Sarà il giudice Clementina Forleo a decidere la sorte di Conte e di sei Ministri

14 agosto 2020

Ricordate Clementina Forleo? E il giudice che si occupò della scalata Unipol e dei presunti complici politici dell’Opa (Offerta pubblica di acquisto). In quell’occasione il giudice Forleo non ebbe paura di affrontare gli affari della politica. Trasferita dal Csm, ha vinto la sua battaglia legale su tutta la linea e oggi è al Tribunale di Roma

di Ammiano Marcellino III

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e sei Ministri hanno ricevuto gli avvisi di garanzia dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Oggetto: la gestione dell’emergenza Coronavirus. Proviamo a illustrare cosa sta succedendo e, soprattutto, cosa potrebbe succedere.

La prima notizia è che le accuse contro alcuni esponenti del’attuale Governo italiano sono così pesanti che sarebbe meglio lasciar perdere… Il Governo – se si dovesse arrivare in Tribunale – caderebbe subito, perché difendersi da tali accuse, con tutto il materiale disponibile, non sarebbe affatto facile. E saranno queste, con molta probabilità, le motivazioni che la ‘politica’ proverà ad utilizzare per far archiviare subito le tante denunce arrivate da varie parti d’Italia contro il già citato capo del Governo, Giuseppe Conte, e i Ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza.

Con molta probabilità, in questo momento, l’ordine dei quattro partiti che compongono il Governo – PD, Movimento 5 Stelle Italia Viva e Liberi e Uguali – è quello di minimizzare. Il tutto mentre i ‘galoppini’ dello stesso Governo sono incaricati di diffondere sulla rete notizie tipo l’assurdità di tali denunce, l’inconsistenza di tali denunce e bla bla bla.

In realtà, come ora proveremo a raccontare, la situazione è molto più seria di quanto gli attuali governanti cercano di far credere. Perché alcune delle accuse sono state formulate non da esaltati, ma da medici e giuristi di chiara fama.

Non solo. La vicenda arriva dopo l’esplosione del ‘caso Palamara’: e, in questa fase, la Magistratura ha tutto l’interesse a dimostrare di non subire pressioni dalla politica.

la seconda notizia è che a decidere sul destino di Giuseppe Conte e di sei Ministri del suo Governo sarà il giudice Clementina Forleo.

I pubblici ministeri di Roma hanno spiegato che gli avvisi di garanzia sono atti dovuti e hanno chiesto l’archiviazione. Ma l’archiviazione non è affatto scontata, perché ci sono denunce molti circostanziate presentate, come già ricordato, da luminari della medicina e anche da giuristi, compreso qualche magistrato.

In questa vicenda sono due gli elementi che meritano di essere segnalati: il ruolo di Clementina Forleo, giudice di grande rettitudine, che in anni passati non ha esitato a sfidare i potenti della politica nel nome della giustizia; e la qualità di alcune accuse, suffragate da dati di fatto che è impossibile ignorare e, meno che mai, nascondere.

Il giudice Clementina Forleo, per la cronaca, è il magistrato che si è occupata di uno dei casi più scottanti degli ultimi anni: la scalata Unipol e i presunti complici politici dell’Opa (Offerta pubblica di acquisto). In quell’occasione il giudice Forleo chiese al Parlamento di poter utilizzare le telefonate tra alcuni indagati e gli esponenti di primo piano di alcuni esponenti politici riconducibili alla sinistra post comunista, da Massimo D’Alema a Piero Fassino a Nicola La Torre.

Allora erano anni diversi da quelli di oggi: il Consiglio superiore della magistratura aprì contro di lei un procedimento disciplinare e Clementina Forleo venne trasferita a Cremona. Ne venne fuori una battaglia legale che, dopo anni, Clementina Forleo ha vinto su tutta la linea: infatti la Giustizia le ha dato ragione ed è stata reintegrata al Tribunale di Milano.

Oggi Clementina Forleo ricopre lo stesso incarico a Roma, da dove dovrà pronunciarsi sull’eventuale processo al capo del Governo Conte e ai suoi sei Ministri.

Andiamo alla qualità delle accuse. Che non sono affatto campate in aria, come si cerca di fare credere. E, soprattutto, non arrivano da perdigiorno, populisti e via continuando.

Proprio il nostro blog, nei giorni scorsi, ha riportato il video della conferenza stampa che i protagonisti dell’Associazione L’Eretico ha tenuto a Roma presso la Camera dei deputati.

A formulare pesanti accuse contro la gestione dell’emergenza Coronavirus da parte del Governo non c’erano tre ‘pericolosi’ populisti esagitati. Al contrario, sono tre persone molto note, ognuna nel proprio campo: il professore Giulio Tarro, virogolo di fama mondiale; il giudice siciliano Angelo Giorgianni, conosciuto per le sue inchiesta sulla mafia, e Pasquale Bacco, noto medico legale.

Basta ascoltare questo video per capire che, in questa storia, c’è poco da scherzare. Alcuni passaggi sono molto indicativi:

“Con il Coronavirus è stata commessa una strage di Stato ed il lockdown è stato completamente sbagliato nella sua gestione”.

Comicost, il Comitato per la difesa delle libertà costituzionali: “Parliamo di assassini di Stato con un eventuale dolo che dimostreremo”.

In questa vicenda tormentata, tra le altre cose, nei giorni in cui esplodeva la pandemia, ci sono: una diagnosi sbagliata, cure altrettanto sbagliate e un documento ufficiale sulle autopsie…

Foto tratta da Oggi

 

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