Pino Aprile a Capo d’Orlando ha raccontato come ancora oggi il Nord depreda il Sud

5 agosto 2020

L’autore di ‘Terroni’ è venuto in Sicilia per presentare il suo nuovo libro: “Il Male del Nord. Perché o si fa l’Italia da Sud o si muore”. Lo scrittore e giornalista ha detto al Sud non mancano le professionalità, ma le risorse, che sistematicamente vengono dirottate verso il Nord est. Il presidente della Fondazione Piccolo ha ricordato la battaglia che si sta conducendo per fare luce sulla gestione del Coronavirus in Italia  

di Letizia Passerello

Un folto pubblico, attento e colto, è stato coinvolto in una brillante disamina storica e politica dal giornalista e scrittore Pino Aprile, giunto nei giorni scorsi in provincia di Messina, per presentare il suo ultimo libro “Il Male del Nord. Perché o si fa l’Italia da Sud o si muore”.

Dopo un incontro a Ficarra, in cui ha dialogato con il giornalista Massimo Scaffidi, Pino Aprile, ha fatto tappa a Capo d’Orlando a Villa Piccolo, accolto dal padrone di casa, il presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Andrea Pruiti Ciarello. Ad accompagnare il fondatore del Movimento 24 Agosto, Franco Calderone, coordinatore per la Sicilia dello stesso Movimento.

L’incontro è stato organizzato dal presidente del circolo di Brolo, Nino Ricciardello, che ha anche introdotto i lavori. A portare i saluti istituzionali, il presidente del Consiglio comunale di Capo d’Orlando, Carmelo Galipò.

Un lungo ed accorato intervento, quello di Pino Aprile, che non ha mai portato ad un calo di attenzione gli astanti, che numerosi sono accorsi a Villa Piccolo per ascoltare dalla viva voce di chi, da anni, si batte contro le sperequazioni di un Sud sempre più periferia d’Italia, a cui vengono estorte in continuazione risorse a favore di un ricco Nord (almeno rispetto al Sud), rimpinguato dal consenso complice di una classe politica da decenni inadeguata.

Pino Aprile, ha toccato diversi temi, da quello delle infrastrutture all’asse viaria, mettendo subito in chiaro che è la politica mediocre ed opportunista che divide i territori, non i cittadini ed il Covid ha finalmente messo a nudo questa triste realtà, che tutte le classi dirigenti sapevano, ma che a molti interessava tacere ai loro concittadini. Sono state alcune persone vittime di questo terribile virus a scoprire, da sole, che al Sud, come e forse più del Nord, ci sono presidi sanitari di eccellenza, gente perbene ed ospitale e medici e scienziati di fama mondiale.

C’è chi proveniente dalla Lombardia o dal Veneto e lì, già dato per spacciato, è stato risvegliato dal coma, proprio da medici siciliani e molisani, che operano in strutture di eccellenza. Quello che manca al Sud non sono le professionalità, ma le risorse, che sistematicamente vengono dirottate verso le strutture di vario genere prevalentemente del Nord est.

Saggia la decisione dell’Ue di imporre un 40% dei 209 miliardi del Recovery Fund, da destinare al Mezzogiorno d’Italia. Il problema è se le misure verranno attuate.

Molto seguito anche l’intervento di Andrea Pruiti Ciarello, tra i legali che, di recente, hanno chiesto l’accesso agli atti per ottenere dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri le copie dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico, nominato dal Governo Conte, che hanno supportato le azioni del Governo, durante il periodo di chiusura nei mesi di Marzo e Aprile.

“Ritengo che gli italiani abbiano il diritto di conoscere tutte le motivazioni di quegli atti che li hanno costretti a casa per 69 lunghi giorni – ha affermato Andrea Pruiti Ciarello -. Le iniziative giudiziarie sono state portate avanti dalla Fondazione Einaudi, grazie all’impegno di una straordinaria squadra di colleghi, della quale mi onoro di fare parte: Rocco Todero, Enzo Palumbo, Federico Tedeschini, Ezechia Reale e Nicola Galati”.

In prima battuta i legali hanno vinto al TAR, ma il Governo Conte, ha proposto, tramite l’Avvocatura dello Stato, ricorso al Consiglio di Stato, appellandosi a motivi di “sicurezza nazionale e all’ordine pubblico”. Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso, ha sospeso il provvedimento, riservandosi la decisione per il prossimo 10 Settembre.

Sarà la Terza Sezione del Consiglio di Stato, quindi, a decidere se i cittadini debbano conoscere le motivazioni di una restrizione coatta delle proprie libertà, senza aver commesso alcun reato.

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