Puntate gli orologi: fallito il Recovery Fund il PD cercherà di far ‘ingoiare’ il MES agl’italiani!/ MATTINALE 484

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Ci riusciranno? Noi speriamo di no. Ma, purtroppo, in Parlamento ci sono i grillini. Questi ultimi, si sa, fanno sempre l’esatto contrario di quello che dicono. Hanno accettato la mancata revoca delle autostrade, perché non dovrebbero accettare il MES? Noi ci auguriamo che mandino a quel paese PD e Forza Italia, favorevoli al MES. Ma i grillini, si sa, sono totalmente inaffidabili

Come questo blog scrive da Maggio, il Recovery Fund non c’è. I 750 miliardi di euro tanto celebrati dal capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, a Giugno (circa 172 dovevano andare al nostro Paese, poco meno della metà  metà a fondo perduto) hanno subito un processo di ‘sublimazione’: come in fisica, sono passati dallo stato solido a quello aeriforme senza passare dalla fase liquida…

Per dirla alla siciliana, ‘sti picciuli un ci sunnu, non sono mai esistiti, se non nella fervida immaginazione del presidente del Consiglio Conte. Il capo del Governo italiano si è recato al Consiglio europeo non sappiamo se con la convinzione o con la speranza non solo di portare a casa l’approvazione del Recovery Fund ma, addirittura, di portare a casa anche, entro l’attuale mese di Luglio, un anticipo di una trentina di miliardi di euro.

Invece non solo non ha portato a casa nulla, non solo ha dovuto prendere atto che del Recovery Fund si tornerà a parlare, Coronavirus permettendo, nella Primavera del prossimo anno, ma ha anche dovuto prendere atto che gli unici ‘aiuti’ che l’Unione europea dell’euro è disposta ad erogare all’Italia sono i fondi ‘avvelenati’ del MES (Meccanismo Europeo di Strozzinaggio e non di Stabilità, come cercano di farci credere).

Con molta probabilità, a partire dai prossimi giorni, il PD tornerà alla carica per cercare di fare ‘inghiottire’ il MES agli italiani. E i grillini che faranno? hanno accettato la mancata revoca ai Benetton sulle autostrade e si dovrebbero fare problemi sul MES?

I grillini sono i grillini, non dimentichiamolo: dicono una cosa e fanno l’esatto opposto: ormai li abbiamo ‘inquadrati’.

Solo una persona che non conosce l’Unione europea dell’euro – e, soprattutto, che non conosce quello che hanno combinato gli italiani nella cosiddetta Europa unita con l’avvento della Seconda Repubblica – poteva pensare che il Consiglio europeo avrebbe approvato il Recovery Fund. E, purtroppo, Conte è uno di questi.

Dopo la riunione del Consiglio europeo Conte ha dovuto prendere atto di aver mal riposto le proprie speranze. Lo stesso capo del Governo italiano ha ammesso che “ci sono problemi”. Non è facile capire se Conte crede davvero in quello che dice (cioè crede che l’Unione europea aiuterà l’Italia), o se la sua è una recita. Questa, infatti, non è politica, ma psicologia.

La televisione italiana – che come sappiamo soprattutto sull’Europa dell’euro è sempre ‘bene informata’ – e lo stesso Conte, per spiegare lo stop al Recovery Fund, tirano in ballo i “Paesi frugali” – Olanda, Irlanda, Lussemburgo – che manifestano dei dubbi su questi aiuti ai Paesi in difficoltà. Le cose stanno così?

No. In realtà, ad essere d’accordo sul Recovery Fund sono Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo. Gli altri 22 Paesi dell’Unione europea, nella migliore delle ipotesi, si chiedono il perché dovrebbero tirare fuori i soldi per aiutare chi oggi nella Ue è in difficoltà.

Attenzione: i 22 Paesi che si chiedono il perché bisognerebbe aiutare Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo non hanno tutti la stessa caratura politica. I Paesi che contano veramente – e che bloccano il Recovery Fund – sono la Germania, l’Austria, quasi tutti i Paesi del Nord Europa e i tre paradisi fiscali dell’Unione europea: i già citati Olanda, Irlanda, Lussemburgo.

Hanno ragione questi Paesi a bloccare il Recovery Fund? Dal loro punto di vista, sì. Contrariamente a quello che raccontano, l’Unione europea, con la firma del trattato di Maastricht, ha cambiato ‘ragione sociale’ e ‘ragione politica’. Non che prima sia stata migliore: è solo peggiorata.

Chi, negli anni ’80 del secolo passato, in Italia, ha studiato la Politica agraria sa, ad esempio, che l’agricoltura mediterranea veniva regolarmente penalizzata già in quegli anni. Allora l’Unione europea si chiamava Cee (Comunità economica europea)e gli accordi che si siglavano penalizzavano sempre gli agrumi e il vino.

L’agricoltura italiana, allora, si salvava perché c’era ancora uno Stato sovrano, con una propria moneta, che interveniva a sostegno di questi due settori. In quegli anni si parlava spesso degli scandali nella gestione del ritiro degli agrumi a spese della Cee, ma nessuno – chissà perché – parlava di quello che combinavano nel Nord Europa con il latte e il burro!

Gli agricoltori italiani – soprattutto gli allevatori di bovini del Nord Italia – hanno cominciato a capire gli imbrogli dell’Unione europea quando sono state imposte le cosiddette ‘Quote latte’, ovvero uno stop alle produzioni di latte (e quindi uno stop agli allevamenti di bovini) che è stato pensato per danneggiare la zootecnia bovina del Sud Europa in favore della zootecnia bovina del Nord Europa.

Vi ricordate le multe comminate dall’Unione europea agli allevatori italiani che – giustamente – non capivano perché loro non dovevano allevare i bovini da latte e non dovevano produrre latte? Ebbene, avevano ragione gli allevatori italiani! E che avevano ragione lo dimostra il fatto che, a un certo punto, non potendo più portare avanti questo imbroglio, le ‘Quote latte’ sono state abolite!

La Cee e poi l’Unione europea sono sempre stati luoghi dell’imbroglio. Oggi il capo del Governo italiano Conte scopre che Irlanda, Olanda e Lussemburgo guadagnano ogni anno rispettivamente 106, 57 e 47 miliardi di euro attraendo multinazionali grazie alla fiscalità vantaggiosa. Con questo giochetto, ogni anno, questi tre paesi sfilano all’Italia 23 miliardi. 

Conte – giustamente – vorrebbe usare questa vergogna come contrappeso: voi ci negate i fondi del Recovery Fund e noi contestiamo le agevolazioni concesse a tre Paesi dell’Unione europea che, alla fine, non sono altro che paradisi fiscali.

Quello che Conte non sa è che chi lo ha preceduto a partire dai primi anni ’90 non ha avallato solo la nascita di questi tre paradisi fiscali europei, ma tutto il resto. E se l’ha fatto, sapendo di danneggiare l’Italia, cioè il proprio Paese, i motivi ci saranno stati e non è nemmeno molto difficile indovinare quali potrebbero essere…

L’Italia, a partire da Maastricht, è stata letteralmente ‘venduta’ all’Unione europea, prima senza euro e poi con l’euro. Certo, Conte fa bene a contestare i regimi fiscali che arricchiscono i paradisi fiscali europei anche a spese dell’Italia.

Ma oggi i margini per la mediazione non ci sono più. In parole più semplici, è tutta l’Unione europea dell’euro che conta – Germania in testa – che blocca il Recovery Fund.

Prima di far partire gli aiuti, in Europa vogliono vedere come finirà con la pandemia di Coronavirus. E per sapere come finirà bisognerà aspettare la primavera del prossimo anno. Se andrà bene, ad Aprile del prossimo anno qualcosa del Recovery Fund in Italia arriverà; se andrà male il Recovery Fund abortirà. Purtroppo, il secondo scenario è il più probabile, sia perché i contagi sono in risalita già in piena estate, sia perché il vaccino contro un Coronavirus è una presa per i fondelli e verrà messo in giro solo per spillare soldi.

Allora a cos’è servito il Consiglio europeo di queste ore? A convincere Francia, Spagna, Italia, Portogallo e Grecia che gli unici aiuti che la Ue è disposta a mettere in campo sono rappresentati dai fondi del MES.

Sul MES va fatta per l’ennesima volta chiarezza, visto che ci sono in giro voci del tutto sbagliate. Il MES, rispetto a quando hanno derubato la Grecia, non è cambiato, perché non sono cambiati i trattati internazionali che l’hanno istituito.

Se un Paese della Ue prende i soldi del MES e, dopo poco tempo, vede il proprio rapporto Deficit-Pil schizzare dal 120-130% al 170-180% finisce automaticamente “sotto osservazione” (questo, per chi non l’avesse capito, è quello che succederà all’Italia tra qualche mese). Quando dicono che “il MES è cambiato”, che “non è più il MES che ha impoverito la Grecia” raccontano solo fesserie.

Il MES è un automatismo: non a caso i tedeschi che lo gestiscono hanno chiesto e ottenuto l’immunità, perché siccome sanno che dovranno mettere la firma su un automatismo che massacrerà i Paesi che sottoscriveranno questo prestito, non vogliono assumersi responsabilità personali: e, dal loro punto di vista, strettamente civilistico, hanno ragione!

Il MES è stato pensato non per aiutare i Paesi della Ue in difficoltà, ma per impoverirli, imponendo il taglio dei salari, il taglio delle pensioni, il taglio dei servizi sanitari e, in generale, il taglio dello Stato sociale. Il MES – soprattutto in questo momento di crisi economica spaventosa, crisi che è destinata ad aumentare, perché andrà di pari passo al Coronavirus – serve ad alcuni Paesi, Germania in testa, per mantenere i propri alti livelli di tenore di vita a spese dei Paesi europei oggi in difficoltà.

E’ questo il motivo per il quale Francia, Spagna, Portogallo e Grecia non vogliono nemmeno sentir parlare del MES. E perché, allora, in Italia ci sono forze politiche che vogliono ‘impiccare’ l’Italia con il MES, tipo PD e Forza Italia?

Provate a indovinarlo voi…

Foto tratta da Il Post

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