Ma quale camorra e destra eversiva: quella di Napoli è una rivolta popolare che potrebbe contagiare tutto il Sud!/ MATTINALE

26 ottobre 2020

Che la camorra provi a strumentalizzare la protesta è nell’ordine italiano delle cose, dal momento che, fin dai tempi della farsesca ‘conquista’ di Napoli da parte di Garibaldi, la camorra era schierata con lo stesso Garibaldi e con i Savoia. Anche la ‘destra eversiva’ è stata spesso strumentalizzata dallo Stato. Piuttosto Conte, De Luca e gli altri presidenti delle Regioni del Sud trovino subito le risorse per chi ne ha bisogno

Mentre in queste ore, davanti alle prime manifestazioni di protesta di Napoli (ma non soltanto di Napoli), c’è chi invoca il ricorso alla forza per reprimere chi scende in piazza, magari dicendo che dietro le manifestazioni ci sono Camorra e destra eversiva, non possiamo fare a meno di ricordare due cose.

La prima cosa che ci preme ricordare è che la camorra – come del resto la mafia siciliana – dal 1860 in poi è sempre andata d’amore e d’accordo con lo Stato italiano. A chi oggi dice che dietro le proteste – a nostro modesto avviso legittime, perché chi non ha un reddito fisso non può morire di fame – c’è la camorra, rispondiamo che sì, è probabile che i camorristi stiano provando a strumentalizzare la protesta di piazza: ma non per questo chi protesta è un camorrista.

Ricordiamo che, nel 1860, senza la camorra, Garibaldi e i garibaldini non sarebbero mai entrati a Napoli, ma sarebbero stati presi a calci nel sedere e gettati in mare. La camorra e i traditori di Francesco II di Borbone hanno consegnato Napoli e la Campania all’Italia dei Savoia. Da allora la camorra – come la mafia – non ha mai fronteggiato lo Stato italiano: anzi!

Quanto alla destra eversiva che starebbe pure dietro le proteste di piazza, si tratta di un’altra trovata del potere italiano che il potere italiano ha sperimentato con ‘successo’ negli anni della ‘Strategia della tensione’: quando c’era da mettere in cattiva luce una protesta di piazza – o magari bloccare i socialisti nei primi Governi di centrosinistra che pressavano troppo sulle riforme per tutelare i ceti popolari – spuntavano le bombe e le stragi, magari accusando gli anarchici che con le bombe e le stragi non c’entravano proprio niente!

Quello che vogliamo dire è che questa storia che criminalità organizzata e destra eversiva stanno dietro a chi protesta – ieri perché si chiedevano riforme sociali, oggi perché si è contro i DPCM affossa-economia di Conte e del suo scombiccherato Governo – è una storia vecchia. Il numero di creduloni che va dietro a queste strumentalizzazioni da quattro soldi è ormai insignificante.

Detto questo, a chi oggi – come certi mezzi d’informazione del Nord Italia che chiedono l’intervento repressivo verso i napoletani che protestano – non possiamo non segnalare che, almeno nel Sud, c’è ancora, tra la gente, la voglia di protestare, mentre a Nord non sanno fare nemmeno questo.

Del resto, l’Emilia Romagna di oggi, inquinata dagli allevamenti zootecnici intensivi e dalle industrie della plastica, oltre che espressione di una fallimentare economia, non è anche l’emblema del fallimento pressoché integrale della sinistra italiana post comunista?

Cosa pensano di fare questi nordisti da strapazzo se il Sud, a differenza di un Nord ormai alla frutta, scende in piazza? Chiedere al Governo Conte bis – preoccupato perché in Campania governa il PD, partito cardine dello stesso esecutivo nazionale – di reprimere la protesta sociale con la violenza? Ma la storia non ha insegnato niente a questi signori? Pensano veramente che, siccome hanno nascosto per oltre 150 anni la vera storia della violenta e criminale conquista del Sud da parte del Nord, di poter ancora dettare legge al Sud?

Signori del Nord e governanti attuali: il tempo delle repressioni è finito. Quanto al Governo Conte bis, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e, in generale, a tutti i presidenti delle Regioni meridionali diciamo: smuovete i vostri deterani e trovate le risorse per famiglie e imprese del Sud. Se farete questo potete stare tranquilli: non ci saranno rivolte popolari.

Foto tratta da NapoliToday

 

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