Grano duro in Sicilia: grande fermento per la CUN. Sarà la volta buona?/ MATTINALE 545

20 settembre 2020

Noi ci auguriamo che sia la volta buona. E ci sembra più che giusto dare spazio a Cosimo Gioia e ad Agostino Cascio, due agricoltori da sempre in prima fila nelle battaglie culturali e politiche in favore dell’agricoltura siciliana. Ma noi non ci fidiamo dell’attuale Governo nazionale, non ci fidiamo della Ministra Teresa Bellanova e non ci fidiamo dell’Emilia Romagna, oggi la Regione più antimeridionale d’Italia 

Si torna a parlare della CUN del grano duro, la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe porre fine alle speculazioni sui prezzi del grano duro, coltura d’elezione nel Sud Italia. Se proprio la dobbiamo dire tutta, considerato che, in questa storia, di mezzo c’è la Ministra delle Politiche agricole, la renziana Teresa Bellanova, considerato che la Bellanova è pugliese e che in Puglia – Regione dove il grano duro è coltura molto diffusa – si vota per le elezioni regionali, noi non ce la sentiamo di escludere che si tratti di una fiammata elettorale destinata a spegnersi dopo le elezioni. 

Perché scriviamo questo? Perché occupandoci spesso di agricoltura non possiamo non notare qualche passaggio un po’ strano. Ricordiamo che Conferenza Stato-Regioni ha approvato il decreto che stabilisce criteri e modalità del Fondo CUN lo scorso Marzo: come mai se ne torna a parlare oggi?

Per carità: è probabile che a sbagliarci siamo noi, che magari eccediamo nei retro-pensieri, forse perché siamo convinti che dall’attuale Governo nazionale non arriverà mai qualcosa di buono per il Sud, per la Sicilia e per l’agricoltura del Sud e della Sicilia. Magari questa volta ci sbagliamo: magari ha ragione il nostro amico Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della nostra Isola che, sulla pagina Facebook Agricoltori di Sicilia scrive:

COSIMO GIOIA E LA COMUNICAZIONE DI SERVIZIO – “Urgente comunicazione di servizio. La CUN, Commissione Unica Nazionale, finalmente è realtà. Stabilirà il prezzo del grano secondo le caratteristiche dei vari campioni. Si differenzierà per il grado di proteine, l’assenza di residui tossici, il colore, la provenienza etc. Di fatto sostituirà le Borse merci. Era quello che noi agricoltori volevamo. Il Comitato sarà composto da membri nominati dalle varie Organizzazioni Sindacali di categoria. Siamo riusciti ad affiliarci alla Confederazione Nazionale Liberi Agricoltori che è una nuova sigla fondata da Agricoltori di buona volontà che già opera con tutti i servizi espletati dalle vecchie Organizzazioni di categoria. La cosa importante è che, in questa struttura, per il Comitato CUN, si sceglieranno Agricoltori veri e non i soliti funzionari che di agricoltura non ne capiscono niente. Perché tutto questo avvenga bisogna intestare le deleghe per la CUN a questa organizzazione, pur rimanendo per il resto iscritti alle vecchie sigle. Mi permetto di aggiungere che questa è un’occasione unica per risollevare il prezzo del grano e, quindi, se non prendiamo questo treno, è perfettamente inutile lamentarsi”.

“La delega – sottolinea Gioia – deve pervenire entro il 28/09/2020. Più siamo e più possibilità avremo di avere qualche componente Siciliano che difenda le nostre ragioni. A questo punto, visto la brevità del tempo, metto a disposizione la mia mail e il mio telefono per ricevere eventuali deleghe. La cosa è stata poco pubblicizzata per ovvi motivi che potete immaginare. Dimenticavo di dire che in questa Commissione saranno presenti anche i rappresentanti degli industriali, degli importatori, dei mulini etc. Quindi ci sarà da combattere, sta a noi farlo. Le deleghe di cui allego il modulo da compilare vi prego di farle pervenire unitamente ad una fotocopia del documento di identità, se siete convinti di farlo, a: cosimogioia1950@libero.it(tf:3804699619) . Vediamo se siamo capaci di attuare questa svolta storica”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il post su Facebook di un altro noto e battaglieri agricoltore, Agostino Cascio.

Cascio si rivolge a tutti i volontari del gruppo regionale degli Agricoltori Riuniti della Sicilia:

“Dopo ampio approfondimento su che cos’è la CUN del grano duro, dopo dibattiti e confronti, abbiamo deliberato di coinvolgere con il passa parola il massimo numero di Aziende Agricole Cerealicole Siciliane ad aderire alla nostra iniziativa, che si concluderà con la consegna delle DELEGHE SULLA CUN entro il 28/09/2020. Compilate, firmate, come da modello, con allegato fotocopia di documento d’identità valido dell’Azienda che aderisce alla Confederazione Nazionale Liberi Agricoltori”.

Anche Cascio, come Gioia, fa capo alla stessa organizzazione.

Cascio avverte che “il proselitismo nelle campagne avverrà anche con un volantino con il nostro logo dove si illustra cos’è la CUN e a cosa serve:

“Serve – scrive Cascio – a stabilire i prezzi reali e legali del grano duro a cui tutti i compratori si debbono attenere, dando valore economico al grano sulla qualità, in assenza di contaminanti glifosate (o glifosato) e Don (micotossine DON) e quindi in base all’assenza di tossicologicità”.

Aggiunge Cascio:

“Chi può aderire alla nostra delega per la Confederazione Nazionale Liberi Agricoltori? Tutte le aziende agricole che producono grano e non abbiano delegato altre Organizzazioni sindacali di Categoria agricole)”.

A questo punto arriva la parte ‘politica’ del ragionamento di Cascio, introdotta con una domanda:

COLDIRETTI, CIA E CONFAGRICOLTURA? NO, GRAZIE! – “Perché delegare per la CUN sul grano duro la Confederazione dei Liberi Agricoltori? Perché si tratta di un’Organizzazione Nazionale rappresentativa di Categoria Agricola, sorta dalla decisione di colleghi nostri che erano stanchi di appartenere alle Categorie agricole tradizionali, responsabili del nostro disastro economico e sociale”.

E’ evidente che tanti agricoltori siciliani non ripongono più molta fiducia nelle organizzazioni agricole tradizionali: Coldiretti, CIA e Confagricoltura. Organizzazioni che, “supinamente e passivamente – dice Cascio – hanno accettato le scelte politiche scellerate, contro i lavoratori e produttori agricoli Siciliani ed Italiani”.

Noi non abbiamo le conoscenze del mondo agricolo di Cascio. Tuttavia, non possiamo non sottolineare la differenza che riscontriamo in Sicilia tra Coldiretti e CIA da una parte e Confagricoltura dall’altra parte. Se è vero che le prime due organizzazioni sono state assenti e consenzienti rispetto ai soliti attacchi contro l’agricoltura del Sud e della Sicilia (si pensi alla vergogna del CETA che sta penalizzando le aziende del Sud, o all’altrettanto vergognosa vicenda della varietà di grano duro antico Senatore cappelli scippata al Sud e alla Sicilia da una società bolognese che nulla ha  che vedere con la tradizione del grano duro), è altrettanto vero che Confagricoltura Sicilia alcune importanti battaglie politiche e sociali in favore dell’agricoltura siciliana le ha portate avanti e le porta avanti.

Chiusa questa digressione, segnaliamo ancora l’importanza, sottolineata da Cascio e da Gioia, di raccogliere quante più deleghe possibili. E qui sta alla maturità degli agricoltori siciliani e, segnatamente, dei produttori di grano duro. Che dovranno scegliere tra l’atteggiamento paternalistico e fallimentare, in termini di risultati concreti, delle vecchie organizzazioni agricole, o se puntare a un cambiamento.

IL NO DI TERRA E’ VITA – Segnaliamo anche che un’altra importante realtà del’agricoltura siciliana – l’Associazione Terra è Vita – ha assunto una posizione diversa: si batte per cambiare il corso delle cose nel mondo agricolo della nostra Isola, ma non aderisce all’appello per aderire all’iniziativa lanciata dalla Confederazione Liberi Agricoltori.

ATTENTI AI BOLOGNESI – Che dire, allora? Che se la CUN diventerà realtà – e per questo si batte da tempo il senatore Saverio De Bonis (da tempo irraggiungibile) – sarebbe bene capire dove dovrà avere sede. In un Paese civile la sede della CUN del grano tenero dovrebbe avere sede nel centro Nord Italia, mentre la CUN del grano duro dovrebbe avere sede o in Puglia o in Sicilia, che sono le due Regioni che producono l’80% circa del grano duro italiano.

Ma siccome noi conosciamo l’Italia e come l’Italia tratta il Sud, noi non escludiamo qualche colpo di coda: ricordiamoci che la CUN per il grano duro è stata proposta nel 2015; la legge nazionale che l’ha istituita è del 2017; ma fino ad oggi è rimasta sulla carta per volontà degli industriali, che vedono come fumo negli occhi una CUN con sede in Puglia o in Sicilia.

Il fatto che non si parli della sede della CUN la dice lunga sull’attuale Governo nazionale di PD, grillini e renziani, tre formazioni politiche ferocemente antimeridionali e antisiciliane…

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