Migranti: il grande business continuerà in Sicilia a Settembre, Ottobre e Novembre?/ MATTINALE 531

5 settembre 2020

Lo scenario sembra proprio questo. Le navi per la quarantena inviate dal Governo nazionale a Lampedusa, a Trapani, a Palermo, a Porto Empedocle, a Pozzallo e ad Augusta servono per ospitare migranti. Tutto questo in un momento in cui cresce l’emergenza Coronvirus. I grillini siciliani anticipano una mezza rivolta per contestare la linea politica nazionale del Movimento? Il ruolo della Ue. Il Governo Musumeci sempre più lontano da Roma 

Lo scriviamo da un mese e mezzo circa e torniamo a scriverlo oggi: chi gestisce il business dei migrati in Libia e in Tunisia, con molta probabilità, vuole continuare a fare business per tutto il mese di Settembre, per tutto il mese di Ottobre e – se le condizioni del tempo lo consentiranno – anche a Novembre. Il giro di affari che sta dietro questo commercio di esseri umani è troppo grande. E a farne le spese, inutile girarci attorno, sarà soprattutto la Sicilia.

Con molta probabilità, dietro questo via vai di migranti dalla Tunisia c’è un accordo che coinvolge l’Unione europea. Difficile, invece, ‘leggere’ qualcosa sulla situazione in Libia dov’è in corso una guerra civile con quattro fazioni in lotta; e dove il Governo italiano deve aver sbagliato qualche passaggio, visto che una di queste fazioni ha bloccato due pescherecci di Mazara del Vallo.

A Roma hanno capito che il caos di Lampedusa non era più gestibile, nonostante il sindaco dell’isola – Salvatore ‘Totò’ Martello – faccia parte del PD, che è il partito tradizionalmente ‘vocato’ per l’accoglienza dei migranti. Con la media di mille-mille e 1400 sbarchi ogni due tre giorni la situazione, a Lampedusa, era diventata incontrollabile.

FINE DEGLI SBARCHI? MA QUANDO MAI! – Così il Governo ha inviato due o tre navi a Lampedusa e promesso agevolazioni e soldi agli abitanti dell’isola. Il messaggio è chiarissimo: i migranti continueranno ad arrivare e, invece di essere dirottati nell’isola, verranno trasferiti in Sicilia.

La promessa delle navi italiane che avrebbero controllato le coste per evitare gli sbarchi era solo una frase a effetto per placare gli animi. La realtà è ben diversa.  

La realtà è che il Governo italiano sta predisponendo le navi per accogliere i migranti da mettere in quarantena in Sicilia e a Lampedusa. E’ chiaro che questa non è la soluzione del problema. Forse, se la velocità di trasferimento dei migranti da Lampedusa alla Sicilia sarà più che proporzionale al numero degli sbarchi che avverranno nella stessa Lampedusa, la situazione, nell’isola delle Pelagie, dovrebbe tornare ad essere gestibile, grazie anche alle agevolazioni finanziarie promesse dal Governo romano che dovrebbero addolcire la ‘pillola’ ai lampedusani.

Non sarà così in Sicilia, a meno che il Governo nazionale non abbia intenzione di riempire la Sicilia di navi. Per ora, da quello che si capisce, le navi per la quarantena sono previste a Palermo, a Porto Empedocle, a Trapani, a Pozzallo e ad Augusta. Più, naturalmente, le navi a Lampedusa.

Di fatto, l’Italia è “a disposizione dei migranti” e, soprattutto, di chi li trasferisce dal Nord Africa in Sicilia. Dove debbano trovare posto questi migranti in un’Europa dove la pandemia di Coronavirus è tornata a crescere non si capisce.

I MIGRANTI? TUTTI IN ITALIA – Sul piano della logica, considerato che le migliaia di migranti già arrivati si trovano tutti in Italia, con una prevalenza della Sicilia, dove ci sono oltre 40 luoghi per migranti in funzione, tra Hotspot e Centri di accoglienza, anche i migranti che arriveranno – dopo il soggiorno sulle navi – sono destinati a restare in Italia.

Non è ‘difficile’ capire il perché, anche in un momento di crisi sanitaria ed economica gravissima, l’attuale Governo italiano abbia deciso di ‘imbarcare’ tutti questi migranti che, nella stragrande maggioranza dei casi, non provengono da Paesi dove sono in corso guerre e carestie.

Il richiamo all’Unione europea, per ciò che riguarda la Tunisia, non è campato in aria. Non dimentichiamo che la Ue ha già consentito alla Tunisia di importare in Europa quantitativi impressionanti di olio d’oliva a dazio zero che non si capisce che fine faccia. Agevolazioni alla Tunisia che vanno avanti dal 2016. 

TUNISIA E OLIO D’OLIVA ‘EXTRA VERGINE’ -Oggi i Centri commerciali italiani sono pieni di bottiglie di “olio d’oliva extra vergine italiano” vendute a meno di 3 euro a bottiglia, quando è noto che una bottiglia di vero olio d’oliva extra vergine italiano non può costare meno di 8-12 euro a seconda dell’annata e della zona.

Ma siccome questo sistema è funzionale agli interessi di chi, in Italia, gestisce il mercato di “olio d’oliva extra vergine” a prezzi inferiori a 7-8 euro a bottiglia – in pratica, è funzionale agli interessi del Centro Nord Italia – il sistema va bene. Tanto ad essere fregati sono i produttori di olive e di olio d’oliva extra vergine di Puglia, Calabria e Sicilia, le tre Regioni dove si produce il 90% del vero olio d’oliva extra vergine italiano. 

TRANQUILLI: PAGA IL SUD ITALIA – Quando c’è da fregare il Sud i Governi romani non si tirano mai indietro, anche perché contano sempre sull’appoggio incondizionato dei parlamentari nazionali eletti nel Sud. Avete letto, a tal proposito, dichiarazioni di fuoco contro questo commercio di olio d’oliva tunisino dai parlamentari eletti al Sud, sia parlamentari nazionali, sia europei?

Non c’è da stupirsi se Unione europea e Italia si mettano d’accordo con la Tunisia per fregare il Sud Italia. Negli anni passati fu molto ‘gettonato’ un accordo che prevedeva la vendita di automobili in Tunisia; in cambio, l’Italia acquistava grandi quantitativi di agrumi tunisini. Il tutto – ‘ovviamente’ – a scapito degli agrumi siciliani! 

Tornando ai migranti, come finirà questa storia? Non sappiamo cosa succederà a Lampedusa dove ieri, pronto accomodo, è arrivato un altro gruppo di migranti. Per la precisione, 107 migranti, trasferiti nell’Hotspot già pieno di Lampedusa. Dicono che, per ora, c’è vento e le navi che dovrebbero ospitare i migranti arrivati a Lampedusa non possono attraccare nell’isola.

MORTE A SICULIANA – Purtroppo, per il Governo e per i partiti che sostengono l’attuale Governo Conte bis – PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali – in Sicilia, e precisamente a Siculiana, in provincia di Agrigento, c’è scappato il morto: un migrante ha tentato la fuga, è finito sotto un’auto e non ce l’ha fatta. E’ andata meglio per tre poliziotti finiti in ospedale.

Questo, a meno di venti giorni dal voto per le elezioni amministrative, non è un bel segnale per i partiti di Governo. La gente, in Italia, è stanca di tutto questo via ai di migranti in un momento difficilissimo. Anche perché è ormai chiaro a tutti che questa ondata migratoria non ha nulla a che vedere con la solidarietà umana e ha invece molto a che vedere con il business…

I grillini siciliani, ieri sera, hanno cercato di smarcarsi, chiedendo al capo del Governo Conte di ‘silurare’ la Ministra degli Interni Luciana Lamorgese. Sembrerebbe un tentativo un po’ goffo di scaricare la responsabilità di quanto accaduto a Siculiana sulla Ministra.

RIVOLTA DEI GRILLINI SICILIANI? – Ma la Ministra Lamorgese fa parte del Governo nazionale del quale anche il Movimento 5 Stelle fa parte. E allora? E allora non è da escludere che dietro la mossa dei parlamentari regionali siciliani grillini ci possa essere dell’altro. Cosa? Magari una presa di distanza del Movimento 5 Stelle dell’Isola dal Governo nazionale, cioè da Beppe Grillo, che dell’alleanza tra grillini e PD è sponsor e garante. Chissà.

La sensazione è che il Governo Conte bis si sia infilato in un tunnel, tra crisi sanitaria, crisi economica, temeraria e confusionaria riapertura della scuola e gestione dei migranti, anche in questo caso sempre più temeraria e sempre più confusionaria.

In tutto questo non si è assopito il conflitto tra il Governo nazionale e il Governo siciliano di Nello Musumeci. Su Facebook, ieri, il presidente della Regione siciliana è andato giù duro:

“ROMA HA VIOLATO LO STATUTO SICILIANO” – “Valuteremo le misure varate dal Governo centrale su Lampedusa non appena sarà pubblicato il relativo decreto. Anche perché a Roma, in violazione dello Statuto autonomistico, hanno ritenuto di deliberare in assenza del presidente della Regione su una materia di interesse regionale. Da quanto apprendiamo dalla stampa, sembrano esserci misure di primo sostegno, per l’emergenza economica che parte da quell’Isola e coinvolge anche altre località siciliane, le più esposte in questo momento e tuttora non interessate da provvedimenti analoghi”.

“Al di là di misure economiche inadeguate – prosegue Musumeci – continuo a ripetere che esiste in Sicilia ed è sempre più forte un’emergenza sanitaria, per la quale attendiamo fatti concreti. Nel pomeriggio di ieri (due giorni fa per chi legge ndr) abbiamo trasmesso alle Prefetture il documento della task force sanitaria sugli Hotspot e sui Centri di accoglienza. Lampedusa sta scoppiando. E ci aspettiamo che lo svuotamento dell’Isola avvenga oggi, come concordato nell’incontro romano”.

Invece, ieri, come già ricordato, a Lampedusa sono arrivati altri 107 migranti.

Quindi il passaggio finale sul giovane migrante eritreo morto a Siculiana:

“Anche la tragica morte del giovane eritreo – conclude Musumeci – scappato dal centro di accoglienza, suona a monito: questa situazione emergenziale non può essere trattata come ordinaria. E la sensazione è proprio questa”.

MUSUMECI? FA GLI INTERESSI DEL CENTRODESTRA, NON DELLA SICILIA – La realtà, vista dalla nostra parte, è che il Governo Musumeci stia facendo poco o nulla per frenare l’arroganza politica romana. Il presidente della Regione ha gli strumenti per far valere le ragioni della Sicilia, a cominciare dallo Statuto. Ma non lo sta facendo: al massimo, lavora per la causa del centrodestra, schieramento politico che, al pari del centrosinistra, ha sempre penalizzato la nostra Isola.

In Sicilia manca un’alternativa alla vecchia politica: e a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta i siciliani.

Foto tratta da Grandangolo Agrigento

 

 

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