Sul Titanic

Messina, il sindaco Cateno De Luca torna a ‘duellare’ con Roma e chiude l’Hotspot cittadino

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Il sindaco della Città dello Stretto ha adottato questa decisione dopo che un gruppo di migranti è fuggito dall’Hotspot. Anche il parlamentare regionale Giorgio Assenza interviene sulla questione migranti

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, torna a sfidare il Governo nazionale. E lo fa chiudendo l’Hotspot della sua città, da dove sono fuggiti oltre venti migranti.

La notizia è stata annunciata stamattina in un comunicato stampa dallo stesso sindaco:

“Oggi pomeriggio, dall’Hotspot di Bisconte a Messina, ufficializzeremo tramite un’apposita conferenza stampa la chiusura della struttura abusivamente realizzata nell’ex caserma Gasparro. Ciò che è successo mercoledì sera, con una trentina di migrati ancora a piede libero, ricercati dalle forze dell’ordine, è un fatto che non può e non dovrà più ripetersi. La cittadinanza è preoccupata e non posso permettere che nel mio territorio regni sovrano il disordine. I migranti fuggono indisturbati per la città, mettendo in pericolo la popolazione e dobbiamo pure stare in silenzio senza protestare? Non ci sto, per tale motivo dico basta a questo mercimonio. Se a livello regionale non si riesce a fare la voce grossa con Roma, accettando supinamente tale condizione, da adesso a Messina si cambia e anche subito”.

Adesso non è facile capire quello che succederà. Ricordiamo che c’è già stato uno scontro tra il sindaco De Luca e il Governo nazionale e, in particolare, con la Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, Il primo cittadino di Messina, in piena emergenza Coronavirus, ha provato a mettere un po’ d’ordine nella ‘calata’ di persone che in quei giorni attraversava lo Stretto per entrare in Sicilia.

De Luca ha firmato un’ordinanza che imponeva i controlli. In effetti, i controlli erano carenti, come aveva denunciato qualche giorno prima il sindacato ORSA.

Il Governo nazionale non ha gradito di dover sottostare a un sindaco. Così la Ministra, dopo aver chiesto un parere al Consiglio di Stato, ha annullato l’ordinanza del sindaco di Messina (e ha anche querelato lo stesso De Luca).

Ora lo scontro si ripropone. Però stavolta non siamo sicuri che il Ministro degli Interni forzerà la mano, se non altro perché in Italia – e non soltanto in Sicilia – cresce la paura per l’arrivo di migranti positivi al Coronavirus.

Insomma, la nostra sensazione è che il secondo tempo della ‘partita’ tra il sindaco di Messina e il Governo nazionale lo vincerà il De Luca: dubitiamo, infatti, che Roma forzerà la mano per tenere aperto l’Hospot della Città dello Stretto.

Sui migranti che si presentano in Sicilia interviene anche il parlamentare regionale Giorgio Assenza:

“Le frequenti fughe, verificatesi anche in pieno lockdown, dalle strutture di accoglienza nel Ragusano (al netto di qualche rientro avvenuto ben tre mesi dopo) e, in particolare, dalla ex azienda San Pietro, non adatta ad accogliere profughi, sommate alla presenza di molti positivi, comunque a contatto con gli altri non colpiti dal virus, ci inducono a una riflessione composita. Innanzitutto che non possiamo proprio sentircela di vanificare l’ottima politica di prevenzione anti Covid messa in atto dal governo regionale, con risultati tranquillizzanti come in non molte altre Regioni italiane anche grazie alla collaborazione responsabile dei siciliani”.

“Un margine può e deve cominciare ad esser alzato – aggiunge il parlamentare – ben distinguendo i richiedenti asilo per motivi di carestia o di guerra dagli immigrati tout court: non per razzismo, né per altri individualismi pelosi, ma sono i tempi, comunque di pandemia, essi stessi a portare a decisioni e interventi razionali… sono stati del resto questi tempi a render logico il respingimento di alcuni ricchi turisti del Qatar e a portare alla chiusura dei confini per i provenienti da una ventina di Stati nel mondo. Aspettiamo una lucida alzata di ingegno nazionale che si ben sposi con gli interventi razionali fin qui attuati dalla Regione”.

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