Paolo Amenta: i giovani siciliani in quarantena rischiano di non potersi iscrivere all’università

28 agosto 2020

La questione – denuncia il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta – riguarda Medicina e le Professioni Sanitarie. Il problema è per i giovani siciliani positivi al Covid-19. chiesto l’intervento del Governo regionale siciliano

Il ‘caso’ lo racconta Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia:

“In Sicilia rischiano di essere esclusi dai test di accesso all’Università per quanto riguarda Medicina e le Professioni Sanitarie, previsti a livello nazionale per il 3 e l’8 Settembre, i giovani in quarantena perché positivi al Covid-19, per loro nessuna alternativa è stata prevista”.

Amenta racconta l’amarezza del sindaco di Canicattini Bagni, Marilena Miceli (nella foto sopra con Paolo Amenta: foto tratta da Iblei News), che ha dovuto prendere atto che un giovane della sua cittadina, che fa parte del gruppo di 11 ragazzi risultati positivi al Covi-19 all’inizio di Agosto al ritorno da una vacanza a Malta, il 3 Settembre 2020 dovrebbe sostenere i test d’ingresso a Medicina presso l’Università di Catania. Di fatto, però, non può sostenere i test per via dell’isolamento e per la totale mancanza di un’alternativa al normale svolgimento degli stessi test.

“Allo stato attuale – denuncia Amenta – nessuna alternativa alle date nazionali del 3 Settembre per Medicina e dell’8 Settembre per le Professioni Sanitarie è stata data in Sicilia, né tantomeno alcuna modalità diversa di espletamento dei test per questi ragazzi che si trovano in
quarantena in quanto risultati positivi al Covid-19. Con il Sindaco di Canicattini Bagni, dove un giovane dovrebbe sostenere il 3 Settembre i test di Medicina, abbiamo chiesto informazioni e garanzie in tal senso sia all’Università di Catania così come alla Direzione Sanitaria della Regione siciliana, senza ricevere alcuna risposta esaustiva. Doveroso allora un intervento urgente da parte della Regione nei confronti dei Ministeri dell’Università e della Salute, per garantire a questi giovani studenti siciliani in quarantena un’alternativa e, soprattutto, un diritto che, se escluso, potrebbe segnarne il futuro”.

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