Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Vito Crimi e Ignazio Corrao: a che punto siete con il MES?/ MATTINALE 497

1 agosto 2020

Ieri il nostro MATTINALE ha attirato le critiche dei lettori che si attardano ancora ad andare dietro al Movimento 5 Stelle e agli infelici che votano ancora PD. In particolare, hanno scritto e detto che siamo dei visionari e che ci siamo inventati di sana pianta il sì ambiguo e nascosto dei parlamentari grillini al MES. Qui di seguito riportiamo un articolo di un autorevole giornale on line dove si legge che…

Nel MATTINALE di ieri abbiamo scritto che in Italia stanno per scoppiare due ‘bordelli’ politici: il MES – che alla fine verrà applicato (di fatto, anche se in modo proditorio, è stato già approvato dal Parlamento italiano) e il fallimento del Recovery Fund, una truffa contabile che sarà la tomba politica ed elettorale dei partiti che sostengono l’attuale Governo Conte bis, a meno che non convincano – cosa assai improbabile – la Lega e Fratelli d’Italia ad approvare non il Piano per spendere questi soldi, ma il Piano di riforma alla ‘greca’ che la Ue vorrebbe imporre all’Italia.

Non potete immaginare quante critiche abbiamo ricevuto. C’è chi ha scritto che ci inventiamo tutto, che siamo poco credibili. I più generosi, in privato, ci hanno detto che sì, le critiche al Recovery Fund ci stanno, che magari noi siamo un po’ troppo radicali, ma – hanno aggiunto – che il parlamento italiani, con il voto dei grillini, avrebbe già detto sì al MES, ebbene, hanno detto, questa ce la siamo proprio inventata di sana pianta!

Così, oggi, abbiamo deciso di replicare a chi ci prende per visionari, là dove sosteniamo che il Movimento 5 Stelle tutto avrebbe già detto sì al MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, meglio noto come Fondo strozza-Stati.

Il nostro problema è che, occupandoci per il 90% di economia e di politica, leggiamo non meno di 40-50 articoli al giorno di economia e di politica. Così, qualche giorno fa, non ci è sfuggito un articolo scritto da un giornale on line che segue molto bene le cronache politiche, con riflessi sull’economia. Il nome di questo giornale è DIARIO DEL WEB. Il titolo dell’articolo, pubblicato Giovedì 30 Luglio, dice già tutto:

“Una frasetta nella risoluzione di maggioranza introduce il MES di soppiatto”.

Nel sommario si legge:

“Per tutto il pomeriggio al Senato, sponda PD, hanno tenuto le dita incrociate: nella risoluzione di maggioranza sul Piano nazionale delle riforme c’era anche un passaggio assai delicato”.

Andiamo all’articolo:

“Per tutto il pomeriggio al Senato, sponda PD, hanno tenuto le dita incrociate: nella risoluzione di maggioranza sul Piano nazionale delle riforme c’era anche un passaggio assai delicato, una frase che di fatto apre anche all’uso del MES e finché non si è votato i democratici sono rimasti un po’ col fiato sospeso, nel timore che all’ultimo momento scoppiasse un caso con i 5 Stelle. Il passaggio – prosegue l’articolo – è tra le righe, ma nemmeno troppo. Tra i vari impegni ai quali il documento di maggioranza vincola il governo c’è quello «ad adottare rapidamente un Piano per la ripresa nazionale che ponga le basi per l’utilizzo, in una logica di integrazione dei fondi già attivati, del Ngeu, del Qfp 2021-2027 e dei fondi strutturali, di tutte le risorse che saranno messe a disposizione del nostro Paese nei prossimi mesi per gli interventi finalizzati a ridurre l’impatto della crisi». Il punto è quei «fondi già attivati», che di fatto aprirebbe la strada anche all’uso del MES”.

“L’apprensione è aumentata – leggiamo sempre nell’articolo di DIARIO DEL WEB – quando la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini ha provato a svelare il gioco: «Se le parole hanno ancora un senso, significa che la maggioranza sta chiedendo al governo di usare subito i fondi del MES. Sarebbe una novità politica di non poco conto. Ma i Cinque Stelle hanno letto il testo?». La provocazione della Bernini non ha rimesso in discussione il voto sul Pnr, la maggioranza ha approvato la risoluzione senza problemi. Giuseppe Conte ha sempre detto che sulla questione avrebbe deciso il Parlamento ed è facile immaginare che si aprirà una discussione nella maggioranza sull’interpretazione della risoluzione votata oggi. Ma certo da questa sera PD, Iv e anche il ministro Roberto Speranza hanno un’arma in più per chiedere l’utilizzo del MES”. (con fonte Askanews)”.

Come potete leggere, la capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini, ha detto ai senatori del Movimento 5 Stelle: badate che state dicendo sì al MES, l’avete capito? Ma i senatori grillini non hanno risposto: segno che hanno capito benissimo!

E l’hanno capito così bene che, sull’ANSA, il giorno dopo, Veneri’ 31 Luglio, il coordinatore nazionale del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha precisato:

“Il M5S resta convinto della ‘pericolosità e non adeguatezza’ del MES: non abbiamo certezze, il sito può dire quello che vuole ma i Trattati prevedono che il board può andare a imporre delle condizioni”.

Queste parole Vito Crimi, capo politico del M5S, le ha pronunciate ai microfoni di Sky tg 24 rispondendo a chi gli chiedeva ‘lumi’ sulla possibile utilizzazione dei fondi MES.

La parte più interessante dell’intervista di Crimi sta nelle parole finali:

“Se questo cambiasse, a quel punto non sarebbe più il MES e diamogli allora un altro nome”.

Cosa dovrebbe cambiare? Il board? O i trattati internazionali? Intanto resta il voto favorevole dei grillini al Senato all’ambigua risoluzione.

Negli ultimi giorni abbiamo consultato le pagine Facebook di Alessandro Di Battista e Ignazio Corrao, da sempre contrari al MES. Ma non abbiamo trovato alcun accenno, da parte di questi due esponenti grillini, al Meccanismo Europeo di Stabilità. Non è un po’ strano che, mentre un autorevole giornale scrive che i grillini, di soppiatto, hanno detto sì al MES, gli esponenti di questo Movimento, da sempre contrari allo stesso MES tacciano?

L’articolo – per concludere – dice anche una cosa che noi scriviamo da quando il Recovery Fund è stato approvato: e, cioè, che altre al Piano per spendere questi fondi l’Italia dovrà presentare un Piano di ‘riforme’: si tratta delle solite riforme chieste dalla Ue: e cioè tagli in danno degli italiani che colpiranno i dipendenti pubblici, le pensioni e, in generale, Stato sociale. Ma anche di questo i grillini non parlano. Chissà perché…

QUI L’ARTICOLO DI DIARIO DEL WEB

QUI L’ARTICOLO DELL’ANSA

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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