Le spine-grilline/ Un posto di Ministro per Virginia Raggi? Grande post su Facebook di Ignazio Corrao/ MATTINALE 511

16 agosto 2020

La ‘botta’ è stata tremenda. Per carità: si sapeva che Beppe Grillo avrebbe consegnato il Movimento 5 Stelle al PD. Ma, adesso, bisognerà metabolizzare la definitiva ‘cessione’, sancita dal voto della piattaforma Rousseau. Dove non si parla di accordi con il PD, ma di alleanza con i “partiti tradizionali”. Ma dietro questa formula ambigua almeno quanto i grillini, è chiaro che il contraente del patto è il Partito Democratico

Da quello che si capisce, sembrerebbe che Grillo abbia organizzato tutto per acciuffare la riconferma di Virginia Raggi quale ricandidata a sindaca di Roma, appoggiata ovviamente dal PD. Ribadiamo: questo è ciò che appare. Solo che il Partito Democratico che, nella Capitale, fa campagna elettorale per la Raggi si configurerebbe come il trionfo del grottesco, dopo tutti i veleni che il PD ha scaricato sull’attuale sindaca di Roma.

Per non parlare di quello che succederebbe nella rete, dove i video con i servizi dei vari TG italiani, le dichiarazioni e i comunicati dei tanti esponenti del PD e, in generale, del centrosinistra contro la Raggi si sprecherebbero. Il PD che a Roma sostiene la Raggi sarebbe la gogna del PD organizzata dallo stesso PD!

Insomma, per il Partito Democratico e, in generale, per il centrosinistra l’appoggio alla Raggi sarebbe un suicidio politico. Né è pensabile che, a Roma, PD e Movimento 5 Stelle vadano divisi alle elezioni comunali: se è già difficile che, insieme, possano battere il centrodestra, è matematicamente impossibile vincere se dovessero andare divisi.

E allora? E allora dovrebbe toccare a Grillo, come al solito, cedere pure su questo, anche perché i veri ‘registi’ dell’operazione PD-mangia Movimento 5 Stelle – cioè gli ‘eurocrati’ dell’Europa dell’euro – interverranno con decisione a sostegno del loro partito in Italia, cioè in favore del PD.

Con molta probabilità, alla Raggi verrà una poltrona – un grosso sottogoverno o, perché no?, un Ministero – per sbarazzarsene: della serie, promozione rimozione…

Accetterà, la Raggi, di fare questa fine? Non lo sappiamo. A lume di naso si potrebbe dire di no, perché il personaggio ha dimostrato, fino ad oggi, di possedere grande personalità. Ma noi restiamo convinti che proveranno a sbarazzarsi di lei.

E se “da Roma è tutto”, che aria tira nel resto del Movimento? Noi non abbiamo il polso di quanto avviene in Italia. Anche se è palpabile che la base dei grillini sia ormai rarefatta (la base, infatti, non è certo rappresentata dagli iscritti alla piattaforma Rousseau, che alla fine sono solo qualche migliaio: cioè nulla).

In realtà, qualcosa si coglie: l’abbraccio finale tra PD e Movimento – che comunque era nell’aria da tempo – potrebbe rafforzare altri soggetti politici in via di stabilizzazione: per esempio, il nuovo soggetto politico di Gianluigi Paragone, che tenendo la barra dritta contro l’Europa dell’euro sta canalizzando i consensi della crescente insofferenza verso la Ue: insofferenza che si accentuerà quando gli italiani capiranno che il Recovery Fond è solo un volgare imbroglio contabile.

Qualcosa dell’imbroglio Recovery Fund gli italiani cominceranno a intuirlo tra Ottobre e Dicembre, ma solo nell’Autunno del prossimo anno le ‘carte’ saranno scoperte.

In compenso, il PD, oltre a chiedere a Grillo di sistemare la questione Raggi, dovrebbe ottenere dal Movimento 5 Stelle il via libera ai 37 miliardi dei MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità: e questo dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno. Una volta che Di Maio, Crmi e compagni ‘inghiottiranno’ anche il MES, Paragone e compagni dovrebbero guadagnare altri voti.

E Alessandro Di Battista? Ricorda un po’ il “Cesare perduto nella pioggia” di una celebre canzone. Per ora registriamo solo silenzio. Ma qualcosa farà.

E in Sicilia come l’hanno preso i grillini il loro ‘passaggio’ sotto le bandiere del PD? Qualcosa si capisce leggendo qua e là sulla rete. A parte i fedeli al Movimento – che sono pochissimi e non fanno opinione – segnaliamo il post su Facebook dell’europarlamentare siciliano, Ignazio Corrao (ci sarebbe, in verità, anche una mezza intervista, riportata sempre su Facebook, dell’altro eurodeputato grillino eletto in Sicilia, Dino Giarrusso: ma è un’intervista di modesto spessore politico, con Giarrusso che nega l’accordo del Movimento con il PD e altri passaggi ininfluenti).

Il ragionamento di Corrao, invece, è quello di un leader deluso sì, ma sempre leader. E, obiettivamente, nel marasma del Movimento 5 Stelle, Corrao mantiene la dignità politica.

Scrive Corrao sul quesito numero 1: il mandato:

“Mi sembra ovvio che è sbagliato equiparare il mandato di un consigliere comunale (che fa attivismo civico spesso senza neanche un rimborso spese e deve continuare a fare il suo lavoro, a cui sottrae tempo) con quello di un regionale, nazionale ed europeo (gente che è lautamente pagata per espletare il proprio mandato). Giusto tenere fede alla logica dei due mandati per evitare il professionismo della politica (che si tramuta facilmente in poltronismo della politica), ma questa dei consiglieri comunali è una cosa che andava cambiata da molto tempo e sarebbe stato più giusto dare la possibilità ai più valorosi tra loro, con il voto degli iscritti, di candidarsi alle nazionali, regionali ed europee”.

Qui arriva il passaggio politico importante: la questione dei mandati andava affronta prima perché, scrive Corrao, “avremmo dato la possibilità ‘di usare’ l’esperienza di persone che ci avevano messo la faccia, il denaro e il tempo quando non c’era niente da guadagnare (e si erano misurati con il voto di preferenza sul territorio dove vivono e vivranno), piuttosto che regalare posti in Parlamento (con conseguente ‘lei non sa chi sono io!’) a chi si era fatto i grancazzisuoi quando con il m5s c’era solo da perdere. Per non dire quanto fosse assurdo pensare che Sindaci come la Raggi e la Apppendino (ma anche i Fucci ad esempio) non si potessero ricandidare per un secondo mandato da Sindaco solo perché avevano fatto per qualche mese o anno il consigliere comunale (non parliamo di un terzo mandato da Sindaco o da parlamentare). Queste erano estremizzazioni da rimuovere. Decisione quindi per me giusta ma in ritardo di almeno 3 anni”.

Anche sul quesito numero 2 – le alleanze – Corrao non ha peli sulla lingua:

“La storia delle alleanze (in quel caso post elettorali) l’abbiamo sdoganata tramite l’accordo con la Leganord del 2018, basata su elementi programmatici sottoscritti in un contratto ratificato dagli iscritti del m5s. A quel punto è caduta la verginità originaria è quindi andava pensato un meccanismo per consentire ai territori di costruire programmi e regole comuni da sottoporre a valutazione degli iscritti di quei territori, analogamente a quanto avvenuto a livello nazionale. Significa che l’alleanza ha un senso se basata su idee, programmi e percorsi comuni e condivisi con la cittadinanza. Prima le idee e poi le persone dicevamo una volta, adesso le persone sembrano imprescindibili e le idee secondarie e adattabili”.

E ancora:

Se l’alleanza significa invece sedersi a tavolo e fare spartizioni matematiche di potere locale con signorotti che controllano consenso e hanno fatto più danni di Ancelotti al Napoli vuol dire che oggi il m5s ha fatto un passo indietro clamoroso. Anche perché in assenza di struttura e bilanciamenti interni (nazionali e territoriali) la valutazione del ‘caso per caso’ è affidata alla buona sorte, agli astri o altre creature mitologiche. Peraltro quei buontemponi dei nostri ‘alleati’ di governo hanno fatto sapere per bocca del loro segretario che non sosterranno Virginia Raggi, una che a Roma sta combattendo la criminalità sul serio, mica il baubaumiciomicio a cui sono abituati (e hanno abituato) loro”.

Quindi una critica radicale al metodo scelto:

“Una cosa importante di questo tipo non poteva e non doveva passare per un fugace voto di Ferragosto, di quelli che tanto sbeffeggiavamo sui palchi, andava discussa in modo adeguato e approfondito in un congresso, lavorandoci con il tempo dovuto”.

Interessante anche il discorso sul “metodo” di Corrao:

“Questo e il più dolente dei tasti, per tempistica ferragostana, per mancanza di discussione e di tempo per pensarci, per assenza di confronto, perché avviene in un momento in cui il m5s dovrebbe essere gestito in amministrazione ordinaria e transitoria (perché privo di leadership, organismi elettivi e confronti e contrappesi interni) e perché, al netto delle comprensibili difficoltà causate dal covid19, si continua a rinviare qualsiasi forma di discussione e confronto interno facendolo passare in secondo piano rispetto a qualsiasi elezione e qualsiasi cosa (meglio fermarsi e non partecipare che fare quel che si è fatto in Umbria, Calabria o ER). I momenti di confronto ormai hanno il retrogusto nostalgico che provi quando racconti imprese di gioventù con gli amici, uno sbiadito ricordo di epoche passate che si rimembrano mentre si sorseggia un drink e si invecchia aspettando quel momento di discontinuità e rinnovamento che non arriva mai. Questo è il metodo con cui si va avanti da mesi, forse anni”.

poi la confessione:

Per questa ragione, dopo avervi spiegato a voto chiuso come la penso su quei quesiti, vi dico che non ho votato. Non perché voglio fare il barricadiero o il bastian contrario, anzi sono sempre stato ragionevole e aperto ai cambiamenti, ma perché non è così che si forma una coscienza critica e non è così che si fa ‘democrazia diretta’ su decisioni importanti”.

Il finale del post di Corrao è molto ‘politico’:

“(Con questo post, dal sapore sicuramente amaro ma incentrato su temi concreti, su cui vi invito a dire la vostra, non si può minimizzare e soprassedere in eterno. Ribadisco, a scanso di equivoci, che continuerò a fare il possibile per migliorare il m5s dentro il m5s, come ho sempre fatto con la massima dedizione e impegno in questi 10 anni. Il nostro è un progetto civico e cittadino che si proponeva una rivoluzione culturale orizzontale. Deve appartenere a tutti e a nessuno, non dimentichiamolo mai.)”.

Insomma, dopo aver polverizzato il Movimento, Corrao annuncia di voler continuare “a fare il possibile per migliorare il m5s dentro il m5s”.

C’è da credergli? Noi non ci crediamo proprio…

 

 

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