Trasporti marittimi tra Sicilia e isole: 100 milioni di euro all’anno, avarie in mare e tanti punti interrogativi/ MATTINALE 536

10 settembre 2020

Troppe stranezze in questa incredibile storia dei trasporti marittimi tra la Sicilia e i propri arcipelaghi. Troppe avarie. Tanti, forse troppi soldi pubblici. Per mare “vecchi natanti dell’ex Siremar”. In terra una sentenza del CGA con l’ombra di “aiuti di Stato, distorsivi della concorrenza…”. Sullo sfondo lo ‘spacchettamento’ di una spa – la SNS – trasformata in società consortile…

I fatti di questi giorni giorni raccontano che nel complicato modo dei trasporti via mare tra la Sicilia e i propri arcipelaghi ci sono troppe cose strane. Per cercare di capire qualcosa in più proviamo a rileggere una lettera che circa tre mesi addietro il magistrato siciliano Angelo Giorgianni ha scritto al presidente della Regione, Nello Musumeci. La lettera ci sembra importante perché mette a fuoco alcuni punti fermi.

ASSESSORATO AI TRASPORTI: ASPETTANDO GODOT… – Giorgianni scrive di essere già intervenuto, ma non gli risulta che l’assessorato regionale alle Infrastrutture e Trasporti abbia fatto qualcosa. Non c’è da stupirsi. I trasporti marittimi, in Sicilia, valgono poco più di 100 milioni di euro all’anno di contributi a fondo perduto pagati da Stato e Regione (grosso modo, 50% a testa), più i biglietti pagati dai cittadini su navi e mezzi di trasporto veloci. Una somma enorme. Un ‘formaggio’ che attira la politica non per effettuare controlli sull’andamento del servizio, o sui mezzi che vengono utilizzati (tra navi in avaria nell’ultimo mese!), ma per ‘altri’ motivi che non è difficile immaginare.

Così – tanto per cambiare – è la magistratura che si deve sostituire alla politica. Giorgianni ricorda di essere primo firmatario di una Class Action sui Trasporti Marittimi, ma di non essere stato convocato. Ed è anche logico: il gioco della vecchia politica siciliana – centrosinistra o centrodestra, in questo settore, sono praticamente la stessa cosa – consiste nel tenere lontano chi, nell’interesse della collettività, cerca di far saltare il gioco…

L’Autorità Garante Concorrenza e Mercato, nel 2017, dopo aspre polemiche, ha segnalato che “l’attuale assetto dei collegamenti marittimi relativo alle isole minori in Sicilia, caratterizzato dalla creazione di posizioni di monopolio in diversi collegamenti, potrebbe essere in misura sostanziale influenzato da una non corretta applicazione della normativa e dei principi comunitari sulla liberalizzazione del cabotaggio marittimo da parte delle amministrazioni competenti”. Ma non ha adottato alcun provvedimento. Dovrebbero intervenire, questo il ‘succo’ del ragionamento, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti e il Presidente della Regione.

IL MONOPOLIO SI CONSOLIDA – “Nel frattempo – scrive Giorgianni – il Monopolio si è consolidato, poiché, dopo l’acquisizione della Siremar da parte di SNS, i gruppi Morace e i Franza hanno concordato uno ‘spacchettamento’ della società, a fine giugno del 2016, concordando che il ramo traghetti va alla Caronte & Tourist, alias gruppo Franza, e che il ramo aliscafi va a Ustica Lines (oggi Liberty lines, ovvero il gruppo Morace). La società da Spa diventa così società consortile”.

Questo è un punto importante, se non centrale. Dopo avere acquistato, nell’Aprile del 2016, dalla società Compagnia delle Isole, la ex Siremar per un importo pari a 55,1 milioni di euro, i due soci, nel Giugno dello stesso anno, trasformano la SNS da società per azioni a società consortile (Scpa). Chiaramente l’operazione viene solo comunicata agli organi competenti, Ministero e Regione compresi.

LA SPARTIZIONE – Da quello che a noi risulta nessuno, ad oggi, ha espresso un parere sulla trasformazione di questa società che, lo ricordiamo, ha firmato una convenzione per 12 anni con lo Stato. Insomma la Siremar viene venduta e svuotata. La Liberty Lines rileva 9 aliscafi e i contratti di affitto di locali a Marettimo, Lipari, Ustica e Leni. Mentre alla Caronte & Tourist vanno 9 traghetti e il contratto di affitto di un capannone a Milazzo.

I due soci si dividono in parti uguali 6,5 milioni di euro ed oggi la SNS consortile ha un capitale di 500 mila euro senza flotta né il personale.
Però riceve 55.694.895,00 milioni di euro per 12 anni.

Cosa ha guadagnato lo Stato con la vendita della ex Siremar? E cosa hanno guadagnato dipendenti, fornitori, banche e professionisti? Qualcuno ha dato un’occhiata ai conti? Mistero!

Scrive sempre Giorgianni:

“Con la convenzione del 12 aprile 2016 formalmente residuava la concorrenza di NGI, USTICA Lines, Gruppo Caronte Tourist, pur essendo presenti SNS, mentre dopo detta operazione il Monopolio si è consolidato, consegnando a Liberty Lines il controllo assoluto dei collegamenti veloci ed al Gruppo Caronte-Tourist, arricchito dalla fusione con NGI, il controllo dei Collegamenti per nave”.

ADDIO AL SERVIZIO INTEGRATO – “Ma il danno ulteriore per i consumatori – aggiunge il magistrato – è stato che si è passati da un servizio integrato navi-aliscafi, che avrebbe garantito maggiore funzionalità, con l’uso sostitutivo di tutti i mezzi per far fronte ad avarie, condizioni meteo marine avverse, corse insufficienti rispetto ai passeggeri…, ad una netta divisione dei servizi. Se i servizi fossero sempre di qualità adeguata ai prezzi elevati praticati, piangeremmo con un occhio (per l’onerosità) ed invece siamo costretti a subire sistematici disservizi (avarie dei natanti, corse soppresse, ritardi…)”.

Di fatto, Giorgianni, tre mesi addietro, ha anticipato le avarie alle navi registrate nell’ultimo mese.

Qualche conto lo fa il magistrato, mettendo un bel punto interrogativo sullo ‘spacchettamento’ della società SNS:

I VECCHI NATANTI – “Le cospicue risorse pubbliche erogate ai monopolisti imporrebbero, invece, un servizio di qualità ed a prezzi competitivi… la convenzione del 12 aprile 2016 tra Ministero delle Infrastrutture ed SNS (oggi Liberty Lines e Siremar?) prevede un corrispettivo di euro 55.694.895 annuo per i servizi cosiddetti essenziali sino all’11 aprile 2028 , a cui si aggiungano euro 46.828.251,5 (IVA esclusa) per servizi integrativi affidati dalla Regione siciliana. Pertanto, per i Trasporti marittimi in Sicilia, Stato e Regione corrispondono annualmente agli Armatori euro 102.523.146,5, che continuano ad utilizzare anche vecchi natanti dell’ex Siremar, addirittura acquistati con la previsione di prezzo differito della cessione del ramo cabotaggio al 11.4.2022 e 11.4.2024″.

Anche questo è un punto importante: il riferimento ai “vecchi natanti dell’ex Siremar” utilizzati in parte ancora oggi spiega le continua avarie dell’ultimo mese?

Giorgianni ricorda una sentenza del CGA, il Consiglio di Giustizia Ammaiistrativa, là dove segnala “con riferimento alla base d’asta di ogni bando di gara per i Collegamenti marittimi, che la compensazione (leggasi contributi) non deve eccedere quanto necessario per coprire i costi, tenendo conto sia degli introiti che si ricavano dal servizio che di un margine ragionevole di utile… altrimenti attraverso l’erogazione di risorse pubbliche a singole imprese si realizzino veri e propri aiuti di Stato, distorsivi della concorrenza…”.

“Tutto ciò – ricorda il magistrato – sarebbe in violazione della normativa europea e dei principi fissati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, e potrebbe determinare l’invalidità euro-unitaria del bando e nell’insieme della procedura. Nonostante quanto sopra e nonostante la diffida inoltrata, primo firmatario lo scrivente, da Consumatori Associati, l’assessorato regionale ai Trasporti non ci risulta sia intervenuto per risolvere questo monopolio, né ha reso pubbliche, come la trasparenza impone, le misure adottate per le violazioni segnalate, anche con la diffida, di sua competenza, così come comunicato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti con riferimento alla diffida predetta”.

Da quello che sappiamo, qualche parola, l’attuale assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, l’ha pronunciata: non sul monopolio, ma sui problemi di questi giorni. Ha detto, l’assessore, di aver adottato dei provvedimenti: sarà sicuramente vero, ma ancora, a parte l’annuncio, non li ha resi noti.

Giorgianni ricorda i sette punti della diffida:

1) la verifica, con riferimento al periodo di tempo che va da agosto 2012 ad oggi, del corretto e compiuto adempimento degli obblighi gravanti sulla Compagnia Navigazione Siciliana (Join Venture tra Caronte /Tourist e Ustica Lines);
2) la verifica del corretto e compiuto adempimento/osservanza degli obblighi/oneri gravanti sui Ministeri Vigilanti (ai sensi dell’art. 10, rubricato “Vigilanza”; dell’art. 11, rubricato “Piani generali e schemi di contratto”; dell’art. 12, rubricato “Idoneità’ delle navi e prove in mare”; dell’art. 13, rubricato “Penalità” e dell’art. 14, rubricato “Risoluzione del rapporto per inadempimento della Società” della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 — n. rep. 55);
3) l’ applicazione, ove accertata la sussistenza dei presupposti e con riferimento ai periodo che va da agosto 2012 ad oggi, delle penalità previste dall’art. 13 (rubricato “Penalità’) della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55, nella quantificata misura di €.6.822.302,00 ovvero nella maggiore o minore entità che verrà accertata;
4) l’attivazione, ove accertati i presupposti, della procedura per la risoluzione del rapporto prevista dall’art. 14 (rubricato “Risoluzione del rapporto per inadempimento della Società”) della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con 1e isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55;
5) provveda, ove non venga risolto il rapporto, a rimuovere le cause dei lamentati disservizi, previa effettuazione di una ricognizione completa degli standard qualitativi ed economici dei servizi di trasporto marittimi, dall’agosto 2012 ad oggi, nonché a garantire l’ossequiosa osservanza della regolamentazione pattizia, di cui in “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55, in ogni sua parte;
6) a provvedere ad assumere senza ritardo o ii ulteriore iniziativa ritenuta o opportuna.
7) a provvedere a pubblicare gli esiti della diffida ai fini di una migliore conoscibilità da parte di tutti i cittadini, nonché a comunicare tutte le iniziative assunte, ai sensi dell’art. 3, comma 1, Dlgs n. 189/09 a Consumatori Associati.

“Superata la questione della competenza in ordine ai controlli, affidata alla Regione siciliana – conclude Giorgianni – ci saremmo aspettati un riscontro da parte dell’assessore regionale ai Trasporti e la rapida doverosa adozione dei provvedimenti, ma i fatti ci hanno smentito, e non solo il silenzio al riguardo continua ad essere assordante, ma si continuano a registrare riduzioni di corse sovvenzionate e ingiustificati aumenti del costo dei biglietti e si vocifera di una proroga del servizio ai Monopolisti. Al riguardo tutti si interrogano sull’ammissibilità di questa eventuale proroga, a meno che non sia limitata al tempo necessario per effettuare il doveroso recupero delle corse non effettuate, benché pagate, anche con riferimento alla drastica riduzione durante l’Emergenza Sanitaria”.

IL MONOPOLIO DI FORZA ITALIA – “Concludendo – scrive sempre il magistrato – sembra inaccettabile che mentre il Monopolio continua ad imperare incontrastato e si consolida (grazie anche alle risorse pubbliche, erogate con grande generosità e con procedure opinabili, come la cronaca giudiziaria ha tristemente documentato), crescono i disservizi e lievitano i prezzi, in danno degli isolani e del Turismo delle Isole… e così, lentamente ma ineluttabilmente, si indebolisce l’Economia delle Isole e con essa vengono vanificati i sacrifici di tante generazioni”.

La parola alla politica siciliana. Nella speranza che il presidente della regione siciliana metta fine al ‘monopolio’ di Forza Italia sui trasporti marittimi tra la Sicilia e le sue isole…

 

 

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