Si possono bloccare le assunzioni? Se paga lo Stato sì, se pagano le imprese no!

6 agosto 2020

Il blocco dei licenziamenti – come illustra il nostro Economicus – è un provvedimento di stampo socialista. E, in quanto tale, deve essere pagato dallo Stato. Se il costo del blocco dei licenziamenti verrà accollato alle imprese italiane, tante di queste imprese chiuderanno i battenti e il numero dei nuovi disoccupati sarà maggiore dei possibili lavoratori licenziati in condizioni ordinarie 

di Economicus

In queste ore la politica italiana dibatte il tema del blocco dei licenziamenti fino al 31 Dicembre. Si tratta di un’iniziativa politica di stampo socialista che noi non possiamo non appoggiare.

In realtà, se proprio dobbiamo essere precisi, i licenziamenti, in un Paese socialista, non esistono. Perché nei Paesi socialisti l’economia è controllata dallo Stato, che non ha motivo di licenziare, a meno che lo stesso Stato non fallisca.

Diverso il discorso in uno Stato dove ci sono le imprese private. Noi, oggi, per disgrazia, viviamo in un Paese che si è consegnato, mani e piedi, ai predoni e massoni dell’Unione europea ultra liberista. 

In Italia, ormai, le imprese statali si contano sulla punta delle dita. Alcune – come ad esempio le imprese dell’ex gruppo IRI – sono state privatizzate, o meglio, regalate ai privati che, in alcuni casi, si sono fatti i classici ‘bagni’, privatizzando i guadagni e pubblicizzando le perdite. Sotto questo profilo, la vicenda delle autostrade italiane è emblematica.

La domanda è: in un sistema economico come quello italiano, dove prevalgono nettamente le imprese private, si possono bloccare i licenziamenti?

La risposta è sì, a patto che i costi li paghi lo Stato. Ebbene, uno Stato – nel caso in questione, lo Stato italiano – che interviene per accollarsi i costi del blocco dei licenziamenti è uno Stato con un Governo che adotta un provvedimento socialista.

Tutto a posto, allora? Non esattamente. Perché in Italia i costi del blocco dei licenziamenti non li pagherebbe lo Stato: li dovrebbero pagare le imprese!

E’ possibile questo? No, perché un’impresa che paga i costi dei mancati licenziamenti, se non ha grandi capitali messi da parte – e se non ha una vena filantropica – è destinata a chiudere i battenti.

In altre parole, considerato lo stato di crisi dell’economia italiana, non è esagerato ammettere che il blocco dei licenziamenti con i costi a carico delle imprese produrrebbe un numero di disoccupati maggiore di quelli che si otterrebbero dando alle imprese la possibilità di licenziare in condizioni ordinarie.

Può sembrare un paradosso, ma in un’economia in crisi come quella italiana è così.

Allora, se è così, perché i sindacati tradizionali cavalcano il blocco dei licenziamenti, senza avere la garanzia dello Stato che si accolla i costi di questo blocco?

Risposta semplice: perché tra qualche mese ci sono le elezioni regionali e i partiti dell’attuale Governo (PD, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, ma non i renziani) sono in grande difficoltà e i sindacati tradizionali stanno provando a dargli una mano. Con questa forzatura – magari ottenendo una mediazione comunque a ribasso per le imprese – soprattutto  PD e Movimento 5 Stelle s’illudono di guadagnare consensi.

Come finirà? Con molta probabilità, con una mediazione al ribasso che penalizzerà ulteriormente le imprese, creando ulteriori problemi all’economia italiana.

C’è una soluzione alternativa? Sì: l’uscita immediata dell’Italia dall’Unione europea dell’euro e il ritorno del nostro Paese alla sovranità monetaria. Battendo la propria moneta lo Stato italiano potrà bloccare i licenziamenti accollandosene i costi. 

Il Governo Conte bis lo farà? Nemmeno per sogno, perché i partiti che sostengono l’attuale esecutivo italiano sono al servizio dell’Unione europea dell’euro, pronta a ‘ricattare’ l’Italia con le spread se accennerà a lasciare il ‘lager’ monetario chiamato euro.

Alla fine che succederà? Che penalizzeranno – non sappiamo in che misura – le imprese, continuando ad affossare l’economia italiana.

Foto tratta da Fidelity News – Fidelity House

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