Emergenza Coronavirus: entreranno nelle nostre case per dirci come ci dobbiamo sedere a tavola?

13 settembre 2020

Con tutto il rispetto, non riusciamo a capire l’ossessione italiana verso i ragazzi: discoteche no, assembramenti neanche, feste nemmeno. Solo per loro vale questo ‘regime terapeutico? E chi rientra dai viaggi all’estero? E i turisti e i crocieristi che invadono le città ogni giorno? E i migranti ammassati tra Hotspot e Centri di accoglienza? E i dubbi sulla riaperture delle scuole? Verremo ‘schedati’ per avere espresso questi dubbi?

Nel nome dell’emergenza Coronvirus entreranno nelle nostre case per dirci come ci dobbiamo sedere a tavola? Ovviamente, la domanda è una mezza iperbole, però… però dobbiamo stare attenti a quello che ci propongono. Citiamo un esempio: alcune dichiarazioni del presidente del sindacato della scuola ANIEF, Marcello Pacifico – sindacato e persona che noi stimiamo – a proposito della riapertura delle scuole prevista domani in alcune Regioni italiane, parole che ci hanno lasciati un po’ stupiti:

“Bisogna partire fiduciosi – ha detto il sindacalista – ma sarebbe bene che i nostri insegnanti facciano un lavoro di rieducazione dei loro ragazzi. Perché se nelle nostre aule cerchiamo di mantenere il distanziamento sociale, ma poi si organizzano delle feste, dove si riuniscono in centinaia, allora tutto diventa una farsa… Dobbiamo cercare di evitare di nuovo questi estremi. Serve, allora, un buon comportamento, da tenere dentro e fuori le aule, da parte dei nostri studenti come dagli adulti”.

Hanno chiuso le discoteche e adesso i ragazzi non potranno più organizzare le feste? Ma come: i ristoranti sono aperti, le pizzerie pure, i bar anche così come gli altri esercizi commerciali; le stesse scuole stanno riaprendo, in molti casi, in un’atmosfera di grande confusione, tra carenze di aule e di docenti; le crociere sono riprese, i crocieristi sbarcano nelle città e vanno in giro per le stesse città, non parliamo dei turisti, non parliamo degli italiani che hanno passato le vacanze all’estero; i migranti vengono tenuti in assembramenti senza fine negli Hotspot e nei Centri di accoglienza italiani e di cosa ci dovremmo andare a preoccupare?

Dei ragazzi che organizzano le feste! Insomma, ‘sto distanziamento fisico (e non sociale, per cortesia!) deve valere solo per loro?

Ribadiamo: noi abbiamo grande stima per l’ANIEF e per il suo presidente Marcello Pacifico: però, questa volta, dobbiamo dissentire.

Perché il pericolo, in questa Italia del Coronavirus uno e trino, dove ci si complimenta se gli aeroporti tornano a fare i ‘grandi numeri’ e, contemporaneamente, ci si preoccupa se, insieme con in ‘grandi numeri’ degli aeroporti, aumentano i contagi (vedi Trapani), noi intravediamo il pericolo di atmosfere orwelliane: come si fa a dare torto al giovane filosofo Diego Fusaro quando, a proposito del Coronavirus e dei mezzi per contrastarlo, parla di “regime terapeutico”?

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