Vince il sindacato ORSA: affidato a RFI il collegamento veloce Messina-Reggio Calabria

7 ottobre 2020

Oggi, finalmente, la continuità territoriale nello Stretto è consegnata alla gestione della S.p.A. di Stato. Ciò significa che i preziosi servizi essenziali dedicati ai pendolari e al traghettamento dei treni da e per la Sicilia sono fuori dalle esasperate logiche di mercato e di profitto privato che nello Stretto di Messina governano il monopolio del traghettamento dei mezzi gommati

da Mariano Massaro
Segretario generale del sindacato ORSA
riceviamo e pubblichiamo

E’ passata tanta acqua sotto i ponti dallo storico corteo del 14 febbraio 2015 denominato ‘IL FERRIBOTTE NON SI TOCCA’. In quella fase la mobilitazione dell’ORSA riuscì a coinvolgere una massiccia rappresentanza istituzionale della Sicilia e della Calabria che, insieme con la popolazione, scese in piazza a difesa della continuità territoriale nello Stretto di Messina. La memorabile manifestazione, guidata dall’ORSA, unitamente a un movimento popolare spontaneo, riuscì a fermare il progetto di isolamento dei siciliani che, secondo i governi nazionale e regionale di quel tempo, avrebbero dovuto rinunciare al traghettamento dei treni a lunga percorrenza per ottenere in cambio un servizio di traghettamento veloce dedicato ai pendolari dell’area integrata dello Stretto. Lo slogan di quella lotta popolare era chiaro, diretto, senza mezzi termini:

“NOI VOGLIAMO TUTTO!!!”, navi veloci per i pendolari e navi a quattro binari per la continuità territoriale ferroviaria. La piazza organizzata vinse il confronto, i tagli programmati furono archiviati e oggi si vedono primi i risultati concreti. L’emendamento al decreto di agosto approvato al Senato, stabilisce che il collegamento veloce tra le città di Messina e Reggio Calabria d’ora in avanti dovrà essere garantito da RFI, al pari del traghettamento dei treni e del collegamento veloce espletato sulla tratta Messina-Villa S. Giovanni.

Oggi, finalmente, la continuità territoriale nello Stretto è consegnata alla gestione della S.p.A. di Stato, significa che i preziosi servizi essenziali dedicati ai pendolari e al traghettamento dei treni da e per la Sicilia, sono fuori dalle esasperate logiche di mercato e di profitto privato che nello Stretto di Messina governano il monopolio del traghettamento dei mezzi gommati.

Nessun taglio a un servizio per ottenerne un altro, lo slogan “NOI VOGLIAMO TUTTO” comincia a prendere forma. Un doveroso plauso va alla politica che ci ha creduto ed ha fornito gli strumenti legislativi alle rivendicazioni provenienti dal territorio, ma anche al management ed ai lavoratori di Blu Jet, per aver gestito al meglio l’affidamento temporaneo che oggi diventa definitivo.

Attraverso il “FERRIBOTTE NON SI TOCCA” in meno di sei anni si è passati dall’ombra dei tagli all’affidamento di nuovi servizi per i pendolari garantiti con sovvenzioni statali; dal nefasto progetto di “spezzare il carico” per eliminare il traghettamento dei treni, alla costruzione della nuova nave Iginia a quattro binari che presto presterà servizio fra Messina e Villa San Giovanni.

E’ un grande passo avanti ma è solo il primo passo, nell’attesa di un ponte che, fra discordie, pareri contrapposti e promesse elettorali resterà ancorato nelle ipotesi per i prossimi 50 anni, non vi è alternativa al massiccio potenziamento del traghettamento ferroviario e dei mezzi veloci.

Ottenuto l’affidamento della tratta Messina- Reggio Calabria, Blu Jet deve dotarsi di una flotta di proprietà, il noleggio delle navi veloci poteva avere un senso solo durante la gestione provvisoria. La continuità ferroviaria a lunga percorrenza da e per la Sicilia va potenziata e modernizzata, bisogna ripristinare le tratte ferroviarie soppresse nel tempo per i tagli imposti dai governi che si sono succeduti.

Una concreta “cura del ferro” non può prescindere dall’incremento del trasporto su rotaia di passeggeri e merci. Servono più treni e nuovi treni, i vecchi intercity riservati ai siciliani sono ridotti a carri bestiame, i tempi di traghettamento non migliorano da 30 anni, bisogna dimezzarli attraverso l’innesto di nuova tecnologia. Il previsto incremento di produzione produrrà nuova esigenza di personale nell’area dello Stretto, è l’occasione imperdibile per dare risposte ai precari storici che, da oltre vent’anni, attendono di essere stabilizzati! Argomenti questi che l’ORSA chiederà di affrontare nei prossimi incontri con la Dirigenza di RFI.

Foto tratta da Stretto Web 

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