Non è che in Italia hanno deciso di bloccare i matrimoni?

14 ottobre 2020

Ce lo chiediamo – e non siamo i soli – perché è incomprensibile che, davanti a centinaia di assembramenti che vanno in scena ogni giorno, il Governo nazionale abbia deciso di creare enormi problemi alle cerimonie nuziali! Il comunicato di Ristoworld Italy, l’associazione di cucina, turismo e difesa del Made in Italy 

Non è che è in corso una mezza congiura politica per bloccare i matrimoni sotto il segno dell’emergenza Coronavirus? Ce lo chiediamo alla luce delle restrizioni per lo svolgimento delle cerimonie nuziali, motivate con il timore di assembramenti, quando, ogni giorno, di assembramenti se ne vedono migliaia!

Basti pensare al trasporto pubblico: tant’è vero che si sussurra l’ipotesi di chiudere le scuole proprio perché gli studenti, ogni giorno, si assembrano nei mezzi di trasporto pubblico! Ci riferiamo soprattutto ai mezzi di trasporto cittadini, ma è lo stesso nei treni, negli aerei, nelle navi.

Di tutto questo caos il Governo – o meglio, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con i suoi ormai ‘celebri’ DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) – su che cosa si va a soffermare? Sui matrimoni! Per appioppare restrizioni. Dimenticando che, di solito, non ci si sposa ogni giorno, mentre sui mezzi di trasporto pubblico gli assembramenti sono scene di ogni giorno!

Ma non ci possiamo fare nulla: il Governo di PD, grillini e renziani ha delle ragioni che la ragione di noi comuni mortali non può percepire. Ci dobbiamo rassegnare? I protagonisti di Ristoworld Italy, l’associazione di cucina, turismo e difesa del Made in Italy, non si rassegnano. Si sono riuniti d’urgenza proprio “per esprimersi, fra l’altro, su quella che viene definita una vera e propria ingiustizia sociale”. Da qui un comunicato:

“Ristoranti, bar e sale ricevimento sono luoghi sicuri! Monta la rabbia all’interno del mondo della ristorazione, del catering e banqueting contro il nuovo Decreto del 12 ottobre che, concretamente, sancisce lo stop a matrimoni (quel che resta di una stagione già disastrata) ed eventi privati”.

“Le limitazioni allo svolgimento di cerimonie nuziali, feste e ricorrenze – commenta il presidente dell’associazione Marcello Proietto di Silvestro, facendosi portavoce dell’intero consiglio direttivo – è una assurdità, perché si compie un atto di ingiustizia”.

L’associazione fa notare l’incoerenza del Decreto varato dal presidente del Consiglio Conte. Si fa notare, ad esempio, che, sugli aerei, “persone sconosciute stiano una accanto all’altra” e che “sui treni e sui bus o all’uscita delle scuole ci sia assembramento”. Dopo di che il Decreto impone il limite di 30 persone per partecipare ad una cerimonia nuziale!

“Tutto ciò – prosegue il comunicato – diventa un motivo in più a scoraggiare le coppie a coronare il loro sogno d’amore, dopo tutti gli sforzi che sono stati fatti per cercare di recuperare una stagione già disastrata”.

Se il Governo continua su questa strada – continua il documento del consiglio nazionale di Ristoworld – deve sapere che, di fatto, decreterà la scomparsa di 2 mila imprese e la creazione di 100 mila nuovi disoccupati. Perché è evidente che, se ci fosse un secondo lockdown, il settore non sarà più in grado di riprendersi. Siamo di fronte a prospettive drammatiche!”.

Un plauso da Ristoworld Italy giunge all’associazione degli imprenditori del banqueting e del catering che sta dimostrando grande senso di responsabilità, come del resto quella dei ristoratori e dei baristi.

“Obiettivo generale, degli imprenditori, addetti ai lavori e della classe politica nella sua interezza – conclude il documento di Ristoworld Italy – è fornire le condizioni perché gli imprenditori seri possano continuare a lavorare nel rispetto della garanzia della salute, così come fatto fino ad oggi. Bloccare la crescita e le occasioni di lavoro è un suicidio di massa!”

“Se il Governo continua su questa linea – conclude la nota di Ristoworld Italy – allora deve intervenire immediatamente con fondi di sostegno seri e concreti, immediati e congrui per sostenere i lavori e le famiglie di un comparto messo in ginocchio dalla crisi e dalle decisioni spesso prese da soggetti che di questo mestiere non conoscono neanche i rudimentali”.

 

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