I MISTERI DI SICILIA 1/ Gli incendi di Canneto di Caronia? Elettromagnetismo? Armi non convenzionali? UFO?

6 agosto 2020

Incendi improvvisi. Paura tra i cittadini della piccola frazione di Caronia. Indagini interrotte per motivi mai spiegati. Un ufficiale morto in un incidente con l’elicottero. Uno strano sabotaggio che ha colpito un altro elicottero in volo. Un gruppo di studio che è stato fermato. Questo ed altro in una delle storie siciliane più misteriose degli ultimi anni

Si avvicina Ferragosto. E se è vero che, nel giornalismo, la cronaca non si ferma mai, si fermano invece le persone, che magari si vogliono rilassare un po’. Così abbiamo deciso di raccontare quattro o cinque storie misteriose della Sicilia. Cominciamo con una vicenda della quale ci siamo occupati negli anni in cui esplose, tra il 2003 e il 2004: i fatti di Canneto di Caronia.

Da allora ad oggi sono passati oltre quindici anni. Ma chi ha un po’ di memoria ricorderà gli incendi misteriosi che avvenivano a Canneto di Caronia, una frazione di Caronia, in provincia di Messina, che si estende lungo la costa tirrenica, tra Marina di Caronia e Santo Stefano di Camastra.

Di quegli anni si ricordano non soltanto gli incendi improvvisi di abitazioni, suppellettili, telefoni cellulari e, in generale, apparati elettrici, ma anche altri fenomeni, in parte denunciati, in parte rimasti nascosti. Se, negli ultimi anni, ci sono episodi che, a tutti gli effetti, possono essere definiti misteriosi, ebbene, questi si sono verificati a Canneto di Caronia.

Noi, per raccontare questa storia, vogliamo partire da un’intervista che chi scrive ha realizzato nel 2014. L’intervista è stata pubblicata su La Voce di New York. Il personaggio intervistato si chiama Francesco Venerando Mantegna, un uomo di scienza che, tra il 2003 e il 2008, ha coordinato il Gruppo Interistituzionale che ha studiato i fenomeni di Canneto di Caronia.

Per la cronaca, in quei giorni di sei anni fa sembrava di assistere a una possibile recrudescenza degli strani fenomeni che, forse, non sono mai del tutto scomparsi. Leggendo questa intervista, e i commenti che ogni tanto intercaleremo tra una domanda e l’altra, scoprirete fatti che non è esagerato definire, almeno in alcuni casi, inquietanti.

FENOMENI CHE RITORNANO – “Tanto per cominciare – ci diceva Francesco Venerando Mantegna nel 2014 – non sono sorpreso dalla recrudescenza dei fenomeni, dal momento che abbiamo potuto accertare la loro origine non naturale. Ricordo che il Gruppo Interistituzionale ha condotto in quegli anni una straordinaria quantità di accertamenti e di indagini scientifiche, con la diretta partecipazione di numerosi organismi pubblici. C’erano, tra gli altri, anche i rappresentati della Marina Militare e dell’Aeronautica. Le indagini, come ho già ricordato, hanno escluso l’origine naturale dei fenomeni. Anche la presenza, nella zona, di reti tecnologiche quali la ferrovia, gli elettrodotti e gli apparati di radio telecomunicazione non hanno nulla a che vedere con gli incendi”.

“FATTI DI ORIGINE NON NATURALE” – Invitiamo i nostri lettori a tenere a mente alcuni elementi di questa storia, indispensabili per provare a raccapezzarsi: a Canneto di Caronia si sono verificati fatti di origine non naturale, fatti che nulla hanno a che vedere con ferrovie, apparati di radio telecomunicazione ed elettrodi (nel Messinese – per esempio nella Valle del Mela – non mancano i grandi tralicci e le mega reti elettriche: ma con i fatti di canneto di Caronia centrano niente!).

Seguiamo sempre lo scienziato Francesco Venerando Mantegna:

“Come ho già detto, non potevamo certo escludere la recrudescenza di tali fenomeni. Anzi abbiamo richiesto allo Stato e alla Regione siciliana di potenziare il sistema di controllo che avevamo avviato, specie in direzione del monitoraggio h24 dei campi elettrici ed elettromagnetici, in un’area vasta che comprende l’arco insulare delle Eolie e l’entroterra di Caronia”.

Solo che i controlli, chissà perché, sono stati definitivamente interrotti nel 2008. “E sono stati interrotti – ricorda sempre Venerando – contro la volontà del Gruppo Interistituzionale”.

Qualcuno, allora, adombrava il dubbio di insabbiamento. Venerando allara ci ha risposto così:

“I giornalisti fanno il loro mestiere, a volte esagerano a volte ci azzeccano”.

Sei anni fa lo scienziato che per quasi cinque anni ha coordinato il Gruppo Interistituzionale che ha parlato di “scelte incomprensibili”.

TANTO LAVORO E POI IL SILENZIO… – “Questo perché allora – ci raccontava Venerando – ci siamo trovati davanti a una situazione di emergenza. Ricordo l’evacuazione completa del piccolo centro abitato. Poi succede un fatto strano. Accade che il proprietario dell’appartamento ubicato a Canneto, all’interno del quale avevamo installato la stazione di acquisizione dei dati rilevati dalle strumentazioni e dalla telesorveglianza, ci notifica che avrebbe dovuto vendere l’immobile per sue necessità personali. A quel punto il Gruppo Interistituzionale mette a punto immediatamente un progetto di rimozione e ricomposizione della stazione in un container o prefabbricato da collocare nella piazzetta di proprietà comunale, a qualche decina di metri più ad Ovest. Con l’occasione, sulla base delle valutazioni fatte, progettiamo un potenziamento del sistema di monitoraggio elettromagnetico. Ma incredibilmente, dopo la rimozione delle apparecchiature, tutto piomba nel più totale silenzio”.

Possibile? Eppure il gruppo di studio aveva a disposizione attrezzature allora all’avanguardia. “E’ vero – ci ha risposto sei anni fa Francesco Venerando Mantegna -. Sono state sistemate in alcuni locali di proprietà del Comune di Caronia, a monte di Canneto. A distanza di anni quelle apparecchiature sono da considerare obsolete e rovinate, cioè inservibili”.

Allora abbiamo chiesto: di questa storia non avete detto o scritto nulla? “Abbiamo fatto alcuni rapporti in corso d’opera – ci ha risposto il coordinatore del Gruppo Interistituzionale – con i quali abbiamo informato progressivamente il Dipartimento nazionale della Protezione civile sull’andamento dell’indagine scientifica. I rapporti non sono secretati. Sono rapporti riservati, in quanto io stesso nella qualità di coordinatore operativo del Gruppo Interistituzionale di Osservazione, ho ritenuto doverosa tale forma per evitare facili strumentalizzazioni ed allarmismi, specie sui mass media. Oggi quei rapporti non sono più tanto riservati, perché il Dipartimento della Protezione civile ha ritenuto di consegnarli a vari soggetti istituzionali”.

Ricordiamo di aver chiesto di poter consultare tali rapporti. VEnerando ci ha risposto di non poterceli fornire, “per un semplice fatto di coerenza con le scelte iniziali. Potete girare la domanda al Dipartimento se credete, non so dirvi con quale possibile esito”.

Una sintesi del lavoro però, siamo riusciti a farcela raccontare dallo stesso Venerando. E qui cominciano a delinearsi le sorprese e, perché no?, anche i misteri.

“EMISSIONI IMPULSIVE ELETTROMAGNETICHE” – “I fenomeni in questione – ci ha raccontato il coordinatore del Gruppo Interistituzionale – come ho già accennato, sono di origine non naturale. Conclusione a cui siamo pervenuti dopo numerose campagne di misure e di accertamento effettuate in volo, sulla terraferma, presso il caseggiato di Canneto, sulla ferrovia, su tutto ciò che trasmette e riceve in un raggio di 5 km centrato su Canneto, nel territorio di Caronia ed in mare. Abbiamo ritenuto plausibile l’ipotesi che la zona sia stata coinvolta da emissioni impulsive elettromagnetiche di grande potenza concentrata, sul cui punto sorgente ci è stato materialmente impedito di proseguire l’indagine scientifica. Una quantità di anomalie riportate in un apposito registro che abbiamo aggiornato costantemente (oltre 400 anomalie e testimonianze registrate), non soltanto nel caseggiato di Canneto, bensì in una vasta area territoriale, ci hanno indotto a puntare l’attenzione sulla plausibile ipotesi dell’origine elettromagnetica, non escludendo la possibilità di sperimentazioni in quella zona”.

Stiamo entrando nel cuore di questa storia. Noi, sei anni fa, pensavamo ad esercitazioni militari, magari all’uso di armi non convenzionali. Venerando non si è tirato indietro, anche se con qualche precisazione istituzionale:

“Non rientrava nella competenza del Gruppo Interistituzionale – ci ha detto – appurare anche gli eventuali autori di una siffatta ipotesi, ripeto ipotesi rimasta tale a seguito della interruzione forzata del monitoraggio. Questo è un compito al quale sono chiamate altre componenti istituzionali. Noi dovevamo svolgere l’indagine per appurare la possibile origine sotto il profilo esclusivamente tecnico-scientifico”.

Di eventuali protagonisti di altrettanto eventuali esercitazioni militari non si può parlare, ma di armi sì. Ricordiamo la domanda che gli abbiamo posto: esistono armamenti di tipo militare in grado di utilizzare l’elettromagnetismo?

ARMI AD ENERGIA DIRETTA – “Sì – ci ha risposto – si tratta di armamenti cosiddetti ad energia diretta, sistemi d’arma elettromagnetici, laser ed altri. In particolare, le armi elettromagnetiche sono non letali, ma destinate a neutralizzare i sistemi di attacco o difesa della forza avversaria. In buona sostanza, mandano in tilt ogni apparato elettronico e senza l’elettronica, oggi, è inconcepibile l’impiego di una forza armata. Ho preso parte, ad agosto scorso, ad una puntata di Voyager (Il video lo trovate alla fine dell’articolo). Ricordo che è stato intervistato anche il Generale Fabio Mini, che ha confermato in pieno le mie ipotesi in materia di armi ad energia diretta. Inoltre, ho appreso in quella circostanza un fatto che non conoscevo: il comandante della nave ‘Galatea’ dell’Idrografico della Marina Militare, che ha condotto nel mare antistante Canneto una campagna di rilevamenti a supporto del Gruppo Interistituzionale, successivamente è stato inviato in missione ed è morto in un incidente all’elicottero”.

Come potete notale, la storia non è molto ‘lineare’. E non mancano i passaggi che abbiamo definito, non a caso, inquietanti.

Noi abbiamo incalzato Francesco Venerando Mantegna con una serie di domande che riportiamo:

“MI FACCIA UN’ALTRA DOMANDA…” – Ma com’è possibile, in uno scenario del genere una sommaria e repentina interruzione del monitoraggio? Telegrafica la risposta di Venerando:

“Mi faccia un’altra domanda”.

Torniamo all’attacco: vi hanno tolto di mano gli strumenti improvvisamente perché avevate imboccato la pista giusta?

“Mi faccia un’altra domanda”.

Insomma che è successo con ‘sti rilevamenti sui fatti di Canneto di Caronia?

“Ci hanno semplicemente fermati. Questo è un dato di fatto oggettivo”.

Nell’Ottobre del 2014 il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha istituito un nuovo Gruppo di lavoro.

“Sa nulla di questo, professore?”, abbiamo chiesto a Francesco Venerando Mantegna. Risposta: “Sì, ne sono al corrente. Mi hanno persino invitato alla riunione del nuovo Gruppo assieme ai coordinatori scientifici del Gruppo Interistituzionale. Abbiamo declinato l’invito, esprimendo formalmente e senza mezzi termini la nostra sorpresa. Non ha alcun senso ripartire da zero dopo un lavoro condotto senza risparmio di energie e di tempo, per ben quattro anni e tra l’altro – è bene sottolinearlo – senza alcun compenso. In definitiva, ci hanno riservato parole di grande apprezzamento e noi abbiamo augurato al nuovo Gruppo un buon lavoro, non potevamo fare altro”.

In quei giorni di sei anni fa veniva aperta un’indagine da parte della Procura della repubblica presso il Tribunale di Patti; uno dei residenti di Canneto è stato raggiunto da un avviso di garanzia.

Sei anni fa si parlava di un ragazzo che appiccava gli incendi. E’ credibile la storia degli incendi appiccati da un ragazzo?, abbiamo chiesto allo scienziato. “Nel 2007, se ricordo bene – ci ha risposto Venerando – siamo stati interessati da episodi incendiari apparentemente analoghi a quelli di Canneto, nel vicino borgo di San Fratello. Personalmente mi sono più volte recato nell’abitazione interessata, ove diverse suppellettili presentavano vistose bruciature. Ma ho avuto sin da principio forti perplessità. Così abbiamo escluso le analogie. Nel giro di qualche giorno, infatti, grazie al prezioso supporto dei Carabinieri, è stato possibile accertare che una ragazzina si era improvvisata piromane. Non aggiungo i dettagli”.

ELICOTTERO COSTRETTO A UN ATTERRAGGIO DI FORTUNA – “Ma la differenza con quanto è accaduto a Canneto e direi, in particolare, nel territorio di Caronia, è sostanziale dice sempre lo scienziato -. Qui ci troviamo dinanzi ad una serie di anomalie che non si limitano alle combustioni all’interno delle abitazioni, ma vanno ben oltre. Sono anomalie che investono il funzionamento di apparecchiature elettriche e di parti elettroniche, come diversi suoi colleghi giornalisti hanno potuto osservare a proprie spese, rimettendoci persino le telecamere durante le riprese. Basti citare l’esempio dell’elicottero con il quale stavamo conducendo una delle campagne di rilevamento geomagnetico, costretto ad un atterraggio di fortuna. Tre delle quattro pale del velivolo sono risultate colpite da qualcosa, con vistose effrazioni del rivestimento strutturale. Ed è stata accertata l’interruzione della conducibilità elettrica al proprio interno, al punto che sono state sostituite integralmente dal costruttore. Ci hanno mandato delle foto il giorno dopo, da quali è stato rilevato che un oggetto scuro era in coda all’elicottero, a qualche centinaio di metri”.

LE PIANTE CON LE RADICI CARBONIZZATE – “Altro esempio, tanto per citarne qualcuno – prosegue Venerando – quello dell’appezzamento di terreno distante quasi 3 km da Canneto, sulle alture, all’interno del quale abbiamo accertato che centinaia di piante di Ampelodesmos avevano le radici interamente carbonizzate e le lunghe foglie presentavano tutte (quindi migliaia di foglie) tracce evidenti di combustione con gli stessi intervalli dei cavi elettrici coinvolti dagli incendi nelle abitazioni di Canneto. Pensare che questo sia opera della mano umana sarebbe davvero un’iperbole, una forzatura insostenibile, in quanto produrre effetti del genere con migliaia di operazioni manuali avrebbe comportato un dispiego di mezzi, di uomini, di tempi e di denaro fuori dalla razionalità. A parte il fatto che si tratta di una zona impervia, dotata di un unico viottolo di campagna e, stranezza delle stranezze, nessun’altra essenza arborea ed arbustiva all’interno del medesimo appezzamento è stata coinvolta da combustioni. E altrettanto singolare il fatto che in tutta la contrada, tutte le piante di Ampelodesmos, cioè decine di migliaia, non presentavano alcuna traccia analoga di combustione. Inoltre, numerose osservazioni di oggetti non identificati, alcuni dei quali fatti direttamente da militari, oltre che dal Gruppo Interistituzionale. In definitiva, occorre vedere i fenomeni di Canneto in maniera contestuale, collegando alle evidenze la causa-effetto. Ed è stato questo il grande lavoro del Gruppo Interistituzionale”.

Fine della storia? No, fine di questa prima puntata. Perché c’è un seguito. C’è un’altra spiegazione, che non è detto sia alternativa a quanto via abbiamo raccontato fino ad ora. Ricordate quanto abbiamo detto all’inizio: “origine non naturale…”. C’è chi, infatti, avrebbe visto qualcosa in più e qualcosa di diverso. UFO? Ci vediamo alla seconda puntata.

Fine prima puntata/ Continua

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DE LA VOCE DI NEW YORK CON LA PUNTATA DELLA TRASMISSIONE DI Voyager

Foto tratta da noi e gli extraterrestri

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