Agostino Cascio: ecco come agli agricoltori del Sud e della Sicilia scippano il grano duro salubre per quattro soldi!

4 ottobre 2020

“Con la media settimanale formata dal prezzo del grano duro (cattivo) acquistato all’estero si paga il grano duro buono siciliano e del Mezzogiorno d’Italia”, scrive Cascio. Le navi cariche di grano duro estero (spesso con il glifosato) fatte arrivare in Puglia e in Sicilia per far crollare il prezzo. La ‘magia’ della pasta industriale italiana prodotta quasi tutta con “grano duro italiano”. E il grano estero che arriva con le navi che fine fa? 

Riprendiamo volentieri un post piuttosto colorito di Agostino Cascio, agricoltore di Sicilia, protagonista dell’Associazione Agricoltori riuniti. Noi riportiamo le dichiarazioni di tutti i protagonisti del mondo agricolo siciliano che ci contattano o che troviamo sulla rete. Questa è particolare sia per l’argomento che tratta  – il prezzo del grano – sia per la passione con la quale l’autore di questo post stigmatizza alcune questioni oggi centrali.

Cascio parte da un articolo nel quale si legge la preoccupazione di un eventuale aumento del prezzo del grano e,in generale. dei cereali.

“Sono preoccupati se i prezzi del grano o dei cereali dovessero aumentare…(come se in questo momento fossero strapagati). VERGOGNA!!! Mi viene alla mente di rispondere alla grande Mafia mondiale organizzata, con parole dure e dispregiative. Gli scrivo solo “pezzi di CORN…, AVETE PIU’ CORNA CHE CAPELLI IN TESTA!”.

Ricordiamo che, fino allo scorso anno, il prezzo del grano duro della Sicilia e, in generale, del Sud Italia, è rimasto bloccato a 18-20 euro a quintale. Solo quest’anno, grazie a una congiuntura internazionale, il prezzo del grano duro ha toccato punte di 28-30 euro al quintale in Puglia e in qualche altra Regione del Sud Italia, mentre in Sicilia non è andato mai oltre i 25-26 euro a quintale.

La reazione di chi è abituato a scippare il grano duro agli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia non si è fatta attendere, se è vero che la scorsa Primavera e la scorsa Estate, nonostante la pandemia di Coronavirus, non sono mancate le solite navi cariche di grano duro estero arrivate nei porti pugliesi e nei porti siciliani. Una manovra ad arte per far crollare il prezzo del grano duro siciliano e, in generale, del Sud Italia.  

Scrive ancora Agostino Cascio:

“Produrre un Kg di grano quest’anno è costato al contadino 0,34 centesimi più IVA e trasporto. Ad inizio trebbiatura in Puglia non ne hanno potuto fare a meno e si ci attestava a 0,34 centesimi al Kg, mentre in Sicilia ci pagavano il grano salubre a 0,28 centesimi di euro al Kg, compreso IVA e trasporto”.

Cascio ricorre a parole molto colorite:

“VERGOGNATEVI DI AVER CREATO UNA INGIUSTIZIA SOCIALE, avvelenando la gente ed impoverendo gli Agricoltori. OGGI viene CREATO appositamente tutto l’anno UN MERCATO DI RIFERIMENTO PREZZI LOCALI AL RIBASSO, VORREBBERO SOTTOPAGARE IL NOSTRO GRANO SALUBRE A 0,22-023 centesimi di euro Kg. NO… CORN…, NON POTETE FARE PASSARE PER NORMALE IL GRANO ESTERO CONTAMINATO CHE ARRIVA CON LE NAVI IN SICILIA ED IN ITALIA (SI che VALE) ….. DA 0,27 a 0.33 cent euro al Kg!”.

E invece il grano che arriva con le navi passa: e siccome contiene glifosato in quantità inferiore ai generosi e truffaldini limiti fissati dalla truffaldina Unione europea, grazie a un altrettanto truffaldino regolamento europeo viene scritto che il grano estero arrivato con le navi è a glifosato zero! Tutto a norma di legge europea!

Invece il glifosato c’è!

E la cosa ancora più ‘bella’ è che quasi tutti i produttori di pasta industriale italiana scrivono:

“Pasta prodotta con solo grano duro italiano!”.

Ma allora che fine fa tutto il grano duro che arriva con le navi in Puglia e in Sicilia? Mistero…

Cascio si sofferma anche su altro aspetto troppo spesso dimenticato: il pane.

“Beh – scrive ancora Cascio – allora volendo attribuire il giusto valore al nostro grano salubre prodotto nel Mezzogiorno, non ci dovrebbe essere quotazione minima di 1,20 centesimi di euro al Kg. Considerando che il pane mediamente costa da euro 2,50 al Kg a 3,50, ed in certe zone anche 5,00 euro al Kg”.

Poi ancora una stoccata alla pasta:

“L’Italia è il primo Paese al mondo per esportazione della pasta, con un fatturato del 33% a livello mondiale. Al secondo posto c’è la Cina con il 9% di fatturato mondiale di pasta. Insomma, ai nostri produttori in situazioni di sottomissione da oltre un quarto di secolo viene derubato il grano e tutti i cereali con un mercato truccato, creato appositamente a ribasso tutto l’anno (dove sei ANTITRUST?). Con fatturazioni di grani esteri contaminati o di dubbia qualità che, settimanalmente, mediano il valore di riferimento del mercato locale attraverso le Borse merce locali”.

Il risultato, conclude Cascio, è che “con la media settimanale formata dal prezzo del grano duro (cattivo) acquistato all’estero si paga il grano duro buono siciliano e del Mezzogiorno d’Italia”.

Seguono una serie di aggettivi che potete immaginare…

Riuscirà la CUN (Commissione Unica Nazionale) sul grano duro – che sulla carta dovrebbe essere operativa a breve (noi fino a quando non la vedremo non ci crederemo: che il Governo nazionale di PD, grillini e renziani possa fare qualcosa di utile al Sud e alla Sicilia per noi è impossibile) – a porre fine a queste storture?

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