Assalto dei terroristi a Vienna: Europa impreparata e impotente davanti a questi attentati

3 novembre 2020

C’è poco da fare: se i terroristi decidono di colpire, l’Europa non può che subire. Noi non sappiamo se i Servizi segreti di questo o quel Paese europeo abbiamo sventato altri attentati: ovviamente non lo vanno a raccontare. Però dopo i fatti accaduti in Francia, tra chiese date alle fiamme e attentati, dopo i fatti di Bruxelles e, ora, dopo i colpi di Kalashnikov a Vienna dobbiamo prendere atto, al di là della retorica, che siamo fragili e tutt’altro che vincenti

Paura. E’ questo il sentimento che in queste ore drammatiche accompagna i viennesi dopo l’attentato di ieri sera. Noi raccogliamo le notizie che arrivano dalla Capitale dell’Austria dove, stamattina, si registrano 4 morti, 17 feriti e tanta paura.

Vienna è stata colpita in vari punti del centro della città. Un attentato che è andato in scena nell’ultima sera prima prima della chiusura della città per emergenza Coronavirus. Evidentemente un attentato studiato, per colpire le persone che si godevano l’ultima sera di libertà.

Così alla paura per il Coronavirus si è aggiunta la paura per l’attentato. Non è facile farsi trovare preparati quando i terroristi decidono di agire. E ieri Vienna non era preparata. Il Ministro dell’Interno, Karl Nehammer, ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha ricostruito i fatti. L’attacco dei terroristi è stato improvviso.

Si sa che un assalitore è stato ucciso. E’ un simpatizzante dell’Isis. Si chiamava Kurtin S., aveva 20 anni o giù di lì ed era nato a Vienna. Viennese, sì, ma di origini albanesi.

Il giornale Der Falter scrive che l’uomo era noto ai servizi segreti austriaci. Girava per la città armato di un fucile d’assalto automatico, una pistola e un machete. Dopo che è stato abbattuto è stato appurato che l’uomo indossava anche una finta cintura esplosiva.

Kurtin S. non avrebbe agito da solo. Si parla di almeno quattro attentatori. Tre sarebbero ancora in libertà. E’ per questo che le autorità austriache hanno invitato i cittadini a non uscire di casa.

Nella notte del terrore sono quattro le persone che hanno perso la vita: due uomini e due donne. I feriti ricoverati in ospedale perché colpiti da colpi di arma da fuoco sono diciassette: di questi, se i sono in pericolo di vita. Sono invece stabili le condizioni del poliziotto ferito, che è comunque ricoverato in terapia intensiva.

Un passaggio che leggiamo in un articolo de Il Fatto Quotidiano sul terrorista ucciso ci ha colpiti:

“Aveva dei precedenti penali: era stato condannato a 22 mesi da un tribunale austriaco alla fine di aprile 2019 per aver formato un gruppo terroristico. Era poi stato rilasciato all’inizio di dicembre 2019”.

Il Fatto Quotidiano riferisce anche che un giornale austriaco racconta “che poco prima dell’attacco il terrorista aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi. Secondo il tabloid tedesco Bild, l’attentatore ucciso aveva precedentemente postato una foto su Instagram, in cui dimostrava la sua simpatia per lo Stato islamico. L’account è stato chiuso dalle autorità. Nella foto postata sui social si vede un Kalashnikov: sembra la stessa arma usata nell’attacco”.

Secondo i servizi segreti di Vienna, l’attentatore faceva parte di un gruppo di circa 90 islamisti austriaci che voleva recarsi in Siria.

Le cronache raccontano che la prima sparatoria è avvenuta vicino alla sinagoga che era già chiusa da un paio d’ore. Ieri sera, quando arrivavano le prime notizie dell’attentato di Vienna, si pensava a un attentato contro la comunità ebraica. Ma, a quanto pare, le cose potrebbero non stare così: potrebbero, perché la comunità ebraica di Vienna ha fatto sapere che la tesi di un attacco terroristico alla sinagoga, in questo momento, non può essere né negato, né escluso.

Tutto è iniziato ieri sera intorno alle 20,00. Un gruppo di uomini vestiti di bianco e armati di kalashnikov ha iniziato a sparare all’impazzata. Questo è avvenuto a due passi dalla sinagoga in Seitenstettengasse, che si trova nel  centro di Vienna.

Il giornale on line fanpage.it riporta una dichiarazione del rabbino capo di Vienna, Jaron Engelmayer:

“Al momento non ci sono prove chiare di chi o perché questo attacco sia stato effettuato. Pertanto, è troppo presto per dire se si intendesse colpire specificamente la comunità ebraica. Le persone non si sentono al sicuro e le forze di sicurezza funzionano bene. Siamo scioccati dall’attacco e dalla sua crudeltà. Vienna è una città dove le persone vivono insieme in pace. Siamo profondamente tristi e dispiaciuti per le vittime e preghiamo per i feriti”.

La comunità islamica austriaca, che per bocca dei suoi portavoce, si è detta “scioccata” per quanto accaduto, è pronta a cooperare con le forze dell’ordine austriache.

Che dire? Che l’attentato a Vienna non è il primo: basti pensare agli attentati in Francia e a Bruxelles. Sulla rete i commenti sono pessimistici. C’è chi invita a non generalizzare e chi, invece, in preda a conati di pessimismo cosmico, dice che l’Islam conquisterà l’Europa: ci ha provato nel passato e ci sta riprovando.

Per ora, dicono questi pessimisti cosmici, siamo nella fase di colonizzazione: quando arriverà l’ora x ci elimineranno e prenderanno il nostro posto.

Visto dalla parte dei pessimisti cosmici, un dato positivo, per l’Italia, ci sarebbe: noi, in Italia, non ci dobbiamo preoccupare, almeno per ora, perché siamo stati scelti come base operativa per fare arrivare in Europa i futuri euro-arabici, per dirla con Oriana Fallaci…

Saranno sicuramente teorie strampalate, frutto di un’immaginazione fuori luogo: ma fanno lo stesso un po’ paura…

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano 

 

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