Denuncia dell’ORSA marittimi: “Pur di fare ‘cassa’ nelle isole minori non si bada alla salute dei cittadini”/ MATTINALE 507

12 agosto 2020

L’organizzazione sindacale racconta in un comunicato il caos che si registra nella gestione dei trasporti marittimi tra la Sicilia e i propri arcipelaghi: caos “nelle biglietterie, agli imbarchi delle navi e degli aliscafi, dappertutto”. Continua il caos migranti in Sicilia e in altre Regioni italiane

‘Festival del Coronavirus’ in Sicilia: mentre il presidente della Regione, Nello Musumeci, chiude le discoteche, ‘assicuta’ i siciliani imponendo le mascherine, provando magari a controllare chi arriva da Malta, Spagna e Grecia (i controlli valgono anche per i siciliani ‘intelligenti’ che sono andati in vacanza in questi Paesi?), il sindacato ORSA marittimi dirama un comunicato stampa nel quale denuncia quello che sta succedendo nei mezzi di trasporto marittimo che collegano la Sicilia con i propri arcipelaghi.

“Chi si occupa di turismo manca di coerenza”, si legge nel comunicato dell’ORSA marittimi. A parlare è il segretario provinciale di Messina, Vincenzo Intravaia.

“Pur di fare ‘cassa’ nelle isole minori – dice il sindacalista – non si bada alla salute dei cittadini, non si rispetta la distanza sociale in tutti i luoghi: nelle biglietterie, agli imbarchi sulle navi e sugli aliscafi, dappertutto. In barba a tutti i dispositivi del DPCM emanato dalla presidenza del Consiglio e dal Ministero della Salute”.

Nel comunicato del sindacato ORSA marittimi si mette nero su bianco il timore di “aumenti di contagi da COVID-19, come dichiarato da varie fonti giornalistiche e da esperti infettivologi”.

“Noi, come organizzazione sindacale, ci domandiamo: ma il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che firma le ordinanze con i divieti da rispettare che poi nessuno rispetta, a fine estate, quando saremo tutti infettati, cosa dirà? Che scuse troverà verso i cittadini della Sicilia?”.

La verità è che in Sicilia la confusione regna sovrana. E il Governo regionale c’entra fino a un certo punto. A Lampedusa, ad esempio, sono ripresi gli sbarchi: si tratta, per lo più di tunisini – quindi migranti che non fuggono da guerre e carestie – che dovrebbero essere rispediti in Tunisia senza se e senza ma e, soprattutto, senza perdere tempo.

Invece è in corso un ‘babbio’: ieri nell’isola se ne contavano oltre 400 con il sindaco che dice che “la situazione è al limite”: solo che, invece di essere rispediti in Tunisia, i migranti economici tunisini vengono portati in Sicilia a incasinare la vita dei siciliani.

Dopo il trasporto a Porto Empedocle trovano posto in questo o quell’Hotspot o in questo o quel Centro di accoglienza da dove, sempre più spesso, scappano facendo perdere le proprie tracce.

A Pozzallo, ad esempio, dopo l’ultima fuga, è stato mobilitato l’esercito.

Il caos migranti non riguarda solo la Sicilia, ma tante Regioni italiane. In Basilicata, ad esempio, la situazione non è affatto tranquilla. Scrive sulla propria pagina Facebook il senatore della Basilicata, Saverio De Bonis:

“L’arrivo a Ferrandina per la quarantena di cento migranti provenienti da Porto Empedocle mi impone di chiedere chiarimenti e interventi adeguati alla Ministra dell’Interno. Intanto, pur essendo rassicuranti le notizie sulla negatività al tampone di queste persone, ho chiesto al sindaco di esigere una controprova, in quanto massima autorità sanitaria. Tra l’altro, è stato riferito che la struttura dove dovrebbero essere ospitati i migranti può accogliere al massimo 50-60 persone. Dunque, non sarebbero rispettate le regole obbligatorie di distanziamento sociale. Inoltre, il centro è chiuso da un anno e dunque sorgono dubbi sulla sua capacità di adempiere alle norme igienico-sanitarie e di sicurezza. E, fatto ancor più preoccupante, si trova nei pressi di una stazione che serve moltissimi cittadini materani e lucani, il che creerebbe una promiscuità inaccettabile”.

Problemi si registrano anche in altre Regioni. A Treviso la caserma ‘Serena’ adibita a Centro migranti è attualmente uno dei più grandi focolai attivi di Coronavirus d’Italia. Problemi anche in Puglia, mentre in Calabria, a  Gioia Tauro, è arrivata una nave per la gestione dei migranti in quarantena.

Problemi a Campobasso, dove alcuni migranti tunisini si sono allontanati dal Centro di accoglienza mentre erano in quarantena. Sono stati rintracciati dai poliziotti che sono stati aggrediti dagli stessi tunisini. Gli agenti sono stati feriti, mentre due tunisini sono stati arrestati.

Se in Sicilia sbarcano tunisini, in Sardegna sbarcano gli algerini.

Titola l’UNIONE SARDA.it:

“Ondata di sbarchi senza sosta: oltre 60 migranti in 24 ore”.

Insomma, il caos migranti si distribuisce in Italia, anche se la Sicilia, terra di frontiera, resta la più incasinata.

In questo caos i siciliani non rinunciano né ai viaggi (‘notevoli’ i viaggi a Malta, da dove spesso si torna positivi al virus: ne sanno qualcosa a Canicattini Bagni), né alle vacanze.

La denuncia del sindacato ORSA è emblematica.

Foto tratta da Eolie news – blogger

 

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