Una ‘gola profonda’ svela ai magistrati i segreti delle tangenti nella sanità: trema la politica siciliana. I primi nomi di politici…

3 settembre 2020

A parlare con i magistrati è Salvatore Manganaro, 44 anni, imprenditore di spicco nel settore della sanità siciliana. E’ lui che avrebbe già svelato ai magistrati fatti, personaggi e cose della tangentopoli sanitaria della nostra Isola

Ricordate la vicenda di Antonio Candela, ex manager dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, la più importante della nostra Isola? La tempesta giudiziaria è esplosa nel Maggio scorso. Una storia finita nel mirino della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano o e della Guardia di Finanza. Oggi la vicenda torna di nuovo in auge. Uno dei personaggi coinvolti – Salvatore Manganaro, 44 anni, natali a Canicattì, provincia di Agrigento, un imprenditore di spicco del mondo della sanità siciliana, ha deciso di raccontare quello che sa ai magistrati. E allora…

E allora è un bel problema per politici e manager della sanità. La notizia viene riportata dal quotidiano La Sicilia on line, anche se in modo stringato. Qualcosa in più si legge nel quotidiano on line Grandangolo:

“Colpo di scena nell’ambito della maxi inchiesta sulla sanità siciliana che lo scorso Maggio ha portato all’arresto (tra gli altri) del commissario per l’emergenza Covid nell’Isola, Antonio Candela, del manager dell’ASP di Trapani, Fabio Damiani, e altre sei persone. Il faccendiere Salvatore Manganaro, 44 anni di Canicattì, ha deciso di collaborare con i magistrati della Procura di Palermo, Giovanni Antoci e Giacomo Brandini”.

Manganaro è stato il braccio destro dell’ormai ex manager dell’Azienda sanitaria Provinciale di Trapani, il citato Fabio Damiani. Manganaro è stato più volte interrogato dai magistrati che indagano sulla tangentopoli sanitaria della Sicilia. Stando a quanto scrive Grandangolo, le sue dichiarazioni sono al vaglio degli inquirenti, che ne stanno verificando la veridicità.

Grandangolo utilizza la metafora del vaso di Pandora che, nella mitologia greca, rappresentava il leggendario contenitore di tutti i mali che si sono riversati nel mondo dopo la sua apertura. In questo caso sarebbe stato scoperchiato il sistema affaristico che coinvolgerebbe politici e altri personaggi legati al mondo della sanità.

Da quello che si è capito lo scorso Maggio, considerato che uno dei personaggi-chiave di questa storia – il citato Antonio Candela – è stato, come dire?, valorizzato dal passato Governo regionale di centrosinistra, sembrava che questa parte politica – il centrosinistra, per l’appunto – era più coinvolta.

In realtà, non è così. La situazione, con riferimento ai risvolti politici, è molto più complessa. Tant’è vero che lo stesso Candela, pur avendo perso il controllo della ASP di Palermo, è stato recuperato dall’attuale Governo regionale di centrosinistra, che l’ha nominato coordinatore per l’emergenza Coronavirus nell’Isola. Incarico che gli è stato revocato dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta della Magistratura.

Insomma, sui grandi affari – e l’inchiesta denominata ‘Sorella sanità’ ha scoperchiato un grande affare da circa 600 milioni di euro! – la vecchia politica siciliana trova le ‘ragioni dell’unità’.

La prova di quello che scriviamo la leggiamo sempre su Grandangolo, che fa i nomi di alcuni politici che sarebbero coinvolti in questa storia:

“Sono tanti i nomi di politici siciliani che Manganaro mette a verbale: da Crocetta e Lumia a Miccichè e Armao. Nel mezzo c’è anche Carmelo Pullara, il deputato licatese coinvolto per turbativa d’asta in questa inchiesta , per cui la Procura ha presentato ricorso al Riesame chiedendone gli arresti domiciliari. Tanti altri ancora i nomi coperti da segreto, segno questo che probabilmente il vaso di Pandora è stato scoperchiato”.

Quello che possiamo intuire è che, in questo momento, tanti esponenti della politica siciliana tremano…

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI GRANDANGOLO 

Foto tratta da Radio NBC Rete Regione

 

 

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