Le parole di Toti sugli anziani, Lombardia, Piemonte e Liguria e l’ironia di Lidia Ravera/ MATTINALE 484

2 novembre 2020

Ieri, sulla rete, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è stato oggetto di polemiche al vetriolo per via si una sua incauta dichiarazione sugli anziani. Poi, però, si scopre che, nella riunione di ieri tre Regioni – Lombardia, Piemonte e Liguria – hanno chiesto di lasciare in casa gli over 70! La smentita del Governo nazionale e il post della scrittrice Lidia Ravera. Constatazione finale: nel Nord Italia, nella lotta al Coronavirus, sono divisi e confusi  

Ieri la rete è stata inondata dalle reazioni all’incauta dichiarazione del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti:

“… dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani”, cioè “persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”.

Dichiarazione infelice, che lo stesso Toti ha provato a smentire dicendo di essere stato frainteso. In realtà, se leggiamo bene i giornali ci accorgiamo che l’incontro di ieri tra i rappresentanti sempre più confusi ed incerti del Governo nazionale, i presidenti delle Regioni, i sindaci e i rappresentanti delle Province ci accorgiamo che una proposta che riguarda gli ove 70 c’è: le Regioni Lombardia, Piemonte e Liguria, infatti, chiedono di lasciare in casa proprio gli over 70!

Insomma, la dichiarazione di Toti – guarda caso presidente di una delle tre Regioni che chiede la chiusura per gli over 70 – non era campata in aria: la proposta di lasciare in casa i settantenni c’è, anche se nella serata di ieri è stata poi smentita dal Governo nazionale!

Vale la pena di leggere il commento, su Facebook, della scrittrice Lidia Ravera:

“Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere su questa ipotesi
di chiudere in casa chi ha più di 70 anni. Ci sarebbe da evitare ogni commento, come si lascia cadere, senza prenderla sul serio, una sciocchezza. Ci sarebbe semmai da preoccuparsi per la confusione mentale di chi governa questa situazione eccezionale. Invece prevale lo stupore .
E lo stupore, subito dopo un fatto traumatico, ritarda la percezione del dolore. Ma poi lo senti. Senti che dietro una proposta così rozza e balorda sonnecchia il disprezzo. La convinzione che il più forte ha più diritti, che chi non produce non conta, che chi non si ri-produce non conta. Sonnecchia il senso della superfluità di chi ha vissuto, di chi ha più vita dietro che davanti, ma non per questo gli è meno caro vivere. Si sente il fastidio verso una generazione che è stata, ed è tuttora, spesso, più ricca. Meno precaria. Non di rado risolutiva in situazioni di povertà di figli e nipoti”.

La scrittrice racconta di essere rimasta colpita, qualche anno fa, dalla parola “rottamare” applicata “da un giovane uomo politico”. Così ha scritto un romanzo che s’intitola Gli Scaduti. Così Lidia Ravera racconta per grandi lineae il suo romanzo:

“Al potere c’è un partito unico, che emana una legge per cui chi ha più di 60 anni viene tolto dalla circolazione. Se è stato benestante (e ha sempre pagato le tasse) viene caricato su un treno con i suoi simili e recluso in un grande albergo termale da qualche parte nell’est Europa. Se no finisce in mega caserme dove non si sa che cosa succede… Gli uomini vengono reclusi con gli uomini, le donne con le donne. Per legge bisogna figliare e bisogna farlo entro i 25 anni, per legge la bella casa dei genitori incarcerati passa ai figli, per legge sono vietati i matrimoni fra generazioni diverse e via normando e mentendo (promettono che le mogli raggiungeranno i mariti quando anche loro avranno compiuto in 60 invece non è così eccetera eccetera). Mi sono divertita moltissimo a scriverlo, Gli Scaduti, e qualcuno si è divertito a leggerlo… ma non pensavo che, qualche anno dopo, complice un evento raro, la realtà imitasse, goffamente, l’arte. Spero che il nostro governo, per la grande fiction intitolata Di Pi Ci EMME, trovi ispirazioni più sensate”.

L’ironia non risparmia gli ormai celebri DPCM del capo del Governo, Giuseppe Conte.

Che dire? Come racconteremo più tardi, la verità è che, nel Nord Italia – dove la pandemia di COVID-19 è tornata a colpire duro – non sanno cosa fare: sono confusi e divisi.

Tutto questo mentre in tutta l’Italia si susseguono le manifestazioni degli esponenti di tante categorie produttive contro le chiusure di un Governo nazionale e delle Regioni che ormai navigano a vista.

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