Le gesta ‘eroiche’ dei Savoia in Sicilia/ Torturato non voleva parlare: era sordomuto!

21 settembre 2020

Sembrano storia incredibili. Pagine dell’orrore venute fuori dalla fantasia malata di un detrattore di casa Savoia. Invece è un fatto accaduto a un sarto palermitano, al quale gli aguzzini al soldo dei piemontesi volevano estorcere una confessione: da qui le torture indicibili. Solo alla fine si accorsero che l’uomo era sordomuto…

Altra inimmaginabile sevizia fu quella perpetrata a danno del palermitano Antonio Cappello, di mestiere sarto, chiuso a viva forza dai carabinieri in ospedale e torturato per parecchi giorni con ferri roventi – 154 bruciature! – perché i suoi aguzzini volevano sapere i nomi di certi simpatizzanti borbonici e, solo quando il disgraziato fu in fin di vita, i suoi carnefici si accorsero che non poteva rispondere all’interrogatorio perché era sordomuto.

Vito D’Ondes Reggio ne parla alla Camera nella stessa seduta del 7 dicembre 1863 ed annota un particolare:

“La madre potrà finalmente vedere suo figlio, inzuppare un fazzoletto nel sangue di lui, dargli un pane perché lo avevano affamato…”.

E conclude:

“Io non ho fiducia negli agenti del governo: sono tre anni che si commettono atrocità innumerevoli, e non fu mai punito un funzionario reo, nemmeno quello che fu convinto d’aver fucilato cinque innocenti!”.

Furono anche registrati i nomi dei torturatori: Antonio Restelli di Milano, Alessandro Maffei di Lucca e Alessandro Rinieri di Bologna. La foto del corpo martoriato di questo giovane fece inorridire l’Europa.

Michele Antonio Crociata Sicilia nella storia – Tomo II, Dario Flaccovio Editore, pag. 112.

Foto tratta da Social Up

Schegge di storia 10/ Non voleva rivelare i nomi dei suoi amici borbonici: torturato e ucciso. Ma era sordomuto! Che bravi i piemontesi…

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