Palermo/ Trenta alberi allo ZEN 2 per nascondere il degrado di un quartiere ghetto (8 FOTO)

19 ottobre 2020

Se l’urbanistica esiste, lo ZEN 2 è la negazione di questa disciplina. Perché in questo quartiere il degrado e l’abbandono sono così intensi e così ricercati da sembrare costruiti per rappresentare la materializzazione di tutto ciò che l’urbanistica dovrebbe non concepire  

da Giovanni Moncada
presidente dell’Associazione Comitati Civici di Palermo
riceviamo e pubblichiamo

Parlare oggi dello Zen 2 vuol dire riaprire una ferita mai rimarginata da circa mezzo secolo. Ci costringe a parlare di una umanità relegata fin dagli anni ’60 del secolo passato in una specie di ghetto, un mondo a parte, isolato dalla così detta “società civile”, in un quartiere confinante con la capitale della Sicilia, ma nettamente staccato da essa.

La gente, sradicata dai fatiscenti ma centrali quartieri antichi del Centro storico di Palermo si è dovuta abituare a sopravvivere – non a vivere – adattandosi ad un ambiente privo dei servizi minimi infrastrutturali, in abitazioni – le cosiddette “insulae” – concepite per isolare e non per favorire la convivenza dei vari nuclei familiari.

Nel quartiere, privo di piazze o giardini pubblici, oggi esiste solo un centro di aggregazione, grazie all’impegno delle associazioni Zen Insieme e Save the Children, che cercano di sopperire all’assenza delle istituzioni che hanno fatto sì che questo luogo diventasse discarica di questioni sociali irrisolte.

Già, discarica, la parola che ricorre più frequentemente quando si parla dello Zen.

I giovani crescono fra esclusione, marginalità, povertà economica ed educativa. La discarica per loro è la normalità, perché convivono da sempre con lo spettacolo spettrale delle montagne di detriti, residui dei lavori di costruzione del quartiere negli anni ’60, montagne che ormai fanno parte del paesaggio e su cui è normale scaricare rifiuti di ogni genere, aggiungendo orrore al degrado già esistente.

Sono queste montagne che caratterizzano un quartiere, la cui riqualificazione viene annunciata periodicamente da tempo immemorabile, soprattutto in prossimità delle varie scadenze elettorali.

Come si può spiegare ai responsabili istituzionali che la piantumazione di trenta (30) alberi non servirà a sanare alcuna ferita? Come possiamo convincerli che la sistemazione di un piccolo spazio verde non è sufficiente per dare una minima parvenza di decoro ad un grande quartiere abbandonato e sfregiato da decenni di incuria?

Riteniamo anzi offensivi certi interventi che appaiono solo di facciata, mentre il quartiere soffoca nel degrado più vergognoso, come mostrano le foto che accompagnano questo articolo.

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