Formazione: gli assessori Lagalla e Scavone danno buca ai sindacati. Impegni elettorali. Anzi, no, istituzionali…

30 settembre 2020

Questa la versione ufficiale. A nostro avviso i due assessori sono affetti da ‘sindrome da legge 25-93’, una patologia politica che, dal 2008, è ‘epidemica’ in Sicilia e provoca gravi disturbi della memoria a chi dovrebbe applicarla. Per evitare ‘camurrie’ i due assessori, insieme con il dirigente generale Giovanni Bologna, si sono resi uccel di bosco. Domanda al Governo regionale: quanto durerà ancora ‘sto babbio?

“Oggi il calendario non segna soltanto la fine del mese, ma anche la fine della credibilità di un’amministrazione regionale che diserta opportunamente importanti tavoli tecnici con la sigla sindacale la cui unica colpa è quella di non fare accordi a svantaggio dei lavoratori, preferendo sedersi a tavolino con quella ben nota miriade di sigle il cui risultato finisce sempre a tarallucci e vino”.

Comincia così una nota firmata dal segretario regionale del SIFUS CONFALi Formazione professionale della Sicilia, Costantino Guzzo. Oggi era previsto un incontro con due assessori regionali. Ma…

“Oggi due assessori regionali – Roberto Lagalla, titolare della Formazione professionale, e Antonio Scavone, titolare dell’assessorato al Lavoro della Sicilia – hanno dimostrato ancora una volta ad un’intera platea di lavoratori che la loro parola conta meno di zero”, taglia corto Guzzo. Che aggiunge:

“E’ chiaro che l’intenzione è quella di non risolvere l’ormai annosa vertenza dei lavoratori della Formazione professionale siciliana, lavoratori massacrati da tutti gli assessori che, dal 2008, si sono succeduti fino ad oggi”.

Nel comunicato del SIFUf CONFALI si ricostruiscono i fatti:

“Dopo aver concordato un importante tavolo tecnico con il segretario generale del SIFUS CONFALI, Maurizio Grosso, ufficializzato con nota prot. N. 3709/Gab del 23/09/2020, tavolo in cui gli assessori al ramo avrebbero dovuto finalmente pronunciarsi sull’applicabilita della legge regionale n. 25 del 1993, che prevede la ricollocazione del personale rimasto inoccupato, una rappresentanza dello stesso sindacato SIFUS CONFALI ha visto oggi, per l’ennesima volta, disattendere un’impegno di notevole importanza”.

Domanda: perché gli assessori erano assenti? Lo chiediamo al telefono allo stesso Guzzo:

“All’inizio – ci risponde il sindacalista del SIFUS Confali – ci hanno detto che erano impegnati in campagna elettorale. Poi hanno capito di averla detta grossa e si sono corretti: impegni istituzionali”.

Già, la solita formula che significa tutto e niente.

“Tutto questo – leggiamo sempre nel comunicato del segretario del SIFUS CONFALi Formazione professionale siciliana – ci dà l’idea che chi ci amministra ha perso il senso della realtà. Ma io credo che in tutte le cose c’è un punto di arrivo, e anche se oggi qualcuno non ha mantenuto la parola, la nostra organizzazione sindacale ha la consapevolezza che si è sempre dovuta scontrare con un’amministrazione inadempiente e che ogni nostra conquista è il risultato di anni di lotte”.

Chiusura con una promessa li lotta dura:

“Da Lunedì – dice ancora Guzzo – la nostra organizzazione sindacale porterà sotto l’assessorato alla Formazione professionale una protesta più forte ed incisiva”.

Chiediamo a Guzzo sempre al telefono: ma alla fine qualcuno – magari non impegnato in campagna elettorale – si è presentato all’appuntamento?

“Sì – ci risponde il sindacalista -. C’era la dottoressa Patrizia Valenti, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, e un capo di gabinetto. Abbiamo detto che c’è un impegno assunto con due assessori e con il dirigente generale, Giovanni Bologna, l’unico che sa che la legge regionale n. 25 del 1993. Noi non ci arrendiamo”.

Dura la vita dei lavoratori massacrati e disoccupati della Sicilia da quando è fallita-finita la sinistra. Quello dei lavoratori della Formazione professionale è un esempio paradigmatico del fallimento della sinistra politica.

Questi lavoratori sono stati licenziati, in alcuni casi non gli hanno nemmeno corrisposto gli arretrati e altre indennità. Alcuni degli enti no profit dove prestavano servizio sono stati dichiarati falliti (oltre alla sinistra, in Sicilia, sono falliti anche alcuni enti no profit…). E quando alcuni lavoratori, disperati, hanno alzato un po’ il gomito sono stati anche condannati.

Per fortuna che sono ancora in piedi a combattere contro Governi regionali di centrosinistra e centrodestra che, con loro e per oro, pari sono.

Così vanno le cose in Sicilia nell’anno di grazia 2020. E così sia…

Foto tratta da Libertà Sicilia

 

 

 

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