Prezzo del grano duro di nuovo giù. Ma in Sicilia c’è chi ha preso le contromisure

4 agosto 2020

Sono tanti agricoltori che fanno capo al Movimento Terra è Vita. Hanno deciso di ammassare il proprio grano duro e, se il prezzo è basso – come in questo momento – non lo vendono. Lo vendono solo se il prezzo sale. L’assenza della Regione siciliana nella questione grano. Domani intanto assemblea degli agricoltori a Poggioreale promossa sempre da Terra è Vita    

“Grano duro, calano vistosamente i prezzi all’ingrosso in Italia”, scriveva lo scorso 16 Luglio AgroNotizie. Ormai da quasi tre settimane e forse più i prezzi del grano duro sono in discesa. E’ così nel mercato di Foggia, Bari, di napoli. E anche in Sicilia. Però in Sicilia c’è un però…

Però in Sicilia gli agricoltori hanno cominciato a difendersi. Come? Come si faceva un tempo: ammassando la produzione e decidendo di vendere solo a un prezzo conveniente.

I protagonisti di questa rivoluzione sono gli agricoltori che fanno capo al Movimento Terra è Vita. Spiega Santo Bono, azienda agricola dalle parti di Camporale, ovviamente produttore di grano duro:

“Siamo stanchi di subire. Così abbiamo deciso in primo luogo di unirci e di trovare soluzioni comuni. ‘Loro’ hanno deciso che il prezzo del grano duro siciliano si deve pagare 24-25 euro al quintale? E noi non lo mettiamo in vendita. Siamo un bel numero. E diventiamo sempre di più. Se vogliono il nostro grano duro lo devono pagare a 30 euro al quintale”.

In effetti, dovrebbe essere la politica regionale a sostenere i produttori di grano duro. Come? Semplicissimo: finanziando, con i fondi europei, i centro di ammasso pubblici con impianti frigorifero per i cereali; la crio-refrigerazione, infatti, consente di conservare i cereali senza il ricorso a sostanza chimiche.

Il problema è che, in Sicilia, gli agricoltori – e con loro i consumatori – se la devono vedere con una politica ostile. L’Unione europea dell’euro non è altro che un covo di banditi che sacrifica l’agricoltura agli interessi della grande industria e delle multinazionali che operano nel campo dei servizi.

Il CETA – trattato internazionale applicato in violazione delle leggi europee (sì, avete letto bene: in violazione delle leggi europee: il CETA non è stato ancora ratificato dai Parlamenti dei 27 Paesi dell’Unione europea e non potrebbe essere applicato!) – penalizza l’agricoltura europea: i canadesi importano in Europa i propri prodotti agricoli e, in cambio, le multinazionali di industrie e servizi fanno affari in Canada.

Il grano duro del Sud Italia e della Sicilia è particolarmente colpito dal grano duro canadese, che viene venduto in Italia addirittura ad un prezzo superiore a quello italiano, perché, dicono, ha un livello proteico più elevato. Peccato che il grano duro canadese coltivato nelle aree fredde e umide di questo Paese vien fatto maturare artificialmente a ‘colpi’ di glifosato: ed è proprio per questo che ha un elevato tenore proteico, perché la maturazione artificiale blocca la riduzione delle proteine.

Ma, piaccia o no, rimane un grano al glifosato, anche se i ‘signori’ della Ue, proprio per consentire al grano al glifosato di entrare in Europa, hanno innalzato i limiti di legge. In pratica, anche se contiene più glifosato può entrare lo stesso in Europa per la ‘gioia’ degli ignari consumatori…

E’ proprio la presenza di grano duro estero – grano canadese in testa – che arriva con le navi nei porti pugliesi e siciliani – che deprime il prezzo dei grano duro del Sud Italia e della Sicilia.

Ma adesso, piano piano, nonostante i ‘banditi’ dell’Unione europea, nonostante una politica agricola nazionale infingarda e nonostante l’assenza del Governo regionale siciliano i produttori di grano duro della Sicilia cominciano a prendere le misure.

Sempre in materia di agricoltura – e sempre con riferimento al Movimento Terra è Vita – segnaliamo un incontro organizzato domani, 5 Agosto, a Poggioreale, provincia di Trapani. Appuntamento alle 19,00 in Piazza Elimo. Ci sarà l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Dino Giarrusso.

Non che noi ci fidiamo molto della politica, che per l’agricoltura siciliana, a tutti i livelli, non ha fatto nulla. E non ci fidiamo dei grillini, che stanno dimostrando di essere entrati a far parte del peggio della vecchia politica. Però, quanto meno, l’europarlamentare Giarrusso (per quello che può contare il parlamento europeo nelle decisioni che riguardano l’agricoltura: meno di niente) ci sta mettendo la propria faccia. Non è molto, ma è già qualcosa.

Partecipare? Certo. Anche per chiedere notizie sul perché il Governo nazionale non ha ancora applicato la legge sulla CUN, la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe eliminare le speculazioni al ribasso sui prezzi del grano duro.

In ogni caso, riferiremo sull’incontro di domani.

 

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