Storia & Controstoria

Quando nel 1860 i Savoia dovevano sbarazzarsi di mille e 600 meridionali. Li hanno mandati nel lager di Fenestrelle?

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La domanda che poniamo è legittima se andiamo a leggere “Il carteggio di Cavour”. Dove si parla di mille e 600 prigionieri del Sud Italia, definiti senza mezzi termini “canaglia”, dei quali i generali piemontesi non sapevano cosa fare. Li hanno rimandati al Sud o sono finiti massacrati a nella fortezza di Fenestrelle? 

“… Non ti devo lasciar ignorare che i prigionieri Napoletani dimostrano un pessimo spirito. Su 1600 che si trovano a Milano non arriveranno a 100 quelli che acconsenton a prendere servizio. Sono tutti coperti di rogna e di vermina, moltissimi affetti da mal d’occhi… e quel che è più dimostrano avversione a prendere da noi servizio. Jeri a taluni che con arroganza pretendevano aver il diritto di andar a casa perché non volevano prestare un nuovo giuramento, avendo giurato fedeltà a Francesco secondo, gli rinfacciai che per il loro Re erano scappati, e ora per la Patria comune, e per il Re eletto si rifiutavan a servire, che erano un branco di carogne che avressimo trovato modo di metterli alla ragione. Non so per verità che cosa si potrà fare di questa canaglia, e per carità non si pensi a levare da questi Reggimenti altre Compagnie surrogandole con questa feccia. I giovani forse potremo utilizzarli, ma i vecchi, e son molti, bisogna disfarsene al più presto”.

Lamarmora; del Carteggio di Cavour, La Liberazione del Mezzogiorno, Zanichelli (tratto da BRIGANTI).

Questo passo del Carteggio di Cavour è importante, perché ci dice che cosa i militari savoiardi pensavano delle genti meridionali, in particolare, in questo caso, dei “prigionieri Napoletani”. Dalle parole di questa lettera si nota il disprezzo verso il Sud e i suoi abitanti che, ad esempio, ritroviamo nella Lega di Bossi di fine anni ’80 primi anni ’90 del secolo passato.

Ma c’è un elemento che deve fare riflettere, là dove si legge:

“… ma i vecchi, e son molti, bisogna disfarsene al più presto”.

Sarebbe interessante capire che fine hanno fatto questi “vecchi” che si trovavano a Milano all’indomani della ‘presunta’ unificazione italiana. Sono riusciti a tornare nel Sud o, per “disfarsene”, sono stati utilizzati altri metodi?

Ce lo chiediamo perché, ancora oggi, in Italia, si continua a negare le atrocità commesse dai Savoia nella fortezza di Fenestrelle che il nostro Ignazio Coppola ha ben raccontato su I Nuovi Vespri: atrocità che hanno anticipato i campi di concentramento nazisti.

Come già accennato, ancora oggi la televisione continua a nascondere la storia di una strage ai danni della gente del Sud

La verità è che l’Italia, nata male – con l’occupazione del Regno delle Due Sicilie da parte dei piemontesi appoggiati dagli Inglesi – è cresciuta in peggio. E ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. Se, ancora oggi, il Sud viene sistematicamente derubato dal Centro Nord Italia, questo è avvenuto anche perché si continua a negare i fatti storici avvenuti.

Gli stolti – e purtroppo non mancano – che dicono che ormai, a oltre 150 anni di distanza, bisogna evitare i parlar male di Garibaldi, dei Savoia e di quel grande equivoco che è stato nel Sud il cosiddetto Risorgimento, rimangono tali: cioè stolti. E finiscono con l’avallare le ingiustizie che, iniziate nel 1860, l’Italia continua a infliggere al Sud!

Foto tratta da Torino – la Repubblica   

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