Emergenza Coronavirus: piano piano le Regioni cominciano a chiudere le scuole/ SERALE

22 ottobre 2020

Avere insistito per la riapertura delle scuole, ignorando che in Autunno sarebbe potuta arrivare la seconda ondata (che infatti è arrivata: e questo la dice tutta sull’inadeguatezza dell’attuale Governo nazionale) è stato un errore. Ma le scuole che il Governo non ha voluto chiudere le sta facendo chiudere, piano piano, il virus. Il comunicato del sindacato ANIEF

Ormai da oltre un mese scriviamo che, in piena pandemia, tenere aperte le scuole è un errore. Di fatto, sin dalla partenza dell’anno scolastico, per mancanza di aule, molti studenti alternano la presenza a scuola con la didattica a distanza. Ma con l’aumento dei contagi alcune Regioni cominciano a valutare quello che andava fatto sin dall’inizio, checché ne dica la Ministra della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina: ovvero chiudere le scuole e organizzare la didattica a distanza.

Leggiamo in un comunicato del sindacato della scuola ANIEF:

“I contagi di Covid sono in forte salita: nelle ultime 24 ore sono 15.199 i casi positivi con 177.848 tamponi e 127 deceduti. Le scuole, è inutile negarlo, sono molto condizionate da questo andamento: diverse Regioni – Lombardia, Piemonte, Campania, Liguria e Lazio – hanno deciso di prendere provvedimenti, con ordinanze che contengono misure ancora più restrittive di quelle contenute nell’ultimo Dpcm di domenica scorsa.

“L’aumento dei contagi – spiega il suo presidente nazionale dell’ANIEF, Marcello Pacifico – potrebbe invece arrivare dagli assembramenti che si vengono a creare al di fuori e dalla mancata implementazione delle corse di corriere, bus e metropolitane. Considerando aree urbane ed extraurbane, come territori ad alto rischio ed altri dove i pericoli del contagio sono minori. Il problema è che in queste condizioni, spesso difficili, la scuola continua a pagare il prezzo del troppo alto numero di alunni per classe, dovuto a scellerate logiche di dimensionamento e di spending review che hanno prevalso su diritto allo studio, organici adeguati, mantenimento delle sedi scolastiche, numero adeguato degli alunni per classe e stabilizzazioni dei precari”.

Nulla è stato fatto per rendere sicuri i trasporti degli studenti nelle scuole: avrebbero dovuto occuparsene le Regioni e i Comuni: e con i 190 miliardi di euro di debito pubblico contratto nell’ultimo anno dall’Italia non sarebbero mancati certo i soldi.

Il Governo Conte bis ha avuto oltre quattro mesi di tempo per ridurre il numero di studenti per ogni aula aumentando le stesse aule: ma così non è stato!

Anche la tesi che nelle scuole non circola il virus non è scientifica: se c’è una pandemia il virus è ovunque e il modo più efficace per contrastarlo, piaccia o no, è limitare al minino, se non eliminare i luoghi affollati.

Intanto il virus avanza: e le scuole cominciano piano piano a chiudere:

“Per il Lazio – leggiamo sempre nel comunicato dell’ANIEF – il presidente Nicola Zingaretti ha deciso con il ministro della Salute, Roberto Speranza, che da lunedì 26 ottobre dovrà essere potenziata ‘la didattica digitale integrata nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e nelle Università. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado incrementeranno ‘il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari al 50 per cento degli studenti, con esclusione degli iscritti al primo anno, mentre le Università aumenteranno ‘il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari all’75 per cento degli studenti iscritti, con esclusione delle attività formative che necessitano della presenza fisica o l’utilizzo di strumentazioni’”.

“La Lombardia – prosegue il comunicato – con ordinanza 623 del 21 ottobre, ha deciso di far partire, sempre da lunedì 26, la didattica a distanza per tutti gli studenti delle classi superiori, con la raccomandazione per gli altri istituti ‘di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della didattica a distanza’. La Regione Piemonte ha introdotto l’obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado, di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula”.

“In Campania le attività didattiche in presenza sono state sospese: lunedì dovrebbero riprendere nelle scuole primarie, ma ci sono forti dubbi per il rialzo dei contagi”.

Le Asl Campane hanno esibito dati per niente incoraggianti sui contagi nelle scuole.

“Didattica a distanza al 50% da lunedì pure nelle classi delle secondarie di secondo grado della Liguria, come previsto dall’ordinanza regionale del 20 ottobre – leggiamo ancora nel comunicato dell’ANIEF -. Possibile blocco in Sardegna, dove il governatore Christian Solinas avverte: ‘Se nelle prossime ore il numero dei contagi aumenterà ancora e quello dei ricoveri continuerà a salire con il trend attuale, saremo pronti a intervenire in maniera radicale’, pensando a uno stop regionale di 15 giorni”.

E in Sicilia? Stanno riflettendo.

Una domanda al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla già citata Ministra Azzolina: se si fosse organizzata sin da maggio la didattica a distanza, considerato che in Autunno era da mettere nel conto la seconda ondata, riservandosi di aprire le scuole quando le condizioni lo avrebbero consentito non si sarebbero risparmiati un sacco di problemi?

E’ o no, l’attuale Governo nazionale, oggettivamente inadeguato?

Foto tratta da Libero Quotidiano

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