J'Accuse

Palermo, Orlando salvo per un voto, la città resta un disastro. In Procura lo scontro tra il sindaco e Giulia Argiroffi

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Con tutto il rispetto, non capiamo cosa hanno da ‘festeggiare’ gli esponenti della finta sinistra di Palermo. Intanto il voto: il sindaco si è salvato per un voto. La città, invece, non c sembra salva: al contrario, ci sembra più infognata che mai. la novità è che, oltre al sindaco e alla sua Giunta conosciamo i nomi di altri 20 politici responsabili dello sfascio della città: sono i 20 consiglieri comunali che hanno salvato la poltrona al sindaco   

Festeggiano: ma cosa festeggiano gli amici della finta sinistra che ‘sgoverna’ Palermo? Il fatto che, per un voto, Leoluca Orlando resti il sindaco di una città allo sbando? Festeggiano l’immondizia non raccolta che invade strade e marciapiedi? Festeggiano le periferie della città abbandonate? Festeggiano i bus dell’AMAT che non passano mai, lasciando i cittadini in attesa per ore ed ore? Festeggiano le bare accatastate al cimitero dei Rotoli in attesa di sepoltura? O l’inchiesta sulla Commissione urbanistica?

Io sono il sindaco, io ho la maggioranza, io di qua e io di là: ma cosa ha lei, di concreto, tra le mani, sindaco Leoluca Orlando? Noi ricordiamo ancora le elezioni comunali del 2017, lo spoglio delle schede durato un mese: tutte le ‘stranezze’ di quei giorni che abbiamo documentato. Per provare a capire lo sfascio della Palermo di oggi bisogna tornare a quei giorni: e si comprendono tante cose…

E’ quel Consiglio comunale venuto fuori da ‘quello’ spoglio che ieri ha salvato la poltrona del sindaco: lo ricordi il sindaco e lo ricordino anche ai consiglieri comunali. 

Comunque una cosa in più la sappiamo rispetto a prima: oltre a lei e alla sua Giunta, egregio signor sindaco, ci sono altri venti politici cittadini che sono responsabili quanto lei e quanto la sua Giunta della situazione di degrado e di abbandono in cui versa la città: sono i venti consiglieri comunali che ieri hanno respinto la mozione di sfiducia.

A quanto leggiamo qua e là, al sindaco non sono andate a genio le parole della consigliera comunale, Giulia Argiroffi, che ha parlato di “clientelismo di persone vicine a Lima e a Ciancimino”. Leggiamo su PALERMOTODAY che il sindaco intende sporgere querela.

“Di quello che ha detto, Argiroffi ne risponderà davanti alla magistratura. Prenderò un legale personale per tutelarmi dalle accuse che mi ha rivolto. Andate a vedere chi erano gli esponenti politici che mi hanno sostenuto nell’85 e nel ’93, altro che Lima e Ciancimino… Loro erano i miei nemici, così come lo è stato più avanti l’ingegnere Nino Bevilacqua, sindaco occulto durante l’era Cammarata”.

Su Facebook leggiamo la replica della stessa Giulia Argiroffi:

“Io non ho paura di Leoluca Orlando! Le sue minacce dimostrano solo che ho esattamente centrato. Se Orlando mi vuole querelare che lo faccia!
Sappia che io non ho paura. (Lui era quello che denunciava senza raccontarlo, in questo caso annuncia prima… mi sta forse mandando un AVVERTIMENTO?)”.

E ancora:

“Tutto quello che ho dichiarato è documentato OVVIAMENTE. Domani trasmetto alla Procura le visure catastali e camerali degli edifici che da sempre affitta dagli stessi privati dell’ ‘AFFARE AFFITTI’ di Lima e Ciancimino. E lo informo, così se prima della querela volesse avere maggiore contezza dei documenti (magari si è distratto per 40 anni) e avesse difficoltà nei suoi uffici, può andare a consultarli in Procura”.

 

 

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