conte e i suoi Ministri hanno sbagliato quasi tutto. E ora vorrebbero coinvolgere le opposizioni per farle diventare corresponsabili del disastro. Non capiscono che, così facendo, dimostrano una grande debolezza politica, dando ulteriore forza alle opposizioni.

Queste cose le poteva fare Aldo Moro, che infatti con la sua straordinaria abilità politica portava le opposizioni a chiedere di partecipare alle scelte del Governo. Chi ha un po’ di memoria ricorderà che erano stati i comunisti italiani a dissociarsi dall’allora ‘Impero comunista’ con una celebre dichiarazione dell’allora segretario del PCI, Enrico Berlinguer, sull’ombrello della NATO.

Era stato il Pci ad avvicinarsi all’area del Governo: il ‘Compromesso storico’ – ovvero l’incontro tra Pci e DC – è, quanto meno, una svolta politica condivisa dai due partiti.

In Sicilia – dove il ‘Compromesso storico’ è stato anticipato di quattro-cinque anni rispetto al Governo di solidarietà nazionale del 1978 di Giulio Andreotti con la cosiddetta ‘Solidarietà autonomista’ – erano i comunisti che premevano per entrare nel Governo della Regione.

Il Governo regionale di Angelo Bonfiglio – che prende il via  del 1974 – godeva del ‘bonario’ appoggio del Pci. I democristiani siciliani accontentarono i comunisti stravolgendo il regolamento dell’Assemblea regionale siciliana dell’epoca, riscrivendo le competenze delle commissioni legislative con i “pareri obbligatori ma non vincolanti”: con l’impegno che il Governo non sarebbe mai andato contro le commissioni legislative.

Di fatto, una parte del potere esecutivo veniva trasferito al potere legislativo. 

Poi, a un certo punto, i comunisti siciliani non si accontentarono più di “viriri ‘a spisa”: volevano maneggiare “‘a spisa“: e nell’utunno del 1979 misero in croce il Governo di Piersanti Mattarella, per poi costringerlo alla crisi di Governo. Fecero questo perché volevano a tutti i costi entrare nel Governo della Sicilia, non capendo – o fingendo di non capire – che non dipendeva solo dal presidente Mattarella.

Come a Roma, anche in Sicilia erano le opposizioni che bramavano per entrare nel Governo.

Oggi il presidente del Consiglio Conte, dopo avere combinato di tutto e di più, con la situazione sanitaria che si complica, con le piazze che gli contestano le chiusure, con un Ministro che ha scritto un libro sulla pandemia quasi quasi sconfitta e poi l’ha ritirato di corsa e con tutto il resto degli errori cerca di coinvolgere le opposizioni.

La politica non si inventa: la debbono fare le persone che hanno esperienza e comprovate capacità. Ribadiamo: così facendo l’attuale capo del Governo italiano mostra la sua debolezza e la debolezza del suo Governo. La sua strategia politica, anche su questo versante, è sbagliata!

Foto tratta da Il Riformista

 

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