Cari amici del Movimento 24 Agosto, ma cosa vi hanno raccontato del Recovery Fund?/MATTINALE 513

18 agosto 2020

Siamo stati quasi costretti a scrivere questo articolo, perché abbiamo la sensazione che gli amici del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale siano tra le ‘vittime’ del mito ‘europeista’ del Recovery Fund. Pino Aprile e compagni sono addirittura convinti che la quota maggioritaria di questo Fondo spetti al Sud. Ancora non hanno contezza che si tratta di un imbroglio che proprio il Sud Italia pagherà a lacrime e sangue!

Da qualche settimana assistiamo a un dibattito surreale sul Recovery Fund sollevato dagli amici del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale. I quali sono convinti che una quota maggioritaria di questo fondo – in teoria messo a disposizione dall’Unione europea – dovrebbe andare al Sud. In questo articolo, con la forza dei ‘numeri’ – che in economia sono quasi tutto – proveremo a illustrare che il Recovery Fund è, in realtà, un imbroglio contabile che l’Italia pagherà a caro prezzo. E, con molta probabilità, saranno proprio i circa 20 milioni di cittadini meridionali a pagare la restituzione di una parte consistente di tale somma.

In questo articolo non solo illustreremo l’imbroglio contabile del Recovery Fund, ma dimostreremo che, in Italia, a pagare i costi di questo imbroglio europeista sarà il Sud.

Cominciamo col dire che l’Unione europea non ha una Banca Centrale classica. C’è, è vero, la BCE (Banca Centrale Europea), che di “Centrale” ha solo il nome. La BCE, infatti, non interviene – come avviene ad esempio negli Stati Uniti con la Federal Reserve – nell’economia creando moneta: al massimo, ‘sterilizza’ i titoli di debito degli Stati della Ue (che rimangono comunque debiti per gli stessi Stati).

La domanda è: da dove arriveranno questi soldi del tanto celebrato Recovery Fund annunciato in pompa magna dall’Unione europea? Dall’aumento dei fondi che ognuno dei 27 Stati della Ue paga ogni anno per tenere in piedi la stessa Ue, dall’aumento di tasse e imposte comunitarie e – ma solo in teoria – dall’emissione di titoli di debito da parte degli Stati che compongono la stessa Ue.

L’emissione di questi titoli di debito da parte dei Paesi dell’Unione europea – contestata dai Paesi del Nord Europa – ci sarà, ma sarà garantita da un aumento dei fondi per il mantenimento della stessa Ue e dell’aumento di tasse e imposte comunitarie.

Quanto hanno cercato di farci credere – e cioè che i Paesi più ricchi della Ue si indebitano per aiutare i Paesi della Ue in difficoltà, Italia in testa – è vero solo in teoria, perché in pratica il momentaneo esborso dei Paesi ricchi della Ue è ultragarantito, come già ricordato, dall’aumento del costo della Ue e da nuove tasse e imposte comunitarie.

C’è un secondo punto. I Paesi cosiddetti frugali – cioè i Paesi del Nord Europa – sono i veri vincitori. Abbiamo detto che uno dei mezzi per finanziare il Recovery Fund è l’aumento dei pagamenti che, ogni anno, i 27 Stati approntano per tenere in piedi la Ue.

Ebbene – e qui sta il primo trucco – i Paesi frugali hanno ottenuto uno sconto: loro pagheranno meno per continuare a restare nella Ue!

Attenzione al passaggio: mentre, per finanziare il Recorery Fund si è deciso di aumentare la quota che ogni anno i 27 Paesi Ue pagano per mantenere la stessa Ue, si è anche deciso di ridurre sensibilmente la quota a carico dei Paesi frugali, Olanda in testa.

Ciò significa che, ogni anno, per tenere in piedi la Ue, altri Paesi dell’Unione europea pagheranno due volte di più: e tra questi c’è l’Italia! Per la cronaca, dal 2012 al 2018 la Ue è costata all’Italia 36,3 miliardi di euro, soldi che sarebbero potuti servire per migliorare nostra sanità, per le scuole del Sud e, in generale, per aiutare le imprese: invece abbiamo regalato i nostri soldi a una fallimentare e truffaldina Unione europea.

E la notizia è che, a partire dal prossimo anno, pagheremo ancora di più! Una fregatura su tutta la linea!

Quanto arriverà all’Italia? Ci hanno detto 81,4 miliardi di euro a fondo perduto e 127,4 miliardi di euro di prestiti per i prossimi sette anni (il Recovery Fund è stato ‘infilato’ nel bilancio europeo).

Dagli 81,4 miliardi di euro del fondo perduto bisognerà togliere i fondi che ogni anno l’Italia paga per mantenere la Ue. Con i parametri precedenti all’accordo sul Recovery Fund, sarebbero 55 miliardi di euro in sette anni. Ma, come abbiamo illustrato, l’Italia dovrà pagare di più. Di più quanto? Ancora non si sa.

Però sappiamo che, con il vecchio calcolo – cioè pagando 55 miliardi di euro in sette anni – all’Italia resterebbero 26 miliardi di euro circa di fondo perduto; con i calcoli aggiornati la cifra si ridurrà.

Non solo entrando in questa fallimentare Unione europea di predoni e massoni controllata dalla Germania abbiamo lasciato sul campo la metà delle nostre partecipazioni statali che il mondo ci invidia ancora oggi, non solo ci derubano con un calcolo truffaldino del debito pubblico (l’Italia ha già pagato oltre 4 mila miliardi di euro di interessi sul debito pubblico, una cifra maggiore del debito pubblico stesso, che oggi si aggira intorno ai 2 mila e 500 miliardi di euro), non solo la Ue sta distruggendo la nostra agricoltura per provare scippare per quattro soldi i terreni ai nostri agricoltori, ma assistiamo anche a sperequazioni inverosimili.

Conti alla mano, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca da anni ricevono molto di più di quanto pagano per stare nella Ue. In un solo anno – prendendo come esempio il 2018 – hanno ricevuto quasi la stessa cifra che l’Italia prenderà in sette anni ovvero 25 miliardi e 370 milioni di euro.

In pratica, i soldi che l’Italia paga ogni anno per restare nel ‘lager’ dell’Europa dell’euro vengono regalati anche ai Paesi dell’Est, che in molti settori dell’economia oggi sono i nostri principali concorrenti.

Come arriveranno all’Italia i fondi del Recovery Fund? Attraverso il solito meccanismo complesso gestito dalla Commissione europea. Un’altra parte dei fondi potrà essere utilizzata mediante i programmi europei. L’Italia non è libera di spendere questi fondi: deve chiedere il ‘permesso’ alla Ue presentando i progetti di spesa che debbono essere approvati dagli ‘eurocrati’.

Al punto A19 delle conclusioni del vertice europeo, infatti, c’è scritto:

“Gli investimenti devono essere coerenti con le priorità europee (ambiente e digitale) e con le raccomandazioni che la Commissione invia ai Paesi”.

Le multinazionali che controllano la Ue hanno puntato sugli ‘affari verdi’, cioè su investimenti apparentemente a tutela dell’ambiente, ma che, in realtà, non sono altro che speculazioni sull’ecologia messa al servizio di chi inquina. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è.

Questi signori che dicono che dobbiamo spendere i soldi per la “tutela dell’ambiente” sono gli stessi che hanno fatto tagliare milioni di alberi nelle città europee per fare posto alle antenne del 5G, una tecnologia che avrà effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute delle persone.

A chi oggi controlla la Ue dell’ambiente e della salute umana non gliene può fregare di meno. A loro interessa intanto piazzare ovunque le antenne del 5G e poi vendere ai Paesi europei le attrezzature ‘green’. Punto.

Poi, per l’Italia, ci sono altri vincoli. Per esempio, migliorare il sistema giudiziario. Peccato che, fino ad oggi, non il sistema, ma la ‘filosofia’ giudiziaria italiana è stata peggiorata dalla Ue. Un esempio? Il Diritto del Lavoro. Dove, ormai, i cittadini, quando citano a giudizio la pubblica amministrazione hanno quasi sempre torto.

Perché? Perché per sostenere i costi della presenza dell’Italia in Europa e per fronteggiare il debito pubblico truffaldino bisogna ridurre le retribuzioni dei dipendenti pubblici, che sono rimasti bloccati per quasi 11 anni. Con il nuovo contratto che, di fatto, non prevede l’erogazione degli arretrati: ennesimo ‘regalo’ dei dipendenti pubblici italiani alla Germania, pardon, alla Ue…

Buona parte degli investimenti dei Recovery Fund l’Italia dovrà impiegarla per esigenze militari: ma non esigenze militari italiane, ma di chi deve controllare l’Italia e gl’italiani. Quindi reti 5G a tempesta, intelligenza artificiale, cybersicurezza, economia basata sui dati. In pratica, applicare il controllo digitale dei cittadini italiani per conto della Ue. E per realizzare questa porcata di stampo fascista ci prestano i soldi che gli dobbiamo pure restituire!

Le risorse del Recovey Fund non potranno essere utilizzate per sostenere le piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale dell’economia italiana. L’Europa dell’euro, in altre parole, ci impone di continuare a distruggere la nostra identità economica, già provata da anni di criminale austerità, di Mari Monti vari e di altre ‘meraviglie’ che hanno smantellato spesa pubblica e welfare: porcate su porcate su porcate.

Entro Ottobre il Governo Conte bis dovrà presentare il programma di spesa già deciso dalla Ue. Questo è un altro dei motivi per i quali la battaglia condotta dal Movimento 24 Agosto di Pino Aprile è inutile: come bisognerà utilizzare i fondi del Recovery lo ha già deciso la Ue; al massimo, l’Italia potrà articolare la spesa nel territorio, ma non la dirotterà certo al Sud. E, per certi versi, è meglio così, perché l’Europa dell’euro avrà meno strumenti per controllare i 20 milioni di meridionali. 

E se l’Italia dovesse ribellarsi a questa schifezza, magari perché andrà a casa l’attuale Governo di inadeguati al servizio della Ue? Basterà il voto di 13 Paesi su 27 per bloccare tutto. Di fatto, l’Italia, accettando il Recovery Fund si è fatta mettere l’anello al naso dalla Germania, che è il Paese garante di questo imbroglio.

Adesso facciamo un po’ di conti ai Paesi che sono usciti vincitori dal Recovery Fund. Che sono, soprattutto, Olanda, Austria, Danimarca e Svezia, che hanno portato a casa laute concessioni in materia di governance, ma anche un aumento degli sconti che, come già accennato, gli consentirà di versare meno soldi al Bilancio settennale europeo.

Ogni anno, per sette anni, la Germania verserà 3 miliardi e 670 milioni di euro in meno, l’Olanda verserà poco meno di 2 miliardi di euro in meno, la Svezia circa un miliardo in meno, l’Austria 565 milioni di euro in meno, la Danimarca 376 milioni di euro in meno.

Intelligente l’accordo che ha firmato il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, vero? Cosa vi hanno raccontato in televisione? Che Conte è bravo e ha ottenuto tanto per l’Italia?

La verità è che, per sette anni, i Paesi di cui sopra risparmieranno una barca di soldi. Mentre gli altri Paesi europei – Italia in testa – pagheranno di più!

L’Italia, in particolare, si ritroverà indebitata fino al 2058. E sapete chi pagherà le ‘rate’ del Recovery Fund? Il Sud Italia soprattutto, caro Pino Aprile, che diventerà sempre più povero!

Si poteva evitare tutto questo? Sì. E perché non è stato evitato? Perché l’Italia è ormai un Paese nella mani della Germania, proprio come ai tempi di Hitler. Al resto ha pensato la disinformazione.

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