Lo scontro con Roma su bar e ristoranti: l’unica soluzione per la Sicilia è l’Indipendenza!

27 ottobre 2020

Abbiamo chiesto questa riflessione al professore Massimo Costa, economista e figura centrale dell’Indipendentismo siciliano, prima che il presidente della Regione, Nello Musumeci, decidesse – su bar e ristoranti – di fare come il Trentino. A noi questo articolo sembra sempre valido, perché va al di là de contingente

di Massimo Costa

In Italia è inutile cercare ancora brandelli di Diritto costituzionale: da quando i DPCM hanno superato la legge, questa in pratica non esiste più. E per effetto di questo il rapporto tra lo Stato e gli Enti locali ricorda quello del Sacro Romano Impero con le tante entità che ne facevano parte: il potere centrale arrivava dove arrivava la lancia dell’Imperatore; altrimenti Signorie e Comuni potevano fare quello che volevano.

Oggi abbiamo da un lato un Trentino – Alto Adige che, spalleggiato dalla potente cordata Austria+Germania, fa quel che vuole, e disapplica le ordinanze ministeriali emanando le proprie che derogano ed emendano le prime “a piacere”. All’estremo opposto dello Stato, la misera Sicilia si è ridotta a un ruolo di “proposta”: si chiede umilmente la concessione di fare più tardi con la chiusura dei bar, e si spera pure che qualcuno risponda.
Come stanno le cose? Ma è il mondo al contrario?

Non mi sorprenderei se domattina, con un’ordinanza comunale, l’ambizioso sindaco di Messina si mette alla cima delle fonti del diritto, e supera in curva Stato e Regione, e magari prevale pure, nel caos in cui Conte & co. hanno gettato l’Italia.

Ma davvero il Presidente della Regione siciliana, in pratica sulla carta capo di uno Stato nello Stato, deve chiedere permesso a Roma per decidere gli orari di apertura degli esercizi pubblici? Ma è realtà o è un incubo ad occhi aperti?

Potestà esclusiva sul commercio (art. 14), concorrente sulla sanità (art.17), devoluzione integrale delle funzioni su cui si ha potestà esclusiva o concorrente con obbligo di risponderne solo all’Assemblea (art. 20), funzioni di Ministro e titolarità di rappresentare lo Stato in Sicilia (art. 21), funzioni ordinarie di Polizia (art. 31, checché ne dica lo stupefatto Boccia)…

Niente, tutto ciò non serve a niente. Pendiamo dalla mascherina di Giuseppe… E nel frattempo a Trento non solo fanno ciò che vogliono, con un’autonomia inferiore alla nostra, ma nessuno dice neanche nulla.

Lo sappiamo che i TAR, di fronte a questi scontri, non sono del tutto neutrali. L’abbiamo visto e sperimentato. Ma tu fa’ la tua parte. Fa’ le tue ordinanze, solleva il conflitto di competenza dove puoi. Ricordati che è in gioco la sopravvivenza della TUA Terra. Non è questione da giocare sul piano della “graziosa concessione”.

Però, in tutta onestà, so che forse sarebbero solo dimostrazioni di principio. Andrebbero fatte, ma uno Stato abituato a una Sicilia prona metterebbe molto tempo ad essere messo in riga, e forse infine si arriverebbe a un vero e proprio scontro.

La vera soluzione per la Sicilia è una e una sola: l’indipendenza. L’Italia è diventata per noi una camera a gas. E nel frattempo? Nel frattempo almeno cerchiamo di usare le prerogative che abbiamo sulla carta o, visto che qua comanda chi alza di più la voce, cominciamo a farlo. Un Presidente con il Popolo dietro non dovrebbe temere nessuno.

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