IL PUNTO/ Oggi in Parlamento la proroga dello stato di emergenza chiesto da Conte: i retroscena

28 luglio 2020

Da oggi Ammiano Marcellino III comincia la collaborazione con I Nuovi vespri da Roma.
Oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, presenterà al Senato la richiesta di proroga al 31 Ottobre dello stato di emergenza per il Coronavirus. Domani lo farà alla Camera. Proviamo a illustrare il perché di questa proroga a nostro avviso legata a doppio filo alle ‘riforme’ da presentare con il Recovery Fund

di Ammiano Marcellino III

ROMA – Il Governo Conte bis si accinge a chiedere al Parlamento la proroga dello stato di emergenza per il Coronavirus che scade il 31 Luglio. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà oggi al Senato e domani alla Camera dei deputati. Sul sì delle assemblee di Montecitorio e Palazzo Madama alla proroga fino al 31 ottobre non ci dovrebbero essere problemi di voto. Ma le polemiche non mancheranno. Perché?

La nostra interpretazione è la seguente.

Il problema della proroga dello stato di emergenza per il Coronavirus non ha nulla a che vedere con il Coronavirus. Infatti, se in Italia ci fosse ancora un’emergenza Coronavirus il Governo non avrebbe, di fatto, aperto tutto, non avrebbe annunciato la riapertura delle scuole il 14 Settembre, non consentirebbe ai migranti di sbarcare in Sicilia e via continuando.

Il nostro dubbio è che l’emergenza chiesta dal Governo abbia invece a che fare con il Fondo di ricostruzione detto anche Recovery Fund. Perché? Perché proprio entro Ottobre il Governo Conte non dovrà presentare all’Unione europea il Piano per spendere le risorse del Recovery Fund, ma dovrà contestualmente presentare – cosa che, chissà perché, ricordano in pochi – alcune ‘riforme’ che sanno tanto di MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità.

Ricordiamo che il Recovery Fund presenta ‘condizionalità’ che sono praticamente identiche a quelle del MES. Ora noi siamo proprio curiosi di conoscere quali ‘riforme’ proporranno gli esponenti dei partiti di Governo: PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali.

Interverranno sui dipendenti pubblici? Sulle pensioni? Sullo Stato sociale? Sul risparmio degl’italiani con qualche manovra subdola? Un fatto è certo: anche se l’argomento ‘riforme’ non è stato molto ‘gettonato’, è stato invece molto seguita la clausola del ‘Freno di emergenza’ imposto ufficialmente dall’Olanda, ma voluto da tutta la Ue: ovvero il blocco di contributi e finanziamenti all’Italia nel caso in cui dovessero sorgere problemi…

Noi pensiamo che se Lega e Fratelli d’Italia – che sono le due uniche forze politiche presenti in Parlamento – terranno la barra del timone dritta, il Governo Conte si scontrerà con difficoltà enormi: perché un conto è far digerire agl’italiani alcune ‘riforme’ (alla greca?) con l’avallo di tutto il Parlamento, altra e ben diversa cosa è fargliele digerire contro il parere delle opposizioni.

E’ questo il motivo per il quale il capo del Governo Conte sta cercando in tutti i modi di coinvolgere le opposizioni nella gestione del Recovery Fund: non perché li vuole coinvolgere nella decisione su come spendere questi soldi, ma per intrappolare Lega e Fratelli d’Italia nelle ‘riforme’ che dovranno essere propinate agl’italiani. 

Come finirà? L’abbiamo già accennato: se Matteo Salvini e Giorgia Meloni terranno ferma la linea di opposizione e non si faranno coinvolgere nella gestione del Recovery Fund, il Governo Conte bis andrà incontro a difficoltà serie, perché nessun partito, soprattutto a ridosso delle elezioni regionali, vorrà penalizzare gli elettori.

Con molta probabilità, il capo del Governo italiano proverà ad acciuffare i soldi del Recovery Fund senza pagare il dazio delle ‘riforme’. A questo punto l’Olanda potrebbe insorgere dicendo:

“Avete visto perché non volevamo dare i nostri soldi all’Italia? Perché questi si vogliono prendere i ‘picciuli’ (in Olanda c’è chi parla il siciliano) senza fare le riforme…”.

Insomma se Lega e Fratelli d’Italia faranno opposizione seria metteranno in grande difficoltà il Governo.

Direte: cosa c’entra questo con la proroga dello stato di emergenza fino al 3 Ottobre? C’entra, eccome! Perché con lo stato di emergenza le opposizioni avrebbero difficoltà ad organizzare manifestazioni di piazza, che gli farebbero acquisire ulteriori vantaggi sui partiti di Governo.

Lo stesso discorso vale per i partiti sovranisti e socialisti oggi fuori dal Parlamento. Per esempio i Gilet Arancioni. O, magari i protagonisti del nuovo soggetto politico di Gianluigi Paragone, che senza aver fatto nulla viene già dato al 5%.

Riuscite a immaginare cosa succederebbe se, a fronte di un Governo che deve presentare il pacchetto di ‘riforme’ pesanti per la popolazione italiana, Paragone e i suoi dovessero invadere le piazze italiane? Guadagnerebbero, anche loro, una barca di voti…

 

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