Formazione in Sicilia: ‘pasta con le sarde’ solo per gli amici

8 settembre 2020

La verità è che negli uffici dell’assessorato regionale alla Formazione professionale ci sono troppi ‘scienziati’. Stando a quello che scrive il segretario regionale del SUFUS CONFALi, la Regione non applica una legge perché, dice, è inapplicabile. Però la cita nei bandi! E che dire di chi lavora alle dipendenze di chi calpesta il Contratto nazionale di lavoro? Per non pensarci ci mangiamo la pasta con le sarde!  

da Costantino Guzzo
segretario del SIFUS CONFALI Formazione professionale Sicilia
riceviamo e pubblichiamo

Le problematiche della Formazione Professionale siciliana rischiano di diventare nella loro interezza un problema cronico di cui nessuno vuole cercare di eliminare le criticità. Ad oggi gli ex operatori della Formazione  sono costretti a scendere in piazza per sollecitare l’applicazione della legge regionale n. 25, legge a tutela dei lavoratori che è stata fatta diventare un pezzo d’antiquariato da riesumare per applicarla ad personam.

Dopo anni ed anni di lotte, gli ex operatori sono ancora in attesa che l’amministrazione regionale si adoperi, secondo le leggi vigenti, per ricollocare i lavoratori rimasti privi di lavoro. Per questo motivo oggi alcuni dirigenti sindacali del SIFUS CONFALI FP hanno incontrato la Dirigente Generale, D.ssa Patrizia Valenti, il Dott. Mario Lo Iacono ed i funzionari Arch. La Cagnina e dott.ssa Ferrauto, che hanno mostrato tante, troppe perplessità riguardo l’applicazione della legge.

Dicono che ci sono sentenze negative. La D.ssa Valenti chiede di confrontarsi con il “fautore” della stessa legge, ossia il Dott. Giovanni Bologna. I fatti dimostrano che si continua a temporeggiare rivolgendosi addirittura all’Avvocatura dello Stato.

La situazione ha dell’assurdo, perché se, da un lato, la legge non trova una pacifica applicazione, dall’altro lato si cita negli Avvisi: Avvisi dove si continua a reclutare il personale con contratti in palese violazione del CCNL di categoria, dove si crea quindi solo sfruttamento, violazione dei diritti, retribuzione oraria di gran lunga inferiore a quella prevista dalla normativa di riferimento (9,00€ anziché 25,00€), dove non vengono contemplate neppure le ore a disposizione.

Come si può pensare di lasciare ancora in questo limbo i lavoratori che chiedono da anni soltanto di applicare una legge e, nell’attesa, intanto, si continuano a perdere vite umane?

Il SIFUS CONFALI FP non può esimersi dal tutelare i lavoratori, presenterà in questi giorni formale denuncia/querela agli organi competenti.

P.s.

Due considerazioni.

Prima considerazione. Noi non siamo bravi come i dirigenti dell’assessorato regionale della Formazione professionale. Però ci piacerebbe capire perché, se una legge non si può applicare, non viene abrogata. E ci piacerebbe capire perché, se una legge non si può applicare, viene citata negli Avvisi della Regione.

Non possiamo non sottolineare che, così facendo, i cittadini crederanno sempre meno nella Legge e nella Giustizia. 

Seconda considerazione. In agricoltura i controlli sul lavoro ci sono, eccome se ci sono! Chi è che, invece, deve controllare il rispetto del Contratto di lavoro nella Formazione professionale?   

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